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Cos’è il colera e come si trasmette, sintomi e cura dell’infezione causata dal batterio Vibrio cholerae

Il colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio cholerae che colpisce l’intestino e si manifesta improvvisamente con sintomi come diarrea e vomito: l’infezione si trasmette principalmente tramite l’ingestione di acqua o cibi crudi o poco cotti contaminati dal batterio, soprattutto frutti di mare e verdure, e si cura con reidratazione e antibiotici. Nel caso di colera a Brescia, il ceppo appartiene al sierogruppo O1 (sierotipo Ogawa) che produce l’enterotossina responsabile della diarrea grave.
A cura di Valeria Aiello
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Immagine al microscopio elettronico a scansione di Vibrio cholerae, il batterio che causa il colera / Credit: Wikipedia
Immagine al microscopio elettronico a scansione di Vibrio cholerae, il batterio che causa il colera / Credit: Wikipedia

Il caso di colera confermato a Brescia, in un paziente di 50 anni arrivato in Italia dalla Nigeria e attualmente ricoverato in terapia intensiva alla Fondazione Poliambulanza, ha riacceso l’attenzione sulla malattia causata dal batterio Vibrio cholerae, un vibrione che può produrre un’enterotossina responsabile della diarrea grave. I sierogruppi di V. cholerae che producono questa tossina sono solo O1 e O139, di cui O1 è il sierogruppo più diffuso nonché il ceppo batterico contratto dal paziente, risultato positivo al batterio del sierogruppo O1 sierotipo Ogawa.

Il paziente era rientrato da un viaggio in Nigeria lo scorso 29 gennaio e lo stesso giorno, in serata, aveva manifestato i primi sintomi gastrointestinali tipici dell’infezione. In genere, i sintomi iniziali includono un’improvvisa diarrea acquosa, non dolorosa, e il vomito, che possono comportare una forte disidratazione, nei casi più gravi anche fatale. L’infezione si trasmette principalmente tramite l’ingestione di acqua o cibi crudi e poco cotti contaminati dal batterio, soprattutto frutti di mare e verdure (meno probabile è il contagio da persona a persona) e si cura con reidratazione e antibiotici.

Cos’è il colera

Il colera è una malattia infettiva altamente contagiosa, definita come malattia diarroica acuta e acquosa, causata dal batterio Vibrio cholerae, noto anche come vibrione del colera, un batterio Gram negativo dalla caratteristica “forma a virgola” che colpisce l’intestino umano: il V. cholerae include oltre 200 sierogruppi, tra cui i ceppi appartenenti al sierogruppo O1 (ulteriormente suddivisi in tre sierotipi, Ogawa, Hikojima e Inaba) e al sierogruppo O139, che sono i soli in grado di produrre l’enterotossina responsabile la diarrea grave.

Come precisato dai Manuali MSD, questa tossina colerica “induce l’ipersecrezione di una soluzione elettrolitica isotonica da parte della mucosa dell’intestino tenue” che determina la comparsa di una diarrea acquosa, per cui le feci consistono spesso di “liquido bianco privo di materiale fecale (feci ad acqua di riso)”.

Nel caso di colera isolato a Brescia, il paziente è risultato positivo al V. cholerae del sierogruppo O1 sierotipo Ogawa, un ceppo responsabile della stragrande maggioranza delle epidemie di colera grave insieme al sierotipo Inaba.

Il colera è una malattia considerata endemica in molti Paesi, incluse diverse regioni dell’Asia e dell’Africa, dove si verificano epidemie stagionali o sporadiche, ma anche in alcune zone del Medio Oriente, dell’America Centrale e Meridionale e degli Stati Uniti, nella zona del Golfo del Messico. Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che ogni anno si verificano da 1,3 a 4 milioni di casi nel mondo e dai 21.000 ai 143.000 decessi per colera.

