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Cosa sta succedendo sullo Stromboli e quali sono i rischi: la spiegazione del vulcanologo

A seguito dell’intensificarsi dell’attività vulcanica la Protezione Civile ha disposto l’allerta rossa sullo Stromboli a partire dal 4 luglio 2024. Cosa sta succedendo sul vulcano, quali sono i rischi per le persone e come ci si deve comportare. La spiegazione del vulcanologo Piergiorgio Scarlato dell’INGV.
Intervista a Piergiorgio Scarlato
Vulcanologo e dirigente di ricerca presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
A cura di Andrea Centini
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La sera di mercoledì 3 luglio 2024 una grande nube di cenere si è sollevata dalla Sciara del Fuoco sul vulcano Stromboli, a seguito di un evento franoso che ha rapidamente raggiunto il mare. Le immagini impressionanti del fenomeno hanno fatto il giro del web, ricordando a tutti cosa significa vivere (o visitare) un vulcano attivo, anche se i residenti si dicono sereni. L'attività vulcanica si è ulteriormente acuita il giorno successivo, con un'esplosione maggiore nel pomeriggio e l'apertura di ulteriori bocche, con flussi lavici ed espulsione di materiale piroclastico che, franando lungo la Sciara, ha raggiunto la costa scorrendo sul mare per centinaia di metri.

Alla luce dell'intensificarsi dei fenomeni, la sera del 4 luglio le autorità competenti hanno deciso di spostare lo stato di allerta dello Stromboli dall'arancione al rosso, facendo un ulteriore passo in avanti rispetto alla decisione del 25 giugno, quando il Dipartimento della Protezione Civile aveva disposto il passaggio del livello di allerta da giallo ad arancione. Tra le nuove misure introdotte il divieto di sbarco per i tour giornalieri e quello di recarsi sulla spiaggia di notte.

Ricordiamo che nel 2015 fu stabilito un Piano di Emergenza legato all'attività vulcanica, nel quale sono indicate le modalità di assistenza e di evacuazione qualora la situazione dovesse degenerare, ma al momento, nonostante l'allerta rossa, resta tutto sotto stretto monitoraggio senza particolari criticità. Per comprendere meglio cosa sta succedendo e quali sono i rischi per residenti e turisti, Fanpage.it ha contattato il dottor Piergiorgio Scarlato, vulcanologo e dirigente di ricerca presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che lavora proprio sullo Stromboli. Ecco cosa ci ha raccontato.

Il flusso di materiale piroclastico e detritico scorre lungo il pendio del vulcano Stromboli finendo in mare. Credit: Vigili del Fuoco
Il flusso di materiale piroclastico e detritico scorre lungo il pendio del vulcano Stromboli finendo in mare. Credit: Vigili del Fuoco

Dottor Scarlato, a partire dal 3 luglio lo Stromboli sembra aver aumentato in maniera significativa la sua attività, cosa sta succedendo? Dall'isola stanno arrivando immagini piuttosto impressionanti

Il 3 luglio c'è stata una frana con attività magmatica che ha prodotto una colata di lava sul versante del vulcano. L'attività del vulcano si è ormai intensificata da alcune settimane. In questo contesto la posizione dei crateri, delle bocche eruttive, gioca un ruolo importante. Se le bocche, come in questo caso, si posizionano nella parte alta della Sciara del Fuoco, sull'esterno della terrazza craterica, anche un'attività non importante provoca un'instabilità del versante con franamento a mare. Ed è quello che è successo il 3 luglio. Si apre una bocca sul pendio, in quota, e questa bocca ovviamente fa sì che viene giù del materiale perché la colata di lava si stacca, si breccia. Anche l'apertura stessa provoca una deformazione e quindi un crollo.

Come si aprono queste bocche?

