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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Cos’è e come funziona l’Iron Beam, la potentissima arma laser che verrà schierata da Israele

Israele ha annunciato di aver accelerato lo sviluppo dell’Iron Beam, una rivoluzionaria arma laser di difesa aerea che spara raggi da 100 kW di potenza. Sarà la prima del suo genere a entrare in servizio. Ecco come funziona, quali sono le caratteristiche e i potenziali punti deboli.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Rafael Advanced Defense Systems Ltd.
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Il devastante attacco di Hamas condotto nel cuore di Israele il 7 ottobre 2023 – oltre 1.400 morti e 199 rapiti nel momento in cui stiamo scrivendo – ha spinto lo stato ebraico ad accelerare l'entrata in servizio dell'Iron Beam (Raggio di Ferro), una sofisticata arma laser ad alta energia in sviluppo da diversi anni. Tecnicamente si tratta di un sistema di difesa aerea che va a integrarsi all'Iron Dome (Cupola di Ferro), il sistema antimissile che protegge Tel Aviv e le altre città israeliane da razzi, missili e proiettili d'artiglieria lanciati dai nemici, come la già citata Hamas. L'Iron Dome si basa sul lancio di altri missili (i Tamir) dopo aver intercettato i bersagli nemici tramite l'EL/M-2084 Multi-Mission Radar; l'Iron Beam sfrutta invece raggi laser ad altissima energia per colpirli e distruggerli. A differenza del primo è progettato per abbattere UAV (velivoli senza pilota) e armi RAM (come razzi e colpi di mortaio) entro un raggio di pochi chilometri, difficili da intercettare per l'Iron Dome. Assieme a quest'ultimo, agli Arrows (basati sui Patriot) e al David's Sling va a completare il corposo sistema di difesa missilistico multistrato di Israele, occupandosi delle minacce più recenti e “sfuggenti” con una soluzione inedita. L'Iron Beam sarà infatti il primo sistema della sua categoria a entrare in servizio.

Cos'è l'Iron Beam

L'Iron Beam è un sistema di difesa aerea basato su laser ad alta energia (High Energy Laser o HEL). È sviluppato dall'azienda israeliana da Rafael Advanced Defense Systems Ltd., la stessa responsabile dell'Iron Dome e del sistema di protezione attiva Trophy (APS) montato sui carri armati Merkava, un meccanismo automatizzato che intercetta i razzi sparati verso i corazzati e li distrugge con proiettili esplosivi. L'arma è stata presentata nel 2014 e dopo diversi aggiornamenti è stata testata con successo nel marzo del 2022. Come specificato da defence-industry.eu, l'arma israeliana ora è in grado di mantenere un raggio focalizzato abbastanza a lungo da riuscire a neutralizzare le minacce a distanze significative; durante il test sul campo il prototipo ha dimostrato di poter distruggere “droni, colpi di mortaio, razzi e missili anticarro in arrivo”. Al momento stiamo comunque ancora parlando di un'arma sperimentale.

Credit: Rafael Advanced Defense Systems Ltd
Credit: Rafael Advanced Defense Systems Ltd

Come indicato da RAFAEL nel proprio sito web, le armi basate su laser ad alta energia presentano un triplice vantaggio: velocità di ingaggio rapidissima; caricatore illimitato; e costi per lancio definiti trascurabili. Secondo quanto riportato da National Interest, un portavoce del Ministero della Difesa israeliano (Zvi Shor) ha evidenziato che ogni colpo sparato dall'Iron Beam costa complessivamente e al massimo 2.000 dollari, contro i 100.000 – 150.000 per ogni missile Tamir lanciato dal sistema di difesa Iron Dome. Una differenza enorme, considerando che UAV e altre armi a basso costo (compresi i razzi Qassam di Hamas) possono essere lanciati in sciami o piogge, come avvenuto anche prima dell'assalto del 7 ottobre.

Come funziona l'Iron Beam

L'Iron Beam si basa su un sistema radar per intercettare i bersagli, un'unità di comando e controllo e un doppio sistema HEL che spara potentissimi raggi laser da 100 kiloWatt (kW). Questa è la potenza indicata nell'ultimo aggiornamento di RAFAEL, sebbene ci siano progetti per realizzare laser fino a 300 kW, pensati principalmente per la protezione delle navi. L'energia sprigionata dall'Iron Beam è tale che i bersagli vengono surriscaldati fino alla loro distruzione, con benefici anche sulla quantità di detriti prodotti (molto minore rispetto a quella legata agli ingaggi esplosivi). Può colpire i bersagli a una distanza massima di 7 chilometri. Il sistema può essere integrato su numerose piattaforme e si pensa addirittura di poterlo equipaggiare sugli aerei. L'azienda produttrice ne sta sviluppando anche una versione più piccola (chiamata Lite Beam) da 7,5 kW espressamente pensata per abbattere gli sciami di mini-UAV, un'altra delle potenziali minacce della guerra moderna. Può essere efficace anche contro IED (esplosivi rudimentali) e altri bersagli terrestri.

Credit: Rafael Advanced Defense Systems Ltd.
Credit: Rafael Advanced Defense Systems Ltd.

Israele contava di schierare l'Iron Beam entro la fine del 2022, tuttavia nell'autunno dello scorso anno RAFAEL ha comunicato che avrebbe avuto bisogno di altri 2 – 3 anni per arrivare a schierare laser da 100 kW di energia. Le forze di difesa israeliane (IDF) puntavano dunque al 2025, ma il nuovo, sanguinoso conflitto israelo-palestinese ha evidentemente resa necessaria un'accelerazione del processo. Al momento non è chiaro quando avverrà l'entrata in servizio.

I limiti delle armi laser

Nonostante l'entusiasmo su questa arma ad energia diretta, innovativa e pionieristica sotto molteplici punti di vista, non sono pochi i dubbi riguardo l'efficacia dei dispositivi laser. Secondo gli esperti, a differenza dei sistemi di difesa aerea tradizionali, l'Iron Beam e affini vengono infatti influenzati dalle condizioni atmosferiche (pioggia, cielo nuvoloso etc etc) e dalla scarsa visibilità in generale, che sono in grado non solo di ridurre la potenza del raggio laser, ma anche la sua precisione. È dunque ipotizzabile che sia più efficace in determinati periodi dell'anno che in altri, un limite che potrebbe essere sfruttato dai nemici per organizzare gli attacchi. Inoltre, anche se il costo di un singolo colpo è di appena 2.000 dollari, il sistema consuma una significativa quantità di energia e per funzionare efficacemente deve essere protetto da eventuali interruzioni di corrente.

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