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Cosa sono i PFAS, le “sostanze chimiche per sempre” che l’industria non vuole vietare

I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) sono composti chimici sintetici noti anche come “sostanze chimiche per sempre” per la loro persistenza nell’ambiente. Sempre più rilevati come inquinanti, alcuni di questi composti sono collegati a effetti negativi sulla salute, ma l’industria chimica sta cercando di impedire il loro divieto minimizzando i rischi e diffondendo affermazioni fuorvianti.
A cura di Valeria Aiello
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Le industrie chimiche stanno cercando di impedire i divieti sui PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche utilizzate in molti settori industriali (si trovano ormai dappertutto, dalle pentole antiaderenti ad alcuni imballaggi alimentari, fino a indumenti e scarpe impermeabili, pesticidi e acqua del rubinetto). Note anche come “sostanze chimiche per sempre” perché estremamente persistenti nell’ambiente, i PFAS possono accumularsi nell’organismo, causando effetti negativi sulla salute, come danni al fegato, malattie della tiroide, obesità, problemi di fertilità e cancro.

Un’indagine condotta dal Forever Lobbying Project, un gruppo internazionale che coinvolto 46 giornalisti e 18 esperti in 16 Paesi, ha scoperto che le industrie chimiche stanno finanziando ricerche e diffondendo affermazioni fuorvianti per cercare di ritardare la regolamentazione di queste sostanze nell’Unione Europea. “Nel febbraio 2023precisa il gruppocinque paesi europei (Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia) hanno proposto una ‘restrizione universale’ per i PFAS (nota come uPFAS) ai sensi del regolamento chimico dell'UE, REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals). Il divieto includerebbe l’intero ‘universo’ chimico dei PFAS, una famiglia di oltre 10.000 sostanze chimiche, con alcune ‘deroghe’ finché non si troveranno delle alternative”.

Centinaia di lobbisti dell’industria, che difendono gli interessi di circa quindici settori, hanno inondato le istituzioni dell'UE e quelle dei cinque paesi con un numero senza precedenti di commenti e argomentazioni, esercitando pressioni sui decisori politici in tutta Europa con l’obiettivo di indebolire, e forse annientare, la proposta. La maggior parte di queste argomentazioni sono fuorvianti, allarmistiche, esagerate o potenzialmente disoneste”.

La campagna di disinformazione per difendere i PFAS

Il team del Forever Lobbying Project ha esaminato le principali rivendicazioni avanzate dai produttori di plastica e da altri utilizzatori di PFAS nel tentativo di ottenere una deroga per un’intera categoria di PFAS, i fluoropolimeri, un gruppo di sostanze “ad alte prestazioni” (che include anche il Teflon) che vengono utilizzate in una serie di prodotti, dalle pentole antiaderenti e dagli indumenti impermeabili, fino alle guarnizioni negli impianti chimici e all’isolamento dei cavi negli aeroplani.

Abbiamo selezionato 1.178 argomenti di lobbying dalla nostra raccolta di 8.189 documenti – si legge nell’indagine – . Oltre la metà di questi documenti è stata raccolta tramite richieste di libertà di informazione (FOI) in 16 paesi europei. Altri sono stati condivisi con il team da Corporate European Observatory, un’organizzazione di controllo con sede a Bruxelles, che ha presentato 66 richieste FOI alle istituzioni dell’UE. Altri 3.393 documenti compaiono nelle presentazioni all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) durante la consultazione pubblica sugli uPFAS tra marzo e settembre 2023”.

All’esame degli esperti del Forever Lobbying Project, le argomentazioni a difesa dei PFAS sono tuttavia risultate non supportate dalla scienza attuale, perché false oppure fuorvianti, o perché le affermazioni sono potenzialmente disoneste. “La massiccia campagna di lobbying e disinformazione orchestrata dall’industria ha attirato l’attenzione dei principali decisori in Europa, come la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e personaggi dei governi regionali e federali tedeschi – evidenzia l’indagine – . Dimostra che l'industria della plastica ricorre a tattiche di influenza tipiche del mondo aziendale, utilizzate nel corso dei decenni per difendere il tabacco, i combustibili fossili e altri prodotti chimici e pesticidi, come il glifosato della Monsanto. Il dibattito pubblico sui PFAS è stato ora inquinato da questi mercanti di dubbi”.

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