Il magma nella sua risalita verso la superficie cerca la via più facile. E quindi magari trova una frattura, un punto più libero con meno ostacoli e si intrude. Il magma raggiunge la superficie in un punto anziché in un altro. Ma qui la distanza è veramente irrisoria tra un punto e l'altro, stiamo parlando di una differenza di 20, 30, 40 metri, all'interno o all'esterno della terrazza craterica in cima alla Sciara del fuoco. La bocca del 3 luglio ha creato un'attività di spattering, piccoli getti di magma di alcuni metri di altezza, molto continua e intensa, ed ha formato una colata di lava. Questo materiale viene giù nella fase iniziale effusiva e alza il cenerone che si vede nelle immagini, un fenomeno non raro su Stromboli. Questa grossa nube di cenere a qualcuno può dar l'idea che ci sia stata una forte esplosione, ma in realtà la cenere del 3 luglio era causata da questo fenomeno franoso, che ovviamente scende su un versante detritico molto instabile che è la Sciara del Fuoco e la solleva.

Questo evento, lo ribadisco, non era importante, anche se le immagini possono impressionare. Ha colpito molto l'emotività delle persone per il cenerone, perché è andato sopra il villaggio di Stromboli. Il fenomeno è stato preceduto da un aumento significativo del tremore sismico, che è andato avanti per circa un'ora. Il tremore sismico a Stromboli è causato dalla risalita del magma dal profondo. Quindi in qualche modo ha preannunciato ciò che sarebbe accaduto dopo. Poi è avvenuto il collasso.

E la situazione è ulteriormente peggiorata, spingendo la Protezione Civile a disporre il passaggio del livello di allerta da arancione a rosso

Ieri c'è stata un'evoluzione dei fenomeni con l'apertura di ulteriori bocche e la generazione di flussi lavici che hanno raggiunto rapidamente la Sciara del Fuoco. Erano ben alimentati. I fenomeni sono stati preceduti da un incremento del tremore sismico. Questo ha indotto ad alzare il livello di allerta, in particolar modo nel momento in cui si è formata una bocca sotto un cratere. C'è una zona esterna all'area craterica, che è quella in cima alla Sciara del Fuoco; quando si apre una bocca in questo punto si determinano fenomeni di instabilità e crolli, sia di materiale lavico che detritico che è depositato sulla Sciara. Questi detriti franano e inducono la formazione di grandi quantità di cenere. Questo ha fatto preoccupare le autorità competenti. Nel frattempo le fenomenologie sono andate avanti, si è aperta un'altra bocca con un'altra colata lavica. A un certo punto c'erano tre bocche con tre flussi lavici che scendevano parallelamente sulla Sciara del Fuoco. E inoltre si sono susseguiti una serie di flussi piroclastici che arrivavano a mare, anche percorrendo alcune centinaia di metri, quindi raggiungendo una certa distanza dalla costa.

Cos'altro può dirci sulla variazione dello stato di allerta?

Le valutazioni sul passaggio dello stato di allerta vengono fatte sulla base delle analisi di moltissimi dati. Sono dati geochimici, di deformazione, sismici e dei prodotti. È un'analisi articolata e complessa. Da maggio abbiamo visto un'intensificazione dell'attività e, data anche una presenza turistica importante, evidentemente, si è deciso di prendere qualche precauzione in più dal punto di vista della protezione civile passando da giallo ad arancione. La situazione è totalmente in evoluzione e ora l'allerta è rossa. Stromboli negli ultimi anni ci ha regalato diversi cambi repentini dell'attività. Dopo le vicende dell'estate del 2019 c'è molta più attenzione, perché ovviamente gli eventi parossistici del 3 luglio e del 28 agosto di quell'anno hanno dato sicuramente un impulso e una valutazione più attenta, soprattutto quando c'è una grossa presenza turistica.

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Con quale frequenza si verifica questa violenta attività vulcanica?

