Cosa sappiamo sui sottomarini nucleari di Classe Aukus del nuovo accordo tra USA, Australia e UK
L'Australia, il Regno Unito e gli Stati Uniti d'America hanno raggiunto un nuovo, storico accordo trilaterale incentrato sulla difesa, che abbraccia molteplici aspetti tecnologici e militari. Si spazia infatti dai missili ipersonici alla sicurezza informatica – sempre più rilevante nella guerra “ibrida” moderna -, passando per computer quantistici, intelligenza artificiale, vari sistemi d'arma e, nodo centrale dell'intera questione, i nuovi sottomarini nucleari che nasceranno sotto l'egida di questo accordo. Si tratta dei sottomarini a propulsione nucleare di Classe Aukus (SSN-AUKUS), il cui nome è strettamente legato a quello dell'intesa tra i tre Paesi, AUKUS appunto, che altro non è che l'acronimo di Australia, United Kingdom e United States of America.
Quello degli SSN-AUKUS è attualmente un progetto in completo divenire, dato che i sommergibili, al momento, sono solo sulla carta e devono persino iniziare i lavori dei complessi cantieri navali nei quali saranno costruiti. È tuttavia già previsto che i primi esemplari entreranno in servizio nella flotta della Royal Navy (la marina militare britannica) alla fine degli anni '30, mentre agli inizi degli anni '40 salperanno per la marina australiana. Gli Stati Uniti contribuiranno con tecnologie e addestramento, ma continueranno a utilizzare i propri avanzatissimi sommergibili. Non a caso l'accordo Aukus prevede anche la possibile vendita da parte degli USA all'Australia di 3 o 5 sottomarini nucleari di Classe Virginia a partire dal 2032, anch'essi a propulsione nucleare. Ecco cosa sappiamo su queste nuove micidiali macchine di morte subacquee.
Prima di indicare le informazioni tecniche note sui sottomarini di Classe Aukus, è doveroso soffermarsi sul motivo per cui Canberra è pronta a investire almeno 100 miliardi di dollari per dotarsi di un otto di questi nuovi natanti e acquistare quelli di Classe Virginia. La ragione, come viene descritto nel sito del Ministero della Difesa australiano, risiede nel fatto che sarà eliminato "qualsiasi divario di capacità e aumenterà la capacità delle tre nazioni (Australia, Regno Unito e Stati Uniti) di scoraggiare l'aggressione e contribuire alla pace e alla stabilità nell'Indo-Pacifico". In parole semplici, l'obiettivo è ottenere macchine così avanzate e potenti da poter mantenere la supremazia militare in quest'area del pianeta e contenere le possibili mire espansionistiche della Cina, considerata dagli alleati la principale superpotenza con cui soppesare gli equilibri geopolitici del futuro.
Non c'è da stupirsi che proprio il Dragone non abbia gradito affatto la firma di questo accordo, annunciato nel 2021 ma presentato nei suoi dettagli soltanto a metà marzo del 2023. Wang Wenbin, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha affermato che i tre Paesi coinvolti nell'accordo Aukus “hanno deciso di camminare su una strada di errore e pericolo” e che la loro intesa è figlia di una “mentalità da Guerra Fredda”. Ma gli alleati sentono il ‘fiato sul collo' di Pechino e i vecchi sommergibili con motori diesel-elettrici di Classe Collins in dotazione all'Australia non sono considerati all'altezza della sfida strategica. Principalmente perché non hanno l'autonomia e la capacità di restare sott'acqua per settimane (senza essere visti) dei sommergibili a propulsione nucleare, oltre naturalmente agli armamenti più arretrati. Da qui, la necessità di costruire i nuovi SSN-AUKUS.
Al momento sappiamo che il Regno Unito, che sostituirà i suoi sottomarini d'attacco di Classe Astute con i nuovi, inizierà la costruzione del primo esemplare di SSN-AUKUS a Barrow-in-Furness già entro la fine del decennio, con consegna prevista alla fine degli anni '30. L'Australia li costruirà invece ad Adelaide, con l'entrata in servizio attesa per l'inizio degli anni '40.
