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Guerra in Ucraina

Cosa sono le bombe termobariche che la Russia di Putin sta usando in Ucraina

Tra le armi più micidiali utilizzate nella guerra in Ucraina vi sono le bombe termobariche, micidiali ordigni che sfruttano ossigeno e carburante per creare un’esplosione ad altissima temperatura seguita da una mostruosa onda d’urto. La Russia ne ha sganciata una particolarmente potente sulla città di Vovchansk, nella regione di Kharkiv.
A cura di Andrea Centini
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Uno screenshot del video della bomba termobarica sganciata su Vovchansk. Credit: X
Uno screenshot del video della bomba termobarica sganciata su Vovchansk. Credit: X
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Le armi termobariche sono particolari tipologie di esplosivi che sfruttano due cariche distinte per massimizzare i danni. Come evidenziato dall'Istituto Lieber sono conosciute come "esplosivi aria-carburante, bombe a vuoto, armi volumetriche, esplosivi a doppio stadio o armi a esplosione potenziata", proprio alla luce del principio di funzionamento. In parole semplici, una prima carica libera una gigantesca nube di carburante, mentre la seconda la accende, creando una grande palla di fuoco che a sua volta innesca una potentissima onda d'urto, mentre l'ossigeno atmosferico viene consumato. L'onda di sovrappressione è così energetica che può distruggere interi edifici e provocare danni catastrofici alle persone, uccidendole per lesioni agli organi interni, inalazione della nube tossica o violenza dell'impatto contro muri e oggetti.

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Le armi termobariche sono state utilizzate anche dalla Russia durante la guerra in Ucraina, in particolar modo attraverso l’utilizzo del TOS-1A, un sistema di lanciarazzi termobarici montati su un carro armato T-72 appositamente modificato. Le armi termobariche possono essere "confezionate" in razzi, missili, bombe e persino granate portatili per la fanteria. Un recente video condiviso sui social network mostra una potente bomba termobarica sganciata sulla città di Vovchansk, nella regione di Kharkiv. Si specula sulla potenza dell'ordigno: c'è chi dice si tratti di una bomba ODAB-9000, pari a 44.000 chilogrammi di TNT, la più potente arma termobarica in dotazione alla Russia. Fu mostrata per la prima volta nel 2007 durante un test e questo sarebbe il suo primo utilizzo su un campo di battaglia. Tuttavia secondo fonti ucraine si tratterebbe di un ordigno meno potente, una FAB-3000 o ODAB-1500.

Ciò che è certo è che le immagini sono impressionanti, mostrando una sorta di fungo atomico dopo la detonazione e la violentissima onda d'urto che si sprigiona dalla palla di fuoco. Le armi termobariche furono già utilizzate dagli Stati Uniti durante la Guerra in Afghanistan e nella Guerra del Vietnam, mentre i russi le hanno sganciate nei conflitti in Cecenia. Sebbene controverso, il loro utilizzo non è considerato illegale dalla convenzione di Ginevra.

Come funzionano le armi termobariche o bombe a vuoto

Un'arma termobarica, conosciuta anche come bomba a vuoto, libera una nuvola di combustibile – in genere combustibile solido nebulizzato – e assorbe tutto l'ossigeno presente, anche quello all'interno dei polmoni, che restano orribilmente lacerati. Successivamente esplode generando una palla di fuoco e una potentissima onda d'urto, molto più energetica e duratura di quella prodotta da un ordigno convenzionale di pari “portata”.

L'esplosione è talmente violenta che il corpo delle persone che si trovano nei pressi del dispositivo viene letteralmente vaporizzato. Come spiegato da Human Right Watch, un tipico ordigno termobarico si compone di un contenitore con all'interno il combustibile – che può essere composto da metalli in polvere come alluminio o magnesio, materiali organici o nanocombustibili – e da due cariche esplosive separate. La prima carica disperde la nuvola infiammabile nell'ambiente, determinando reazione con l'ossigeno, la seconda detonazione “accende” la nube generando la devastante onda d'urto. A causa del meccanismo di funzionamento si tratta di armi letali negli ambienti chiusi, come edifici, bunker, trincee, tunnel e grotte.

