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Covid 19

Cosa sappiamo su “Centaurus”, la sottovariante di Omicron super mutata che cresce in alcuni Paesi

Nell’ultimo bollettino sulla pandemia l’OMS ha affermato che la sottovariante BA.2.75 di Omicron (soprannominata Centaurus) è in crescita in alcuni Paesi.
A cura di Andrea Centini
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Particelle virali del coronavirus SARS-CoV-2 su cellule umane. Credit: NIAID
Particelle virali del coronavirus SARS-CoV-2 su cellule umane. Credit: NIAID
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Rilevata in India per la prima volta a maggio di quest'anno, la sottovariante BA.2.75 di Omicron 2 soprannominata “Centaurus” è balzata agli onori della cronaca internazionale tra la fine di giugno e l'inizio di luglio, quando uscirono i primi studi sul suo peculiare e ricco profilo di mutazioni (oltre 80). Alcune di esse posizionate sulla proteina S o Spike, ovvero il “gancio” biologico usato dal coronavirus SARS-CoV-2 per legarsi alle cellule e invaderle, hanno infatti suggerito una significativa contagiosità ed elusività verso gli anticorpi neutralizzanti, sia quelli indotti dal vaccino anti Covid che quelli prodotti da una precedente infezione naturale. All'epoca si riteneva che avrebbe potuto diventare rapidamente il sotto-lignaggio dominante proprio alla luce delle sue caratteristiche, tuttavia, al giorno d'oggi, in base all'ultimo bollettino sulla pandemia di COVID-19 rilasciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è ben lungi da questo traguardo, considerando che a livello globale rappresenta "solo" l'1,2 percento dei casi, pur essendo in crescita in alcuni Paesi.

Tecnicamente l'OMS definisce BA.2.75 una “Sottovariante Omicron sotto monitoraggio”, una categoria di tracciamento introdotta per via dell'eccezionale diversità del SARS-CoV-2, che continua a evolversi replicandosi negli ospiti. Questi peculiari sotto-lignaggi di una Variante di Preoccupazione (VOC, come lo è Omicron) sono utili per segnalare alle autorità sanitarie pubbliche quali sono i ceppi che “possono richiedere un'attenzione e un monitoraggio prioritari”, scrive l'OMS nel suo comunicato. In parole molto semplici, a causa delle peculiari mutazioni queste sottovarianti potrebbero rappresentare una ulteriore minaccia alla salute pubblica, per questo devono essere tenute sotto stretta osservazione dal punto di vista dell'incidenza e della distribuzione geografica.

Centaurus già a luglio era stata identificata in diversi Paesi e si riteneva che a causa del suo profilo genetico avrebbe potuto innescare un rapido exploit, ma come indicato al momento non c'è stato. L'OMS specifica che attualmente la sottovariante dominante di Omicron è BA.5 passata dall'84,8 percento all'86,8 percento tra la settimana 33 del 2022 (dal 15 al 21 agosto) alla settimana 34 (dal 22 al 28 agosto), mentre l'analoga BA.4 è calata dal 6,8 percento al 4,2 percento nello stesso arco temporale. La suddetta Centaurus è invece passata dallo 0,9 percento all'1,2 percento nello stesso arco temporale. È un piccolo incremento generale, ma con una crescita rilevata in alcuni Paesi, specifica l'OMS. I dati sono stati ottenuti dall'analisi di 118.028 sequenze del SARS-CoV-2 caricate sulla banca dati GISAID.

Tra le oltre 80 mutazioni che rendono la sottovariante Centaurus un'osservata speciale ve ne sono diverse, ma due in particolare sono considerate degne di interesse. Le sostituzioni G446S ed R493Q sulla proteina Spike le conferirebbero infatti la capacità di eludere gli anticorpi neutralizzanti, catalizzando il rischio di reinfezione in aveva già avuto una precedente infezione naturale e il rischio di infezione rivoluzionaria nei vaccinati (che restano comunque generalmente protetti dalla COVID-19 grave, in particolar modo sottoponendosi ai richiami / booster raccomandati). Tra le altre mutazioni degne di nota di Centaurus l'OMS cita anche K147E, W152R, F157L, I210V, G257S, D339H ed N460K. Tutte in qualche modo agevolerebbero una maggiore contagiosità e l'elusività del sottolignaggio, che sin dal suo esordio è stato attenzionato dagli esperti.

“Questo lignaggio potrebbe richiedere un'attenzione urgente poiché la maggior parte delle mutazioni sono uniche e ha anche cambiato molto il suo carattere fisico-chimico”, aveva dichiarato il professor Lipi Thukral del Council of Scientific and Industrial Research-Institute of Genomics and Integrative Biology (CSIR-IGIB), mentre il professor Shay Fleishon del Central Virology Laboratory presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer aveva osservato che l'aumento dei casi osservato tra giugno e luglio era a un livello “che non si era mai visto con altre varianti di seconda generazione derivate da altre varianti di preoccupazione”. Al momento, fortunatamente, BA.2.75 non ha avuto il boom che si temeva, ma resta comunque nel mirino degli esperti.

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