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Covid 19

Cosa sappiamo di Novavax, il nuovo vaccino a base di proteine ricombinanti

È il quinto siero ad essere autorizzato per l’uso nell’Unione Europea. Efficacia ed effetti collaterali della nuova formulazione.
A cura di Valeria Aiello
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Via libera dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) al vaccino anti Covid di Novavax, il quinto ad essere raccomandato per l’uso condizionato nell’Unione europea. Chiamato Nuvaxovid, potrebbe aiutare a conquistare gli indecisi perché utilizza una tecnologia più convenzionale, impiegata in altri vaccini già in uso e simile a quella utilizzata contro l’epatite B e la pertosse. Si tratta di un vaccino a “subunità proteiche” che contiene frammenti purificati dell’agente patogeno che poi innescano la risposta immunitaria. Il vaccino viene somministrato in due dosi a distanza di tre settimane e non ha bisogno di essere conservato a temperature ultra basse.

Come funziona il vaccino di Novavax

Il vaccino di Novavax utilizza una strategia diversa da quella dei vaccini di Pfizer e Moderna, a base di Rna messaggero (mRNA), e da quella dei vaccini di Astrazeneca e Johnson&Johnson, che sfruttano invece un adenovirus come vettore virale. Insieme ai vaccini già autorizzati, potrà ora sostenere le campagne di vaccinazione in una fase cruciale della pandemia.

Il vaccino contiene subunità di una proteina che si trova sulla superficie di SARS-CoV-2, la proteina Spike, che è stata prodotta in laboratorio. Contiene anche un adiuvante, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposte immunitaria al vaccino. Quando una persona riceve il vaccino, il suo sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa.

Se, in seguito, la persona vaccinata entra in contatto con il virus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere dalla malattia, lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule del corpo e distruggere le cellule infette.

Efficace al 90% contro la malattia

I risultati degli studi clinici pubblicati a giugno hanno mostrato che il vaccino di Novavax ha un’efficacia del 90,4% nel proteggere dalla malattia e del 100% nel proteggere dagli esiti moderati e gravi di Covid. I test hanno coinvolto oltre 45mila persone in due studi: il primo in Messico e negli Stati Uniti, dove è stata è stata riscontrata una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid a sette giorni dalla seconda dose. Nel secondo studio, condotto nel Regno Unito, il vaccino ha mostrato una riduzione simile nel numero di casi sintomatici nei vaccinati con Nuvaxovid, con un’efficacia dell’89,7% rispetto al gruppo placebo.

Presi insieme, i due studi indicano un’efficacia del vaccino Nuvaxovid del 90% nei confronti dei ceppi virali più comuni in circolazione. tra cui alcune varianti di preoccupazione, come Alfa e Beta. Novavax ha affermato che sta “valutando il suo vaccino contro la variante Omicron” e lavorando su una versione specifica contro la nuova variante.

Effetti collaterali di Novavax

Gli effetti collaterali osservati con Nuvaxovid negli studi clinici sono stati generalmente lievi o moderati, e si sono risolti in un paio di giorni dalla vaccinazione. I più comuni sono stati dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari, nausea e vomito. I dettagli degli studi clinici presentati dall’azienda nella domanda di autorizzazione all’immissione in commercio sono pubblicati sul sito web dei dati clinici dell’Agenzia e nel riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP).

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