Quali sono gli effetti delle bombe termobariche?

L'agghiacciante spiegazione delle lesioni mortali provocate da un'arma termobarica è stata riportata in un rapporto di Human Rights Watch, che cita uno studio della US Defense Intelligence Agency. Il meccanismo di uccisione contro bersagli viventi viene definito come unico e spiacevole. “Ciò che uccide è l'onda di pressione e, cosa più importante, la susseguente rarefazione (il vuoto), che rompe i polmoni. Se il carburante deflagra ma non esplode, le vittime resteranno gravemente ustionate e probabilmente inaleranno anche il carburante in fiamme”, si legge nel documento. Si aggiunge inoltre che, poiché i principali combustibili delle armi termobariche sono composti altamente tossici, come l'ossido di etilene e l'ossido di propilene, dovrebbe risultare letale per reazione chimica anche la sola inalazione della nube sprigionata dal dispositivo.

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Gli utilizzi in altre guerre: la prima volta in Vietnam

Le armi termobariche sono state utilizzate dall'esercito americano per distruggere le fortezze dei talebani nel cuore delle montagne, durante la lunga Guerra in Afghanistan scaturita dagli attentati dell'11 settembre 2001. Benché i tentativi di sviluppare gli ordigni FAE iniziarono durante la Seconda Guerra Mondiale ad opera dei tedeschi, i primi dispositivi furono sviluppati e utilizzati nella Guerra del Vietnam da parte degli Stati Uniti. Sono stati impiegati anche durante la guerra tra l'ex Unione Sovietica e l'Afghanistan. La Russia oggi dispone di armi termobariche di terza generazione, che come riportato dall'Interfax sono state utilizzate anche nel recente conflitto in Cecenia.

L'esplosione, come detto, genera un'onda d'urto violentissima che vaporizza chi si trova nei pressi dell'ordigno; le persone più distanti possono restare uccise dall'impatto contro oggetti o pareti delle aree coinvolte, mentre per chi si trova ai margini sono ritenute probabili orrende lesioni interne. Fra quelle citate dall'agenzia statunitense ci sono rottura dei timpani, gravi commozioni cerebrali, schiacciamento degli organi dell'orecchio, rottura degli organi interni e cecità. A rendere il tutto ancor più agghiacciante il fatto che “le onde d'urto e di pressione causano danni minimi al tessuto cerebrale”, pertanto, secondo l'agenzia americana, “è possibile che le vittime delle FAE non vengano rese incoscienti dall'esplosione, ma che soffrano invece per diversi secondi o minuti mentre soffocano”.

Esiste una legge che ne vieta l'utilizzo?

In un'intervista al Guardian il dottor Marcus Hellyer, analista senior presso l'Australian Strategic Policy Institute, ha affermato che le armi termobariche “non sono illegali anche se i loro effetti possono essere piuttosto orribili”. Nonostante ciò, come spiegato dall'Istituto Lieber, le armi termobariche sembrano riguardare la Convenzione su alcune armi convenzionali (CCW), "un trattato ratificato sia dalla Federazione Russa che dall'Ucraina che regola l'impiego di armi incendiarie". In particolare, il Protocollo III della CCW limita l'uso di armi progettate per "incendiare oggetti o causare ustioni alle persone attraverso l'azione di fiamme, calore o una combinazione di questi, prodotti da una reazione chimica di una sostanza rilasciata sul bersaglio". Le armi termobariche non si basano su questi principi alla lettera, ma sono comunque innescate da una reazione chimica e hanno effetti indiscriminati, pertanto, secondo alcuni analisti, dovrebbero essere considerate illegali in ogni circostanza, anche se a conti fatti non è così.

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