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Campi Flegrei

Cos’è il bradisismo dei Campi Flegrei, quali sono le cause e i rischi per la popolazione

L’attività vulcanica dei Campi Flegrei può comportare il sollevamento o l’abbassamento del suolo rispetto al livello del mare, un fenomeno chiamato bradisismo. Ecco quali sono le cause e i potenziali rischi per la popolazione.
A cura di Andrea Centini
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Fumarola ai Campi Flegrei. Credit: MonikaP/Pixabay
Fumarola ai Campi Flegrei. Credit: MonikaP/Pixabay
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I Campi Flegrei, siti a ovest di Napoli nell'area del golfo di Pozzuoli, sono uno dei centri vulcanici più attivi al mondo, dove si registra un peculiare fenomeno – non esclusivo – chiamato bradisismo. In parole semplici, si tratta dell'innalzamento e dell'abbassamento periodico del suolo (rispetto al livello del mare) legato al vulcanismo. L'evento è strettamente collegato a sciami sismici che si intensificano – per numero e violenza delle scosse – in associazione all'incremento della velocità di sollevamento. Basti sapere che nella settimana compresa tra il 25 settembre e il 1 ottobre 2023 nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 270 terremoti. Come indicato a Fanpage.it dalla dottoressa Francesca Bianco, in questo momento si registra un sollevamento di circa 15 millimetri al mese, ma il dato potrebbe essere in aumento e si attendono nuovi dati. Le scosse più forti legate alla più recente crisi bradisismica sono state quella di magnitudo 4.0 del 2 ottobre e quella di magnitudo 4.2 del 27 settembre, la più forte degli ultimi 40 anni. Ecco cosa sappiamo sul bradisismo, cosa comporta, quali sono le cause e quanto è pericoloso per la popolazione.

La vasta caldera dei Campi Flegrei. Credit: INGV
La vasta caldera dei Campi Flegrei. Credit: INGV

Cos'è il bradisismo

Con il termine bradisismo si intende un lento movimento della crosta terrestre che può provocare un innalzamento o un abbassamento del suolo, diverso da ciò che si verifica con un terremoto che è invece caratterizzato da movimenti repentini. L'etimologia del termine è greca e significa letteralmente “movimento lento del suolo”, come specificato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Fu coniato dal geologo e paleontologo Arturo Issel nel 1883 “per indicare i fenomeni di subsidenza sia nelle aree vulcaniche come i Campi Flegrei che nelle aree alluvionali costiere”, sottolinea la dottoressa Elena Cubellis, ricercatrice presso l'Osservatorio Vesuviano – Sezione di Napoli dell'INGV. Successivamente il termine bradisismo è stato intimamente legato a ciò che avviene proprio nell'area flegrea. Per altre caldere interessate da movimenti analoghi, in genere i vulcanologi usano il termine di “risorgenza calderica”.

Il bradisismo è un fenomeno tipico dell'area dei Campi Flegrei, a causa della spiccata attività vulcanica. Tecnicamente l'area flegrea è un supervulcano costellato da più centri vulcanici distribuiti sull'immensa caldera con un diametro tra i 12 e i 15 chilometri, generatasi dal collasso della camera magmatica sottostante dopo un'eruzione catastrofica di decine di migliaia di anni fa. Nel corso dei millenni l'attività vulcanica si è manifestata con terremoti, eruzioni, fumarole e appunto variazioni del terreno, alcune delle quali molto significative anche in tempi recenti. Le cosiddette “crisi bradisismiche” verificatesi negli anni 1970-1972 e 1982-1984, ad esempio, hanno portato a un sollevamento complessivo del suolo di circa 3,60 metri, con danni significativi agli edifici e alle infrastrutture. Le crisi sono state accompagnate da frequente attività sismica ampiamente avvertita dalla popolazione.

Il Serapeo a Pozzuoli. Credit: Ferdinando Marfella / Wikipedia
Il Serapeo a Pozzuoli. Credit: Ferdinando Marfella / Wikipedia

L'andamento del bradisismo nell'area dei Campi Flegrei è ben noto sin dai tempi antichi anche grazie allo studio del Serapeo, un mercato di epoca romana (Macellum) nelle cui colonne sono presenti fori che indicano il livello del mare. Oggi le variazioni del suolo legate al bradisismo sono studiate con strumenti molto sensibili (GPS, interferometri, tiltometri, sensori di temperatura etc etc), che assieme al lavoro dei sismografi e alle analisi geodetiche monitorano costantemente l'attività dell'area e il potenziale rischio di eruzione.