I sommergibili potranno contare sull'avanzata tecnologia statunitense per la propulsione nucleare, dato che saranno equipaggiati con reattori ad acqua pressurizzata (PWR) montati su tutti i nuovi sottomarini della U.S. Navy. A grandissime linee, nei natanti a propulsione nucleare l'acqua viene spinta verso il nucleo del reattore e riscaldata dall'energia rilasciata dal processo della fissione nucleare; l'energia termica del vapore generato si trasferisce alle turbine e a un generatore elettrico che consentono al sottomarino di muoversi, a grandi velocità e con un'autonomia infinitamente superiore a quella di un natante con motore tradizionale. I sommergibili americani di Classe Virginia, ad esempio, utilizzano reattori nucleari alimentati da uranio altamente arricchito (HEU), al 93 percento di arricchimento. È possibile che il sistema propulsivo dei nuovi SSN-AUKUS possa essere analogo a questo, o comunque rappresentarne un'evoluzione tecnologica.
Un dettaglio significativo dei nuovi natanti dell'accordo Aukus risiede nel fatto che, pur essendo a propulsione nucleare, saranno equipaggiati con sistemi d'arma convenzionali e non nucleari, per non disattendere gli accordi sulla non proliferazione delle armi atomiche. "In base al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, l'Australia si è impegnata a non ricevere, fabbricare o altrimenti acquisire armi nucleari", scrive il Ministero della Difesa di Canberra. Pechino invece punta proprio il dito sul trasferimento della tecnologia nucleare, anche se non legata direttamente a bombe e missili. "L'ironia di Aukus è che due Stati dotati di armi nucleari che affermano di sostenere i più elevati standard di non proliferazione nucleare stanno trasferendo tonnellate di uranio arricchito per armi a uno stato non dotato di armi nucleari, violando chiaramente l'oggetto e lo scopo del TNP (il trattato di non proliferazione), avevano scritto su Twitter esponenti della Cina presso le Nazioni Unite.
Per quanto concerne gli armamenti, come indicato a gennaio su Naval News, i nuovi SSN-AUKUS saranno dotati di un sistema di lancio verticale (VLS), che permette di lanciare una varietà maggiore e più moderna di missili. I sommergibili di Classe Astute britannici, ad esempio, per attaccare potenziali bersagli terrestri fanno affidamento sui tubi lanciasiluri, una soluzione che limita la tipologia di munizioni impiegabili e che in futuro sarà sempre più costosa, proprio perché desueta. I nuovi sottomarini USA hanno tutti sistemi VLS. Non è ovviamente noto quali e quanti armi avrà a bordo un SSN-AUKUS; per fare un possibile confronto, i sottomarini di Classe Virginia statunitensi (lunghi 115metri) dispongono di 12 tubi di lancio verticale e 4 tubi lanciasiluri, per un totale di 38 armi impiegabili, mentre i sottomarini di classe Astute britannici (lunghi 97 metri) dispongono “solo” di 6 tubi lanciasiluri. Nel primo caso l'equipaggio è composto da 135 marinai, nel secondo dai 100 ai 110 circa.
Il nuovo sottomarino sarà equipaggiato anche con sistemi all'avanguardia per condurre una serie molto diversificata di compiti, come missioni di intelligence, guerra sottomarina e attacco a obiettivi terrestri. I tre partner lo doteranno con un sistema di combattimento completamente nuovo e all'avanguardia, con il contributo di tutti i Paesi coinvolti. Per vedere il primo SSN-AUKUS solcare il mare si dovrà comunque aspettare quasi 20 anni. La speranza è che queste costosissime macchine si limiteranno soltanto a svolgere la propria funzione di deterrenza strategica e supremazia militare, senza mai effettivamente entrare nel teatro di guerra. Perché ciò, molto probabilmente, significherebbe la Terza Guerra Mondiale.