Cosa sono i droni Kalashnikov e come funzionano i velivoli da guerra utilizzati da Putin in Ucraina
L’avanzata militare di Putin in Ucraina sta facendo entrare in campo armi sofisticate e terribili, concentrate principalmente sull’assedio di Kiev. Nell’ultima settimana, nel pieno centro della capitale, sono stati utilizzati droni suicidi o droni kamikaze, chiamati anche droni Kalashnikov perché prodotti da una società del gruppo Kalashnikov, la storica fabbrica di fucili mitragliatori che negli ultimi anni sta investendo in diverse armi di precisione, tra cui i robot militari. Questi sistemi d’arma sono caratterizzati dalle cosiddette munizioni circuitanti o vaganti (in inglese loitering munition) incorporate su velivoli senza pilota in grado di sorvolare l’area bersaglio e attendere in volo l’obiettivo da attaccare prima di colpirlo.
I droni Kalashnikov utilizzati dalla Russia in Ucraina
Uno di questi droni russi è stato abbattuto sabato nello storico quartiere Podil di Kiev, rivelando alcune delle caratteristiche del sistema attualmente impiegato dall’esercito moscovita, probabilmente per evitare il combattimento strada per strada. Il dispositivo in questione è un piccolo velivolo senza pilota (unmanned aerial vehicle, UAV) chiamato KYB (Cube) che si colloca tra i missili cruise e i veicoli aerei da combattimento senza pilota (UCAV) della Zala Aero Group, la principale società russa specializzata nello sviluppo di sistemi di ricognizione senza pilota che, come premesso, dal 2015 appartiene al gruppo Kalashnikov.
Come funzionano i droni Kalashnikov
Il drone KYB-UAV è progettato per distruggere bersagli terrestri remoti da una distanza massima di 64 chilometri, facendosi esplodere come un aereo suicida. Questo drone vola fino a una velocità di circa 130 km/h, può sorvolare l’area bersaglio e attendere l’obiettivo per un massimo di 30 minuti, trasportando un carico utile di 3 kg di esplosivo.
Una volta localizzato il bersaglio, le cui coordinate possono essere inserite manualmente o acquisite attraverso sistemi di bordo come videocamere e telecamere per immagini termiche, il drone attacca dall’alto, potendo eseguire una manovra in picchiata lungo la traiettoria verticale. La munizione incorporata, che esplode al contatto, nel caso del drone abbattuto a Kiev conteneva esplosivi al plastico (o plastidi) con sfere di metallo per arrecare il massimo danno fisico agli esseri umani che si trovano nell’area di azione.
Si tratta dunque di un’arma molto precisa e letale, particolarmente difficile da individuare per i tradizionali sistemi di difesa aerea, in quanto può volare a bassa quota per sfuggire ai radar, oltre a individuare il bersaglio indipendentemente da quanto sia nascosto. Unitamente a questo sistema senza pilota, la Zala Aero produce una vasta gamma di velivoli kamikaze e ha inoltre sviluppato mezzi elettronici anti-drone chiamati REX-2, in grado di sopprimere il controllo tra l’operatore e il drone, così come la navigazione satellitare del velivolo, attraverso moduli operativi a differenti frequenze (2,4 Ghz e 5,8 Ghz) e l’uso di diversi sistemi di satellitari (GPS, GLONASS, GALILEO, BeiDou). Non può essere quindi escluso che il drone abbattuto a Kiev sia stato intercettato dalle unità ucraine attraverso sistemi analoghi, forniti dagli Stati Uniti e altri 30 Paesi insieme a sistemi anti-carro e anti-aerei portatili, come NLAW inglesi e i Javelin statunitensi.