Cosa sono i “borsellini delle sirene” che invadono le spiagge e perché se ne trovano tanti
Spesso, passeggiando sulla spiaggia, ci si imbatte in oggetti curiosi trascinati sulla battigia dal mare, come i cosiddetti borsellini delle sirene, in inglese mermaid's purse. Sono piccole sacche di circa 5 centimetri dalla forma rettangolare od ovaleggiante, dai cui apici si dipanano delle appendici più o meno lunghe, attorcigliate o appuntite. Assieme alle conchiglie con un forellino e ai cosiddetti occhi di Santa Lucia – strane conchiglie piatte – sono tra gli oggetti più affascinanti e interessanti che si possono vedere sulla sabbia, veri e propri tesori della biodiversità. Il colore dei borsellini delle sirene, conosciuti anche come "borsette di Venere", varia dal marroncino chiaro al nero scuro. A volte sono lucidi e lisci, altre striati e opachi. Siamo nel cuore dell'estate e le passeggiate sulla spiaggia sono un'attività fisica e ricreativa particolarmente apprezzata durante le vacanze, soprattutto la mattina presto e al tramonto quando il solleone non morde, dunque aumentano sensibilmente le probabilità di avvistamento, in particolar modo dopo una mareggiata. Ma cosa sono esattamente questi piccoli e curiosi "astucci"?
Per alcuni potrebbe sembrare assurdo, ma i borsellini delle sirene non sono altro che le sacche o teche ovigere di alcuni pesci cartilaginei (condroitti) come razze e squali, in particolar modo i piccoli gattucci che vivono a stretto contatto col fondale. La maggior parte di questi animali – chiamati elasmobranchi – partorisce piccoli vivi, che si sviluppano all'interno dei dotti riproduttivi femminili (sono detti ovovivipari), ma tuttavia diverse specie fanno affidamento all'affascinante strategia delle teche ovigere. In pratica, i borsellini delle sirene sono involucri rigidi ed elastici in collagene a protezione delle uova, che vengono deposti dalle femmine dopo la fecondazione del maschio. Al loro interno si sviluppa l'embrione per un periodo più o meno lungo – da alcuni mesi a oltre un anno – a seconda della specie. Normalmente c'è un solo embrione, ma le sacche ovigere delle grandi razze possono contenerne fino a sette. Le forme possono essere molto varie e stravaganti, ma in questo caso ci soffermiamo su quelle più tipiche. Per semplificare, come spiegato da Marine Dimensions, possiamo affermare che le sacche dalla forma squadrata appartengono alle razze, mentre quelle ovaleggianti sono degli squali.
Le sacche sono molto resistenti e progettate per difendere la vita che si sviluppa al loro interno, nonostante vi siano molte specie di animali – compresi gasteropodi – in grado di perforarle e consumare un pasto facile. Le appendici simili ai viticci delle viti hanno uno scopo ben preciso; le teche vengono infatti deposte sul substrato ricco di rocce, coralli, piante e alghe marine, dove possono restare agganciate senza essere trascinate via dalle correnti. I gattucci, ad esempio, le lasciano spesso sulle gorgonie, ottocoralli rigidi e tipicamente ramificati.
Dopo la deposizione i borsellini delle sirene vengono lasciati al proprio destino dalle madri; non ci sarà alcuna cura parentale per i piccoli squaletti e razze dopo la schiusa, favorita dall'apertura di fessure che permettono l'entrata dell'acqua marina e lo scambio, fino alla fuoriuscita nel mondo esterno. La mortalità è elevatissima, proprio per questo ne vengono depositate in numero considerevole. È il motivo per cui dopo una mareggiata le spiagge possono essere invase da queste curiose e affascinanti strutture, spesso nascoste tra cumuli di alghe e posidonia.
Per quanto concerne l'Italia, i borsellini delle sirene che si rinvengono più facilmente sulle nostre spiagge appartengono ad alcune specie di razza – come la razza stellata (Raja asterias), la razza quattrocchi (Raja miraletus) e la razza chiodata (Raja clavata), che le produce nere – e al gattuccio boccanera (Scyliorhinus canicula), che è lo squalo più comune presente nel Mar Mediterraneo.
Anche se manipolare i borsellini delle sirene – o addirittura portarseli a casa – potrebbe sembrare irresistibile per alcuni, la cosa migliore e opportuna da fare è lasciarli dove sono. La risacca è infatti in grado di riportarli in mare dove potranno continuare il proprio sviluppo, fino alla schiusa. Non tutti quelli trascinati a riva, infatti, sono vuoti e privi di vita. Esistono inoltre alcuni progetti di Citizen Science dove è possibile segnalare l'avvistamento di queste teche ovigere; molte specie di squali e razze sono a rischio estinzione e si tratta di materiale molto prezioso per biologi marini e naturalisti, come sottolineato dalla Marine Conservation Society.