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Cosa succede a chi viene contagiato dal Norovirus “Kawasaki”: sintomi e tempi della malattia

Il genotipo GII.17 del Norovirus, conosciuto come ceppo “Kawasaki”, è dieci volte più contagioso rispetto al virus comune. Quali sono i sintomi di chi viene contagiato e quanto tempo dura l’infezione.
A cura di Andrea Centini
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Come evidenziato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, da quando è stato introdotto il vaccino contro i Rotavirus, i principali agenti patogeni responsabili delle gastroenteriti virali epidemiche sono i virus del genere Norovirus. Si tratta di un insieme di virus a RNA a singolo filamento suddivisi in vari genogruppi (GI, GII, GIV, etc etc) con decine di differenti genotipi. Alcuni sono considerati particolarmente contagiosi per l'essere umano, come quelli del genogruppo 2 e in particolar modo il GII.IV, che è stato a lungo il ceppo dominante. A preoccupare gli esperti nelle ultime settimane è il relativamente nuovo GII.17. Questo Norovirus, denominato “Kawasaki” dal nome della città giapponese in cui fece scoppiare un'epidemia tra il 2014 e il 2015 (pur essendo stato isolato per la prima volta in Cina), è attualmente responsabile di un'anomala epidemia nel Regno Unito, con un numero di contagi più che doppio rispetto alla media attesa del periodo, calcolata nell'arco di cinque stagioni.

L'anomala epidemia di Norovirus nel Regno Unito

Nello specifico, l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA) nel suo ultimo bollettino di sorveglianza aggiornato al 14 novembre ha rilevato 2.636 casi cumulativi di positività contro una media di 1.097. Le infezioni sono rimaste elevate per diverse settimane in tutte le fasce d'età, ma l'aumento maggiore si è verificato negli adulti e in particolar modo in quelli con età uguale o superiore ai 65 anni. Poiché i soggetti anziani sono più predisposti alle complicazioni dell'infezione come i bambini, si tratta di un dato da non sottovalutare (ogni anno nel Regno Unito muoiono circa ottanta persone per infezione da Norovirus). Le autorità sanitarie non conoscono le ragioni esatte per cui c'è stato questo significativo incremento nelle infezioni, ma come accaduto per molti altri patogeni responsabili di exploit simili negli ultimi anni pensano possa aver concorso la pandemia di COVID-19. I lockdown e le altre misure draconiane hanno infatti ridotto l'esposizione agli agenti patogeni, che anche se non infettano in modo significativo tengono allenato il sistema immunitario. Le chiusure necessarie ci hanno di fatto indeboliti e ciò ha permesso a virus e batteri di avere vita più facile quando si è tornati alla normalità. Senza contare la situazione delicata dei neonati che hanno passato la primissima infanzia chiusi in casa.

Norovirus Kawasaki dieci volte più contagioso

Secondo l'UKHSA “i continui cambiamenti nell'epidemiologia a seguito della pandemia di COVID-19 o i cambiamenti nei test e nelle segnalazioni alla sorveglianza nazionale” possono aver contribuito a questo anomalo aumento, pertanto “sono in corso ulteriori lavori per comprendere i fattori trainanti dell'aumento delle segnalazioni”. Ciò che è certo è che quasi il 90 percento dei campioni biologici dei pazienti risultati positivi al Norovirus risultano infettati dal genogruppo GII, del quale il genotipo più rilevato (67 percento dei casi) è proprio il Kawasaki. In una recente intervista a Fanpage.it il professor Matteo Bassetti ha affermato che questo ceppo ha provocato la prima epidemia nel Regno Unito una decina di anni fa ed è il più contagioso in assoluto, ben dieci volte in più rispetto al ceppo comune di Norovirus. Il Direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova ha comunque sottolineato che più contagioso ma non invasivo, nel senso che non provoca malattie più gravi, pur non essendo da sottovalutare.

I sintomi dell'infezione da Norovirus Kawasaki

“È importante dire che per fortuna questo virus non causa quadri complicati, ma, al massimo, un elevato numero di persone contagiate che sviluppano i sintomi tipici, ovvero mal di pancia e diarrea, che si risolvono in genere nell'arco di due o tre giorni”, spiega Bassetti. “A fronte di numeri così elevati, come quelli causati ora dal Norovirus Kawasaki nel Regno Unito, si può verificare anche qualche caso più severo con un rischio maggiore di complicanze. Il virus è altamente contagioso ma poco invasivo”, ha chiosato l'esperto. Tra i sintomi dell'infezione da Norovirus indicati dai Manuali MSD e dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) vi sono nausea, diarrea acquosa, crampi addominali e vomito, che è presente in particolar modo nei bambini. Possibili anche febbre leggera e, come evidenziato dai CDC statunitensi, mal di testa e dolori muscolari. Tra i meno comuni anche i brividi, segnalano gli ECDC.

Quanto dura l'infezione da Norovirus

Il periodo di incubazione del Norovirus, cioè l'intervallo temporale tra l'esposizione al patogeno e la comparsa dei sintomi, va dalle 12 alle 48 ore, mentre l'infezione “dura dalle 12 alle 60 ore”, spiega l'ISS. Ciò significa che nella stragrande maggioranza dei casi, tra 1 e 3 giorni si guarisce senza complicazioni. In chi viene contagiato, tuttavia, c'è una misura importante da prendere, ovvero quella “di assumere molti liquidi per compensare la disidratazione conseguente a vomito e diarrea”. “In particolare – evidenzia l'ISS – la disidratazione può rappresentare una complicazione più seria per i bambini, gli anziani e i soggetti con precario equilibrio metabolico o cardiocircolatorio, e può quindi richiedere una certa attenzione medica”.

Non va infatti dimenticato che, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si stimano ben 685 milioni di casi di Norovirus; 200 milioni sono bambini sotto i 5 anni, particolarmente esposti ai rischi. Ogni anno questa infezione uccide 200.000 persone, delle quali 50.000 piccoli, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo.

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