Le cause del bradisismo ai Campi Flegrei

Le cause del bradisismo dei Campi Flegrei sono un argomento molto dibattuto tra gli esperti e ci sono diverse teorie al riguardo. Secondo uno studio del 2018 pubblicato su Scientific Reports da scienziati dell'INGV, dell'Università della Campania Luigi Vanvitelli e dell'Institut de Physique du Globe di Parigi, il movimento del terreno registrato dal 1985 a oggi sarebbe causato “dal prosciugamento della parte più profonda degli acquiferi presenti nel sottosuolo, per l’arrivo di gas magmatici dal serbatoio magmatico principale, localizzato a circa 8 km di profondità”, ha spiegato il professor Roberto Moretti, primo autore della ricerca. Nelle crisi precedenti, invece, il bradisismo era coerente con le intrusioni magmatiche, ovvero l'iniezione di masse di roccia fusa in grado di premere sulla crosta terreste e spingere verso l'alto il terreno. La camera magmatica sottostante può infatti riempirsi o svuotarsi di magma, cambiare di volume ed esercitare una pressione diversa sul suolo, che “risponde” con attività sismica e variazioni verticali. Un'altra possibile causa del bradisismo è legata alla variazione di temperatura delle falde acquifere superficiali (freatiche), che influenza la pressione del vapore acqueo nel sottosuolo, in grado di premere con più o meno forza sulla crosta terrestre.

Quali sono i rischi del bradisismo

Come avvenuto nelle crisi del passato, a causa del bradisismo il suolo può subire cambi di livello significativi che possono comportare danni a edifici e infrastrutture. Tra il 1982 e il 1984 l'area del porto di Pozzuoli si sollevò di ben 185 centimetri, mentre tra il 1970 e il 1972 il sollevamento fu di 170 centimetri. L'ultima crisi bradisismica si è verificata nel 2016, con un innalzamento repentino del suolo di 40 centimetri nel Rione Terra, sempre a Pozzuoli. I sismografi registrarono un migliaio di terremoti solo nel mese di agosto. È evidente che simili cambiamenti al livello del suolo possono danneggiare le fondamenta degli edifici, rendendoli instabili e a potenziale rischio crollo, soprattutto in un'area a elevata attività sismica. Non va dimenticato il potenziale impatto ambientale e sulla salute legato agli effetti sulle falde acquifere.

Il bradisismo flegreo oggi

Il bradisismo può essere accompagnato da uno sciame sismico caratterizzato anche da scosse di terremoto di magnitudo rilevante, che possono essere avvertite distintamente dalla popolazione. Tra agosto e ottobre 2023 nell'area dei Campi Flegrei sono state registrate alcune scosse di magnitudo superiore a 3 due delle quali di magnitudo 4.0 e 4.2. Nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare è stato predisposto un piano di evacuazione della popolazione. Nella crisi bradisismica verificatasi tra il 1982 e il 1984 ci fu un sollevamento complessivo del suolo di circa 1,80 metri e si registrarono circa 10.000 scosse di terremoto. La più forte, che preoccupò particolarmente la popolazione, fu quella di magnitudo 4.2 del 4 ottobre 1983, ma ce ne furono diverse altre di grado superiore a 3. Il 13 ottobre partì uno sciame sismico con oltre 200 scosse registrate in poche ore.

La preoccupazione principale dell'attività vulcanica legata al bradisismo è un'eruzione, ma al momento non ci sono segnali di rischi imminenti. I continui sismi, spiega l'INGV, non devono infatti preoccupare, dato che per un'eruzione verrebbero rilevati anche altri segnali di allerta. L'ultima eruzione dei Campi Flegrei si verificò nel 1538, quella che diede vita al Monte Nuovo (alto 130 metri). La più violenta conosciuta (Ignimbrite Campana) risale a 39.000 anni fa e si stima che vennero espulsi decine di chilometri cubi di magma. L'evento generò la caldera dei Campi Flegrei, anche se una sua parte è legata a un altro evento apocalittico conosciuto come Tufo Giallo Napoletano e risalente a 15.000 anni fa. L'eruzione di 39.000 anni fa fu talmente violenta che si ritiene che possa aver modificato il clima in tutta Europa, a causa dei gas e delle ceneri proiettate in atmosfera. L'evento potrebbe aver contribuito all'estinzione dell'uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis).

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