Gli eventi esplosivi parossistici si verificano in media una volta ogni 5-6 anni. Ne possono passare 15 così come 3. Noi che lavoriamo a Stromboli stiamo osservando una fase della vita del vulcano più vivace rispetto agli anni precedenti. Tenga conto che nella vita di un vulcano queste oscillazioni ci sono sempre. Quella che vediamo ora non è un'attività anomala per lo Stromboli. Negli anni '50, questa attività c'era, così come nei primi anni del ‘900. Sulla base della nostra vita si può dire che è una cosa mai vista prima, ma nella storia eruttiva di un vulcano è normale. Farei fatica a definirla anomala. Fa parte della variabilità della storia eruttiva di un vulcano.

Al netto di questi cicli, dopo gli eventi del 4 luglio siamo al di fuori dell'attività ordinaria dello Stromboli

Sicuramente non siamo in una fase ordinaria. I flussi piroclastici e i flussi di lava sulla Sciara appartengono alla vita e alla storia eruttiva dello Stromboli, ma non a quell'attività ordinaria che noi intendiamo come attività stromboliana tipica. Questa attività esce fuori dall'ordinarietà e presenta alcuni livelli di rischio legati al suo impatto. Ovviamente se io ho una colata o un flusso piroclastico che entrano in acqua, questo può rappresentare una problematica dal punto di vista di chi naviga. Ovviamente se questo materiale comincia a essere voluminoso, può generare anche dei piccoli o grandi maremoti. Quindi ci sono una serie di fenomenologie che fanno sempre parte della storia del vulcano, ma che per il loro impatto sulla popolazione e sul territorio costituiscono un problema. È per questo che si innalzano i livelli di allerta. Hanno un senso soprattutto in relazione all'impatto che possono avere.

Quali sono i rischi per la popolazione residente e i numerosi turisti che frequentano il vulcano in questo periodo?

Già dopo il passaggio da giallo ad arancione avvenuto a fine giugno, il sindaco, che è il primo responsabile di protezione civile, aveva assunto delle decisioni a scopo precauzionale. Principalmente vi è quella di abbassare la quota che può essere raggiunta scalando il vulcano. Stromboli è un luogo affascinante, molto frequentato, quindi bisogna fare in modo che non ci possano essere incidenti, anche quelli causati dal semplice spavento. Ci si può far male anche correndo e cadendo. Il sindaco ha ritenuto di agire precauzionalmente limitando l'accesso in certe zone proprio per evitare che l'afflusso turistico potesse sfociare in qualche incidente per la paura, anche innanzi a un evento non particolarmente importante.

A Stromboli c'è sempre un sistema di allarme e allerta con sirene; la popolazione ha delle informazioni su come deve comportarsi, sia in caso di un'esplosione parossistica che in caso di frane e conseguente generazione di maremoto. Si verificano tre livelli di esplosioni sullo Stromboli: esplosioni ordinarie, quelle della tipica attività stromboliana; esplosioni maggiori; ed esplosioni parossistiche. I fenomeni parossistici sono esplosioni molto violente che capitano mediamente ogni 4-5 anni. Di maggiori se ne verificano in media dalle 2 alle 4 all'anno, ma in questo periodo siamo arrivati ad averne 7 all'anno.

E come accennava c'è anche il rischio tsunami

Quando le frane sono molto consistenti possono anche causare la formazione di maremoti, sì. Tenga presente che un maremoto a Stromboli, quando si forma per collasso parziale (anche piccolo) dalla Sciara, raggiunge l'abitato di Stromboli in poche decine di secondi. Il sistema di allertamento è automatico ed è basato su boe piazzate ai lati della Sciara. Queste boe leggono una variazione dell'altezza dell'onda; se è una variazione anomala, importante, causata dal maremoto e non dal maltempo, automaticamente scatta l'allerta e iniziano a suonare le sirene sull'isola.

Come devono comportarsi le persone e i turisti in caso di rischio acclarato?

