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Cosa sono i batteri specchio e perché sono considerati una “minaccia senza precedenti” alla vita sulla Terra

I batteri specchio possono essere definiti come la versione opposta e speculare, creata in laboratorio, dei batteri esistenti in natura. Non esistono ancora, ma un settore della ricerca sta lavorando per crearli. Ora decine tra gli scienziati più illustri chiedono di fermare ogni esperimento: potrebbero mettere a rischio qualsiasi forma vivente sulla Terra.
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Tutta la vita sulla Terra, ovvero qualsiasi organismo, si basa su molecole dotate di un loro specifico orientamento strutturale. Questa loro proprietà in linguaggio scientifico viene definita chiralità: è chirale un oggetto che non è sovrapponibile con la sua immagine speculare. Lo vediamo anche a livello macroscopico: le nostre mani sono chirali, tanto per intenderci.

A livello microscopico, questo significa che lo sono anche tutti ele biomolecole che compongono vita, compreso lo stesso DNA: i 20 amminoacidi fondamentali, ovvero i mattoncini che formano le proteine alla base della vita stessa, hanno una chiralità sinistrorsa, ovvero si girano verso sinistra (in sostanza sono "mancini"), mentre i nucleotidi che formano il DNA e il RNA hanno una chiralità destrorsa, ovvero si muovono in direzione opposta.

La ricerca sulle molecole speculari

Da qualche tempo, però, un settore della ricerca scientifica si sta concentrando sulla realizzazione di molecole speculari a quelle reali, ovvero con una chiralità opposta, per avere in sostanza una copia su cui studiare ciò che compone la vita. Tuttavia, proprio in queste ore, 38 tra le menti scientifiche più illustri al mondo hanno firmato un report in cui chiedono a scienziati e aziende farmaceutiche di di fermare ogni attività ricerca volta a creare molecole e organismi specchio.

Secondo i firmatari dell'appello la creazione di queste forme di vita altre rispetto a quelle esistenti esporrebbe noi e qualsiasi altra forma vivente, del regno animale e vegetale, a "rischi senza precedenti". Più che un allarme, si tratta però di un avvertimento: i ricercatori hanno infatti spiegato come secondo il loro studio le minacce maggiori deriverebbero dallo step successivo a quello della creazione delle molecole specchio, ovvero i batteri specchio.

Cosa sono i batteri specchio

I batteri specchio – che non esistono ancora – possono quindi essere definiti come degli organismi copia dei batteri esistenti in natura ma costruiti seguendo una chiralità opposta: letteralmente, quindi, sarebbero l'immagine allo specchio dei batteri esistenti.

Ma perché decine di scienziati, tra cui anche diversi Premi Nobel, sono così preoccupati dalla loro possibile creazione? Qualora venissero prodotti – cosa che richiederebbe ancora anni e tecnologie all'avanguardia – questi batterei costituirebbero "un allontanamento radicale dalla vita conosciuta, e la loro creazione merita un'attenta considerazione".

La loro caratteristica, ovvero la chiralità opposta, potrebbe renderli potenzialmente capaci di evadere le interazioni alla base dei sistemi immunitari delle forme viventi, con il rischio di dare luogo a "infezioni letali negli esseri umani, negli animali e nelle piante".

Perché sono una minaccia alla vita

"Esiste una minaccia verosimile secondo cui la vita speculare possa replicarsi senza controllo, perché è improbabile che possa essere controllata da uno qualsiasi dei meccanismi naturali che impediscono ai batteri di crescere troppo", spiega il biochimico Michael Kay dell'Università dello Utah. Tra questi rientrano quindi gli antibiotici finora prodotti, ma anche gli enzimi digestivi e ovviamente il sistema immunitario che "non dovrebbe funzionare su un organismo a specchio".

Certo – specificano gli stessi scienziati – proprio in virtù della sua struttura opposta, è probabile che una futura vita speculare non sia compatibile con la vita organica esistente perché non avrebbe gli strumenti per scindere gli organismi di cui si dovrebbe nutrire. Tuttavia, dopo un'attenta analisi, gli scienziati sono giunti a una conclusione piuttosto chiara: le cose che non sappiamo sono troppe e i rischi fin troppo elevati per poter continuare a lavorare a queste molecole, nonostante l'entusiasmo dei risultati raggiunti finora.

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