Cosa sono le cimici asiatiche, perché entrano in casa a ottobre e come sono arrivate in Italia
Tra le specie aliene invasive e infestanti più problematiche in Italia figura la cimice marmorizzata o marmorata (Halyomorpha halys), conosciuta più comunemente come cimice asiatica. Questa specie di insetto appartenente all'ordine degli emitteri (o rincoti) e alla famiglia dei pentatomidi (Pentatomidae) è originaria di alcuni Paesi dell'Asia orientale – come Cina e Giappone – ed è giunta in Occidente a partire dalla fine degli anni '90 attraverso il trasporto delle merci, quando ha iniziato a colonizzare gli Stati Uniti. Da allora si è diffusa in vasta parte dell'emisfero settentrionale compresi diversi Paesi europei. Nel 2004, come spiegato dal Centro di Sperimentazione Laimburg, la cimice asiatica è comparsa in Svizzera e nel Liechtenstein, mentre le prime segnalazioni ufficiali in Italia risalgono al 2012, quando esemplari furono rinvenuti in provincia di Modena (Emilia Romagna). In pochi anni la specie ha conquistato larga parte dello Stivale – nel 2016 è arrivata anche in Trentino Alto Adige – diventando un enorme problema per l'agricoltura.
I danni enormi all'agricoltura della cimice asiatica
La cimice marmorata è infatti una specie fitofaga (cioè che si nutre di piante) e il problema principale risiede nel fatto che predilige le colture arboree di frutta di interesse commerciale, come pesche, pere, mele e nocciole, come sottolineato dalla Fondazione Edmund Mach, specializzata in entomologia. Il National Centre for Climate Service (NCCS) della Svizzera sottolinea che questo insetto è dannoso praticamente per qualsiasi pianta da frutta – comprese ciliegie e lamponi – e per i cosiddetti ortaggi, come pomodori, cetrioli e peperoni. Sono oltre 200 le specie di interesse economico e selvatiche attaccate da questa cimice. I danni possono essere molto significativi, come avvenuto alle colture di pere nel modenese nel 2015. La Coldiretti ha stimato che solo nel 2019 questa specie ha causato danni per oltre 740 milioni di Euro, avendo distrutto 300.000 tonnellate di frutta a causa dei numeri significativi e della voracità.
Come sono arrivate le cimici asiatiche in Italia
I motivi per cui le cimici asiatiche si sono diffuse così facilmente e rapidamente in Italia sono fondamentalmente due: il fatto che le femmine sono estremamente prolifiche (potendo deporre diverse centinaia di uova) e l'assenza di predatori naturali. Fortunatamente, se così si può dire, assieme alle uova delle cimici sono arrivate anche le vespe samurai (Trissolcus japonicus), imenotteri parassiti originari degli stessi luoghi delle cimici. Sono i loro predatori in patria e ora sono oggetto di introduzioni più o meno sperimentali per la lotta biologica. In parole semplici, si introduce nell'ambiente una specie aliena per combatterne un'altra.
Le cimici asiatiche sono definite “autostoppiste” perché si sono diffuse in varie parti del mondo – Italia compresa – grazie al trasporto delle merci, via nave e su ruota. "Tale specie infatti è capace di viaggiare anche su lunghe distanze, sfruttando le rotte commerciali, e giungendo in nuovi territori attraverso autostrade, porti e aeroporti, nascosta all’interno di piante e altre merci", spiega la Fondazione Edmund Mach. Basta trasportare una pianta con le uova per ritrovarsi una colonia di voraci sterminatrici di piante in regioni a migliaia di chilometri di distanza. E il cambiamento climatico ne favorisce anche l'adattabilità.
Perché le cimici asiatiche entrano in casa a ottobre
Il problema delle cimici asiatiche non riguarda solo l'agricoltura. Questi insetti, infatti, nel mese di ottobre tendono a invadere le case e altri edifici per cercare rifugio dal freddo incombente. Sono in pratica attratte dal tepore domestico, intrufolandosi tra gli infissi e ovunque ci sia un posto dove nascondersi e proteggersi dalle basse temperature. In alcuni casi le zanzariere sono assolutamente necessarie. Nel momento in cui stiamo scrivendo i social sono pieni di segnalazioni di invasioni (o tentate invasioni) casalinghe, in particolar modo in Piemonte. Una delle caratteristiche delle cimici è quella di emettere un odore nauseabondo quando vengono schiacciate, anche in modo involontario, inoltre sono molto resistenti ai prodotti fitosanitari, quindi non sono facili da tenere lontane. Le si riconosce dalle comuni cimici verdi che troviamo in Italia, come Nezara viridula e Palomena prasina, per via del colore bruno, marmorizzato con macchie più o meno scuro. Sono presenti anche cinque caratteristici puntini gialli sul protorace e antenne con bande bianche. Gli adulti raggiungono una dimensione di 1,7 centimetri.