Cosa sappiamo sul ceppo di Norovirus “Kawasaki” in Italia, Bassetti: “È la più contagiosa, ma non più invasiva”
In questi giorni nel Regno Unito si sta registrando un aumento insolito dei casi di infezioni da Norovirus, un gruppo di virus a filamento singolo di Rna, tra le principali cause di gastroenteriti non batteriche al mondo. In base a quanto riferisce l'Agenzia per la sicurezza sanitaria (UKHSA) la maggior parte delle infezioni, circa il 70%, è dovuta al ceppo "Kawasaki", un Norovirus isolato per la prima volta in Cina solo qualche anno fa, nel 2014.
Si tratta di un Norovirus del genogruppo 2 (GII) – il nome scientifico è GII.17 -, chiamato anche "Kawasaki" dal nome della città in Giappone dove tra il 2014 e il 2015 causò un'epidemia piuttosto significativa. Anche se il Norovirus è stato rilevato in passato anche in Italia, al momento non abbiamo notizie di un aumento dei casi di gastroenteriti nel Paese. Vi lasciamo qui un approfondimento su come si trasmette e quali sono i sintomi del Norovirus.
Tuttavia, anche di recente, in Italia si sono verificati diversi focolai di infezioni dovuti a Norovirus, come quello che nel 2023 interessò una scuola elementare di Castenaso, in provincia di Bologna, dove tra alunni e docenti, 170 persone finirono a letto, con vomito, nausea e febbre alta.
In altri casi, la presenza di Norovirus è stata segnalata nell'acqua pubblica di un determinato territorio. Senza andare troppo indietro nel tempo, qualche mese, lo scorso aprile, in alcune zone della Lombardia e del Trentino, dopo un anomalo aumento delle gastroenteriti tra residenti e turisti, è stata rivelata la presenza di tracce di Norovirus nell'acqua potabile e le autorità sono state costrette a vietare ai residenti di berla o usarla a scopi alimentari.
Fanpage.it ha contattato il Prof. Matteo Bassetti, direttore dell’unità di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, per capire quali sono i fattori che possono innescare un focolaio di Norovirus e perché nel Regno Unito nell'arco di poche settimane si sono registrate più del doppio delle infezioni riscontrate in media in questo periodo dell'anno: più di 2.600 casi rispetto a una media prevista che non va oltre le 1.100 segnalazioni.
Cosa può causare un nuovo focolaio di Norovirus?
Il Norovirus è in assoluto il più frequente microrganismo causa di gastroenteriti. Nello specifico, è il principale responsabile di quelle gastroenteriti che possiamo definire "di gruppo", ovvero quelle che possono colpire soprattutto luoghi di comunità, come una scuola, un ospedale o una caserma.
Perché si può verificare soprattutto in questi contesti di gruppo?
Si tratta di un virus molto contagioso con una diffusione gastroenterica molto facile. Questo perché è in grado di colonizzare anche le superfici e può essere trasmesso anche anche tramite contatto con aree contaminate (via orofecale), oltre che da persona a persona: ad esempio se una persona che ha contratto il virus usa un bagno comune, tracce del virus possono contaminare le superfici e basta toccarle senza poi igienizzare bene le mani per venire a sua volta contagiati.
Cosa ha di diverso la variante Kawasaki rispetto agli altri norovirus?
Ormai la variante Kawasaki è nota da diversi anni: la prima epidemia nel Regno Unito risale a dieci anni fa. Sicuramente si tratta del ceppo in assoluto più contagioso dei norovirus oggi esistenti: ha una contagiosità quasi dieci volte superiore rispetto al Norovirus comune.
Più contagioso significa anche più pericoloso?
Ovviamente più un virus è contagioso più è facile che si verifichino delle infezioni. Però è importante dire che per fortuna questo virus non causa quadri complicati, ma, al massimo, un elevato numero di persone contagiate che sviluppano i sintomi tipici, ovvero mal di pancia e diarrea, che si risolvono in genere nell'arco di due o tre giorni. A fronte di numeri così elevati, come quelli causati ora dal Norovirus Kawasaki nel Regno Unito, si può verificare anche qualche caso più severo con un rischio maggiore di complicanze. Il virus è altamente contagioso ma poco invasivo.
Chi è più a rischio?
Il rischio maggiore, quello della disidratazione, riguarda per lo più i bambini, perché rispetto agli adulti hanno meno capacità di comunicare il fatto di essere disidrati.
Quello che è accaduto in provincia di Brescia o in provincia di Trento può riverificarsi?
Dato che il Norovirus viene eliminato dal corpo attraverso le feci, se in una determinata località ci sono tante persone contagiate, la presenza del virus nelle acque reflue aumenta in modo sensibile e quindi anche il rischio di focolai. Per questo è tipico di ambienti in cui ci sono gruppi di persone come scuole o luoghi di comunità.
Anche se verificheranno nuovi focolai in Italia, difficilmente rappresenteranno un problema di salute pubblica, ma rimarrà circoscritto al luogo in cui si è creato il focolaio.
Cosa possiamo fare per tutelarci?
Dato che, oltre al consumo di alimenti o acqua contaminata, il virus si trasmette molto facilmente e attraverso diverse vie di trasmissione, è importante adottare le misure di prevenzione e di igiene, soprattutto in presenza di un focolaio.
Per prima cosa è fondamentale lavarsi le mani con acqua e sapone quando si frequentano luoghi che potrebbero essere contaminati. I gel disinfettanti che abbiamo usato durante la pandemia infatti potrebbero non essere efficaci contro questo tipo di virus. Allo stesso tempo è importante igienizzare le superfici e i servizi igienici. Inoltre per proteggersi dall'aerosol del virus, è importante tirare sempre lo sciacquone con il water chiuso per impedire che il virus si diffonda nell'aria circostante.