Cosa sono i droni kamikaze Shahed-136: Iran accusato di averli dati ai russi per colpire l’Ucraina
Sebbene la Russia e l'Iran hanno ufficialmente smentito più volte lo scambio di materiale bellico, sembra molto probabile che l'esercito di Mosca stia utilizzando in Ucraina droni fabbricati nella Repubblica islamica. Nello specifico si tratterebbe dei piccoli e letali droni kamikaze Shahed-136, che sarebbero stati impiegati in varie occasioni a partire da settembre. In base a quanto dichiarato dal comandante dell'artiglieria ucraina della 92a brigata Rodion Kugalin, gli Shahed-136 avrebbero distrutto due veicoli BTR e quattro obici durante la controffensiva nella regione di Kharkiv; il 23 settembre avrebbero attaccato le regioni di Odessa e Dnipropetrovsk, mentre il 5 ottobre sarebbero stati usati per colpire obiettivi a Bila Tserkva, nella regione di Kiev. Sebbene stiano circolando video e fotografie di droni impiegati nel teatro di guerra che sembrano effettivamente essere gli Shahed-136 iraniani, al momento non può ancora esservi una conferma definitiva. Ciò che è certo è che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato apertamente Teheran di rifornire la Russia di questi armamenti, ordinando come risposta una riduzione significativa della rappresentanza diplomatica dell'Iran nel Paese. Ma cosa sono e come funzionano esattamente i droni Shahed-136?
Cosa sono i droni Shahed-136
Come specificato dal portale specializzato militaryfactory.com, i droni Shahed-136 sono piccoli veicoli aerei senza equipaggio (UAV) costruiti dall'Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA), un'azienda sottoposta alle sanzioni statunitensi. Fondamentalmente sono munizioni vaganti progettate per eludere le difese aeree e colpire bersagli a terra dopo averli individuati. Attualmente sarebbero impiegati anche nello Yemen. Come mostrano alcune immagini condivise su Twitter, il velivolo ha una caratteristica forma a delta, con la fusoliera (dove si trova la testata esplosiva) direttamente integrata nelle ali, ai cui margini si trovano gli stabilizzatori. Proprio la peculiare geometria delle ali ha permesso di “identificare” gli Shahed-136 in Ucraina. Il Ministero della Difesa ucraino ha condiviso su Twitter le immagini delle parti di un drone abbattuto nei pressi di Kupiansk, indicandolo proprio come un drone iraniano. Come specificato alla CNBC News dall'analista esperto di geopolitica e sicurezza Michael A. Horowitz, l'estremità dell'ala e la forma del drone corrispondono a quanto visto nei video delle esercitazioni militari iraniane con gli Shahed-136. “Questa non è una prova definitiva, ma ci si avvicina molto da un punto di vista open-source”, ha chiosato l'esperto.
Tornando al velivolo, nella parte posteriore si trova il motore convenzionale (un MD 550 o un 3W da 50 cavalli a elica, con due pale) che gli permette di volare in circolo e scagliarsi contro il bersaglio. Le dimensioni del drone sono piuttosto ridotte: è lungo infatti 3,5 metri e ha un'apertura alare di 2,5 metri. La velocità massima è stimata in maggiore di 185 chilometri orari, mentre il peso si attesta sui 200 chilogrammi, come riportato da Defense Express. A causa delle sanzioni imposte all'Iran è verosimile che la stragrande maggioranza delle componenti del drone siano di tipo civile. Il motore, ad esempio, sembra si possa comprare su un famoso marketplace cinese e sarebbe la copia di un motore aeronautico tedesco.
Come funziona il drone Shahed-136
Una caratteristica peculiare del drone iraniano è la modalità di lancio, legata a un'infrastruttura chiamata rack che permette il dispiegamento in sequenza fino a cinque velivoli, come una sorta di batteria. Il lancio è di tipo assistito a razzo (RATO), al quale subentra il motore convenzionale una volta che il drone ha raggiunto la quota prestabilita. Il telaio del rack è leggero e trasportabile, pertanto permette di lanciare i droni sia da mezzi militari che da camion commerciali, rendendoli agili da trasferire sul campo di battaglia. Il range d'azione è stimato in 1800 – 2500 chilometri; ciò spiega come mai questi velivoli sarebbero stati in grado di raggiungere la regione di Kiev il 5 ottobre.
Attualmente non c'è ancora alcuna conferma ufficiale che la Russia stia impiegando gli Shahed-136 sul territorio ucraino, nonostante vi siano diversi indizi significativi a sostegno. Una frase sibillina sul possibile uso di armi iraniane da parte della Russia è arrivata tuttavia dal maggiore generale Hossein Salami, il comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC); durante una presentazione di armamenti, infatti, il militare ha dichiarato che un certo numero di potenze mondiali di alto rango è disposto ad acquistare attrezzature militari e di difesa dell'Iran, un “processo che si è effettivamente concretizzato poiché le stanno utilizzando attualmente e ricevendo addestramento”, come riportato da Tasnim News Agency.