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Cosa sono le sabbie mobili, quali sono i rischi e perché non possono ucciderti come mostrano i film

Spauracchio in molti film d’avventura, le sabbie mobili in realtà non possono uccidere una persona come spesso viene (o meglio, veniva) mostrato a Hollywood. Ecco cosa sono e perché rappresentano comunque un pericolo mortale.
A cura di Andrea Centini
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Le sabbie mobili sono un classico dei film d'avventura vintage e, tra gli anni '60 e '80, erano un elemento praticamente imprescindibile nei blockbuster del genere. Le comparse e i cattivi, solitamente, finivano per essere inghiottiti al loro interno facendo una fine atroce, mentre gli eroi riuscivano a sfuggirne illesi grazie a improbabili acrobazie e all'aiuto dei compari. Che fosse la sabbia del deserto o una minacciosa palude in una foresta pluviale non faceva alcuna differenza; le sabbie mobili erano una sorta di spauracchio onnipresente contro il quale tutti gli “Indiana Jones” dell'epoca dovevano confrontarsi. Dagli anni '90 in poi sono andate rapidamente scomparendo e oggi al cinema non si vedono praticamente più (o quasi). La ragione è semplicissima: per quanto possano essere effettivamente pericolose e mortali, le sabbie mobili non possono uccidere una persona nel modo cruento e drammatico mostrato nei vecchi film, ovvero inghiottendola completamente oltre la testa, fino a soffocarla o annegarla.

Credit: wikipedia
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Cos'è il principio di Archimede

Per comprenderne il motivo bisogna fare riferimento al principio di Archimede, enunciato dal celeberrimo fisico e matematico di Siracusa più di 2.000 anni fa. Il principio indica che un corpo immerso in un fluido subisce una forza diretta dal basso verso l'alto di intensità equiparabile alla forza-peso del fluido spostato; in pratica, il corpo sposta il proprio peso e nient'altro. È proprio la spinta di Archimede che ne deriva a permetterci di galleggiare. Poiché le sabbie mobili hanno una densità di circa 2 grammi per millilitro e quella di una persona è di circa 1 grammo per millilitro, in virtù del principio di Archimede non possiamo fisicamente sprofondare completamente in questo fluido viscoso, ma fino alla vita, più o meno. Quando infatti il corpo in affondamento arriva a spostare un volume di materiale paragonabile al proprio peso, la spinta di Archimede verso l'alto arriva all'equilibrio e impedisce alla persona di sprofondare ulteriormente. Ciò è stato dimostrato in diversi studi scientifici, compreso l'articolo “Quicksand can't suck you under” pubblicato su Nature dalla scienziata Roxanne Khamsi e dai colleghi. Anche la celebre serie televisiva MythBusters ha dedicato una puntata per smentire i rischi cinematografici delle sabbie mobili (che restano comunque potenzialmente mortali, come vedremo in un paragrafo successivo).

Credit: wikipedia
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Cosa sono le sabbie mobili

Ma cosa sono esattamente le sabbie mobili? Sebbene nei film vengano associate anche ai deserti, le vere sabbie mobili hanno tra gli “ingredienti” principali l'acqua. È il motivo per cui i cartelli che indicano il pericolo di sabbie mobili si trovano a ridosso di mari, laghi, fiumi, paludi e altri bacini idrici. Dal punto di vista squisitamente scientifico si tratta di un colloide, ovvero di una miscela di sostanze in cui un materiale granulare – nel caso specifico sabbia, argilla o altro – è finemente disperso nell'acqua, dolce o salata che sia. Pur apparendo solide in superficie, le sabbie mobili presentano una viscosità variabile influenzata dallo stress meccanico cui sono sottoposte.

Se sono immobili il composto risulta denso e compatto, ma come vengono sollecitate, ad esempio camminandoci sopra, si fluidificano a causa della bassa adesione dei granelli sospesi nell'acqua che perdono in coesione. È questo il meccanismo che ci fa sprofondare. Le sabbie mobili sono a tutti gli effetti un fluido non newtoniano, ovvero che non segue le leggi di Newton sulla viscosità, ma si basa appunto sullo stress meccanico. Più nello specifico, sono soggette a un fenomeno che gli esperti chiamano shear thinning (assottigliamento al taglio). Fortunatamente, come indicato, mentre si sprofonda entra in gioco il secondo principio di Archimede che ci salva la vita. Ma non sempre.

Credit: wikipedia
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I pericoli delle sabbie mobili

Le sabbie mobili possono infatti essere estremamente insidiose. Una volta bloccati dentro, riuscire a liberarsi è complicatissimo. Uno studio su Nature ha determinato in un esperimento ad hoc che i sedimenti che si accumulano attorno al corpo hanno una viscosità elevatissima, pertanto riuscire a spostarli può richiedere una forza sovrumana. È stato calcolato che per tirare fuori il piede di una persona intrappolata nelle sabbie mobili alla velocità di un centimetro al secondo richiede la stessa forza necessaria per sollevare un'auto di medie dimensioni. Il modo migliore per uscirne, secondo gli esperti, è muovere lentamente e progressivamente le gambe, in modo da "allentare" il sedimento e far scorrere il fluido, come spiegato alla National Geographic dal professor Daniel Bonn, docente di Fisica presso il Van der Waals-Zeeman Institute dell'Università di Amsterdam.

Sebbene non si possa sprofondare completamente nelle sabbie mobili, ciò non significa affatto che non siano pericolose. Chi resta bloccato e non riesce ad uscire, ad esempio, può perdere la vita per disidratazione, ipotermia o addirittura annegamento; spesso, infatti, le sabbie mobili si trovano in zone di marea. Quando sale, se ci si trova intrappolati senza possibilità di uscire, si rischia appunto di affogare. In determinati luoghi non si deve nemmeno sottovalutare la possibilità di essere attaccati dai predatori o di subire gravi insolazioni. Anche il dimenarsi per provare a liberarsi può esacerbare i rischi.

La dinamica fisica delle sabbie mobili può essere molto complessa in base al luogo e ai composti coinvolti, pertanto i divieti vanno assolutamente rispettati. Non si può escludere che la presenza di buche su fondali più o meno profondi, substrati particolari e altre condizioni possano effettivamente farci "inghiottire". Talvolta vengono considerate sabbie mobili anche la sabbia del deserto, la neve fine e persino i silos con depositi di cereali, al cui interno ogni anno muoiono diversi lavoratori. In Italia tra i luoghi in cui sono presenti le sabbie mobili figurano il Delta del Po, la Laguna di Venezia e il Lago di Giacopiane in Liguria, dove si è verificato un incidente mortale nell'estate del 2024.

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