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Covid 19

Cosa sappiamo sulla sottovariante BA.2.12.1 di Omicron, ancora più contagiosa

Negli Stati Uniti continuano a crescere i contagi della sottovariante BA.2.12.1, figlia di Omicron 2 (BA.2). Ecco cosa sappiamo su questo ceppo.
A cura di Andrea Centini
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L'attuale ondata della pandemia di COVID-19 è guidata dalla variante Omicron del coronavirus SARS-CoV-2, scoperta in Sudafrica alla fine del 2021 e diffusasi rapidamente nel resto del mondo. Questo ceppo del patogeno pandemico, noto per presentare un significativo numero di mutazioni sulla proteina S o Spike, si è imposto rapidamente a causa della maggiore trasmissibilità rispetto alle precedenti varianti dominanti (Delta e Alfa) e dell'elusività nei confronti degli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti da un'infezione naturale che quelli innescati dal vaccino anti Covid. La notevole circolazione di Omicron ha determinato la nascita di diverse sottovarianti figlie, tra le quali si è imposta rapidamente BA.2. Caratterizzata da 53 mutazioni rispetto al ceppo originale del virus (quello di Wuhan) di cui ben 29 sulla proteina S, anche la sottovariante BA.2 – soprannominata “invisibile” – ha generato a sua volta ulteriori lignaggi, tra i quali è finito nel mirino degli scienziati BA.2.12.1, responsabile di una nuova ondata di contagi negli USA. Ecco cosa sappiamo su questo ceppo.

Come specificato nell'ultimo rapporto “Monitoring Variant Proportions” dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, nella settimana compresa tra il 17 e il 23 aprile 2022 oltre il 99 percento delle infezioni Covid erano dovute alla variante Omicron; fra esse il 68,1 percento era ascrivibile a BA.2, mentre il 28,7 percento a BA.2.12.1. La settimana precedente l'incidenza della sottovariante era del 19,6 percento e in quella ancora prima del 14 percento circa; ciò indica che BA.2.12.1 sta prendendo rapidamente piede, diffondendosi a grande velocità tra la popolazione. Basti pensare che a New York, nel mese di febbraio, essa rappresentava appena lo 0,2 percento dei casi, come riportato da medicalnewstoday, ma è balzata fino al 58,1 percento dei campioni virali sequenziati il 23 aprile. La crescita è tale che si ritiene possa diventare la nuova variante dominante nelle prossime settimane. “BA.2 era nota per avere 53 mutazioni rispetto al virus originale, 29 delle quali erano nella proteina spike. Ciò ha portato a una maggiore capacità del virus di trasmettersi da persona a persona. Anche la sottovariante BA.2.12.1 ha questa maggiore capacità di replicarsi e trasmettersi da persona a persona e sembra destinata a diventare la variante dominante negli Stati Uniti nelle prossime settimane”, ha spiegato a MNT la dottoressa Angela Branche, ricercatrice presso l'Unità di trattamento e valutazione dei vaccini del Centro Medico dell'Università di Rochester.

Al momento, tuttavia, sono disponibili solo dati preliminari e non è ancora possibile sapere se BA.2.12.1 possa provocare una malattia più grave rispetto a Omicron o se sia ancora più efficace nell'eludere le difese immunitarie. Si ritiene comunque che possa avere una contagiosità tra il 20 e il 30 percento superiore a BA.2, che a sua volta era più trasmissibile di BA.1 e dei precedenti lignaggi del SARS-CoV-2. “Abbiamo appena iniziato a conoscere l'impatto di BA.2.12.1, sembra che possa avere un vantaggio di trasmissione di circa il 25 percento superiore rispetto alla sottovariante BA.2”, ha dichiarato durante una conferenza con la stampa la dottoressa Rochelle Walensky, direttrice dei CDC. La scienziata ha sottolineato che al momento si sta valutando l'efficacia del vaccino contro la nuova sottovariante, ma gli esperti ritengono che i vaccinati (in particolar modo chi ha ricevuto anche il booster / terza dose) continua a essere ben protetto contro la malattia grave, compresa quella provocata da BA.2.12.1. Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica che BA.2.12.1 sembra avere un “vantaggio di crescita” rispetto a BA.2, tuttavia i dati sono ancora limitati e al momento non ci sono prove che possa determinare manifestazioni cliniche differenti.

Gli esperti sono concordi nel non essere preoccupati dalla nuova sottovariante, ma a causa della sua notevole trasmissibilità ritengono che possa presto diventare la nuova dominante della pandemia. Nel frattempo si tengono d'occhio anche altri due ceppi figli di Omicron, BA.4 e BA.5, che in base allo studio “Omicron sub-lineages BA.4/BA.5 escape BA.1 infection elicited neutralizing immunity” condotto in Sudafrica – dove si stanno imponendo – presentano una notevole capacità di fuga immunitaria. Ciò suggerisce che possano infettare efficacemente anche chi ha già avuto la Covid o ha ricevuto il vaccino, che resta comunque fondamentale per proteggersi dalla forma grave della malattia.

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