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Cosa scatena l’allergia agli acari della polvere, visto per la prima volta come reagisce il sistema immunitario

L’allergia agli acari della polvere è la reazione del sistema immunitario causata dall’inalazione di proteine che si trovano negli escrementi e nelle carcasse morte di questi minuscoli artropodi. Non era però noto in che modo queste proteine riescano a scatenare la reazione allergica e provocare sintomi come starnuti, naso che cola e difficoltà respiratorie collegate all’asma allergico: il meccanismo appena scoperto dai ricercatori.
A cura di Valeria Aiello
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L'allergia agli acari della polvere è causata dall'inalazione di proteine che si trovano negli escrementi e nelle carcasse morte di questi minuscoli artropodi / Photo Credit iStock
L'allergia agli acari della polvere è causata dall'inalazione di proteine che si trovano negli escrementi e nelle carcasse morte di questi minuscoli artropodi / Photo Credit iStock

L’allergia agli acari della polvere – ospiti assai poco graditi in casa di materassi, cuscini e tutti gli oggetti impolverati come tappeti, tende, libri e peluche – è la reazione del sistema immunitario causata dall’inalazione di proteine che si trovano negli escrementi e nelle carcasse morte di questi minuscoli artropodi: il modo in cui queste proteine riescono a scatenare la reazione allergica e provocare sintomi come starnuti, naso che cola e difficoltà respiratorie collegate all’asma allergico è tuttavia un aspetto non ancora completamente chiarito.

Sappiamo infatti che l’inalazione di allergeni, come appunto le proteine degli acari della polvere, produce una risposta infiammatoria che, a seconda dei casi, può essere più o meno grave, ma non conosciamo esattamente quali siano i percorsi molecolari che portano all’attivazione del sistema immunitario. Per avere un quadro più chiaro, un team della Pittsburgh University, in Pennsylvania, ha fatto ricorso a nuovi strumenti di analisi, riuscendo a descrivere per la prima volta un meccanismo immunitario che scatena l’allergia agli acari dalla polvere.

In che modo gli acari della polvere scatenano l’allergia

Per determinare in che modo alcuni allergeni, come le proteine degli acari della polvere, riescano a scatenare reazioni allergiche e condizioni come l’asma allergico, i ricercatori hanno utilizzato modelli murini con allergia alla polvere.

Per prima cosa, gli studiosi hanno osservato che, in risposta all’inalazione della polvere, era necessario uno specifico percorso molecolare, che coinvolge una proteina chiamata BLIMP1: questo percorso, nello specifico, era essenziale affinché nei linfonodi si differenziassero alcune specifiche cellule immunitarie che determinano l’infiammazione nell’asma e altre malattie allergiche, chiamate cellule T Helper 2.

Utilizzando poi il tracciamento trascrittomico, un innovativo strumento di analisi che ha permesso di tracciare e vedere esattamente dove le cellule T Helper 2 si dirigono dopo la loro attivazione, i ricercatori hanno scoperto che queste cellule immunitarie si spostano verso i polmoni, scatenando i disturbi respiratori.

Come dettagliato nell’articolo di ricerca pubblicato su Nature Immunology, i ricercatori hanno inoltre identificato due molecole di segnalazione, o citochine, chiamate interleuchina 2 (IL2) e interleuchina 10 (IL10) necessarie per l’espressione di BLIMP1. “IL10 è normalmente considerata una citochina antinfiammatoria, che smorza le risposte immunitarie, quindi siamo rimasti davvero sorpresi nello scoprire che in realtà stava promuovendo l'infiammazione – ha spiegato la professoressa Amanda Poholek, autrice principale dello studio e docente di immunologia presso la Pittsburgh University – . Questa scoperta apre la strada allo sviluppo di opzioni terapeutiche mirate a IL10, che non erano state prese in considerazione in precedenza, in particolare per i pazienti con nuova diagnosi”.

Riguardo invece l’identificazione di IL2, la professoressa Poholek ha evidenziato che, rispetto a quanto atteso, l’attività di questa citochina “era localizzata solo in determinate regioni del linfonodo”.

Abbiamo pertanto ancora molto lavoro da fare per capire come si formano queste regioni – ha aggiunto Poholek – . Dovremo anche chiarire se fermare l'attività in queste regioni potrà bloccare la formazione delle cellule T Helper 2 e quindi lo sviluppo dell’asma allergico”.

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