Il Comune di Lipari il 3 luglio ha condiviso un elenco di misure comportamentali di autoprotezione. Sono raccomandazioni sempre attive, ma che sono state nuovamente ricordate. Ad esempio, chi si trova sul lungomare, in prossimità della costa o vicino al porto deve risalire subito verso l'interno dell'isola e ripararsi all'interno di un edificio. Chi si trova in un avvallamento lungo i pendii del vulcano deve risalire al fianco della valle, mentre chi è in barca deve allontanarsi immediatamente dalla costa e spostarsi verso il largo. In caso di maremoto, chi si trova sulla spiaggia o lungo la costa deve seguire la segnaletica di emergenza e raggiungere l'area elevata più vicina. Ricordo che a Stromboli è vietato andare sotto la Sciara con una barca.

Cos'è cambiato per le persone con il passaggio dallo stato di allerta da arancione a rosso?

Innanzitutto sono state messe in opera ulteriori limitazioni all'accesso in certe zone, che sono quelle più esposte all'attività vulcanica. Le persone sono molto incuriosite, magari tendono ad avvicinarsi. La ricaduta di queste ceneri e il vapore provocato dalla lava che raggiunge l'acqua del mare e si alza, formando delle nubi, possono costituire un problema per la respirazione, per gli occhi. Giustamente vengono poste delle limitazioni anche in relazione di come evolvono le fenomenologie. La ricaduta di lapilli molto caldi sulla vegetazione può anche causare l'innesco di incendi.

È possibile prevedere un ulteriore peggioramento della situazione e dei rischi?

Adesso ci troviamo in una fase di variabilità dell'attività, dei fenomeni, quindi è bene tenere alta l'attenzione. Capisco che molte volte si sente il bisogno di pensare all'evento estremo, ma non è necessario per farsi del male. Questo infatti dipende anche dal comportamento delle persone, oppure da come sono realizzate le abitazioni. Sono spesso le azioni delle persone – a partire dai turisti – a fare la differenza. Da come si vestono, da come affrontano una scalata su un vulcano o su una montagna. La cultura e l'approccio influenzano tantissimo il rischio. Lo Stromboli può fare un'esplosione assolutamente nella norma, ma se io lo sto scalando e non sono preparato e non sono informato, è ovvio che possono esserci dei problemi, che sono indipendenti da quanto può essere l'attività più o meno violenta.

Il rischio vulcanico è un'equazione, una moltiplicazione di tre fattori. Da un lato c'è il vulcano che fa la sua attività, si moltiplica il valore esposto – quindi i beni esposti, parlo anche delle persone – e la vulnerabilità, che sono gli edifici, le infrastrutture. A parità di pericolosità del vulcano, questo valore posso moltiplicarlo per un fattore via via crescente. Se io ci metto due persone è una cosa, se ne metto 500 aumenta tantissimo il rischio legato al valore esposto. La probabilità che la gente si faccia male è molto più alta. Se a Stromboli sbarcano 1.000 persone e le porto a 200 metri sul livello del mare – una quota molto bassa – e il vulcano fa la sua attività ordinaria, se qualcuno si fa prendere dal panico e non ha un comportamento idoneo rischia di farsi male. Lo stesso discorso si può fare con chi si muove in barca. Se mi avvicino ai posti dove non posso andare, corro il rischio di farmi seriamente male.

Da quanto tempo non si vedeva un'attività del vulcano così intensa?

Le fenomenologie a Stromboli sono molto diverse e possono generare anche problematiche sul territorio di diverso tipo. Ricordiamo l'estate del 2019 con le due grandi esplosioni e i due parossismi. In tutto quel periodo abbiamo avuto un'attività molto, molto intensa del vulcano. In questo caso quello che contraddistingue l'attività sono il susseguirsi di questi flussi piroclastici che comunque, già da questa stamattina, sembrerebbero essere diminuiti rispetto a quello che abbiamo visto ieri.

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