Quali sono i sintomi del colera

I sintomi del colera si manifestano in modo improvviso, dopo un periodo di incubazione che va da 1 a 3 giorni, e possono variare da lievi a gravi, come un episodio di diarrea lieve e non complicato, ma anche come una diarrea grave e potenzialmente letale, per la grave perdita di acqua ed elettroliti. La nausea è generalmente assente.
In genere, i sintomi iniziali del colera sono:

  • diarrea improvvisa, non dolorosa, dalla consistenza molto liquida
  • vomito, che può contribuire alla perdita di liquidi

La diarrea può essere così abbondante da provocare rapidamente una grave disidratazione, che induce una sensazione di sete intensa, bocca secca, diminuzione o nessuna produzione di urina, crampi muscolari, marcata perdita di elasticità della pelle e debolezza generale. Se non trattata, la disidratazione grave può causare la morte in più del 50% dei casi ma, con la reidratazione tempestiva il rischio di decesso si riduce all’1%.

Come si trasmette il colera

Il colera si trasmette per via oro-fecale: l’infezione può essere contratta principalmente per ingestione di acqua o cibi crudi o poco cotti contaminati dal materiale fecale di individui infetti (malati o portatori sani o convalescenti). I cibi più a rischio sono i frutti di mare e le verdure crude, ma anche altri alimenti possono veicolare il batterio. La trasmissione del colera da persona a persona è poco probabile nelle normali condizioni igienico-sanitarie, perché è necessaria una carica batterica elevata, superiore al milione, affinché si verifichi.

Le scarse condizioni igienico-sanitarie di alcuni Paesi e la cattiva gestione degli impianti fognari e dell’acqua potabile sono le principali cause di epidemie di colera – precisa il sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità – . Il batterio può vivere anche in ambienti naturali, come i fiumi salmastri e le zone costiere: per questo il rischio di contrarre l’infezione per l’ingestione di molluschi è elevato”.

Come si cura il colera

Il colera è una malattia grave ma che può essere curata efficacemente: il trattamento si concentra principalmente reintegrazione di liquidi, attraverso la somministrazione di acqua e soluzioni reidratanti orali, anche se nei casi più gravi, può essere necessario un trattamento endovenoso con fluidi e sali. Può essere somministrata anche una terapia precoce con antibiotici, come doxiciclina, efficace nell’eradicare i vibrioni, che generalmente fa scomparire la diarrea nell’arco di 48, limitando la diffusione del batterio.

La scelta dell’antibiotico viene comunque valutata in base alla sensibilità del ceppo che, in caso di resistenza alla doxiciclina, può essere trattato con azitromicina o ciprofloxacina come opzioni alternative.

Confermato il caso di colera in Italia a Brescia

Il caso di colera rilevato a Brescia, in un paziente di 50 anni rientrato in Italia da un viaggio in Nigeria, è stato confermato oggi (3 febbraio) sulla base dei risultati delle analisi di approfondimento, che hanno accertato la positività del paziente a V. cholerae del sierogruppo O1 (sierotipo Ogawa). L’uomo aveva iniziato a manifestare i primi sintomi gastrointestinali poche ore dopo il suo arrivo in Italia, mostrando condizioni di salute tali da richiedere l’intervento medico di emergenza nell’unità operativa di terapia intensiva presso la Fondazione Poliambulanza di Brescia, dove attualmente è ricoverato in prognosi riservata.

Il paziente avrebbe contratto la malattia in Nigeria e, secondo quanto comunicato dalle autorità sanitarie, i suoi contatti stretti, già identificati, non presentano sintomi ma “verranno sottoposti ad analisi di laboratorio in via preventiva”. Nel frattempo, operatori dell’Ats Brescia proseguiranno la sorveglianza sanitaria già attivata. “Regione Lombardia, in collaborazione con Ats Brescia, Istitito Superiore di Sanità e Ministero della Salute monitorano costantemente la situazione e – assicura la Regione in una nota –  al momento non risultano problematiche di sanità pubblica”.

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