Cosa sappiamo dell’uomo che è stato contagiato dal virus dell’influenza aviaria nel Regno Unito
Un caso di influenza aviaria è stato segnalato nel Regno Unito, dove l’Agenzia per la sicurezza sanitaria (UKHSA) ha reso noto che un uomo che vive nel Sud-Ovest dell’Inghilterra è stato infettato dal virus H5N1. La persona, spiega l’Agenzia, ha avuto “contatti regolari con un gran numero di uccelli infetti”, che ha tenuto dentro e intorno alla sua casa per un periodo di tempo prolungato.
Il caso è stato rilevato dopo che l’Agenzia per la salute degli animali e delle piante (APHA) ha identificato un focolaio di influenza aviaria in uno stormo di uccelli, attraverso il monitoraggio di routine che viene condotto su chiunque abbia contatti con uccelli infetti. Le condizioni dell’uomo, attualmente in autoisolamento, non desterebbero particolare preoccupazione, mentre gli uccelli infetti sono stati tutti abbattuti. I contatti di questa persona sono stati tracciati e non ci sarebbero prove di una successiva diffusione dell’infezione agli altri.
Per il Regno Unito si tratta del primo caso di influenza aviaria nell’uomo legato a questo particolare ceppo, secondo quanto affermato dal virologo e responsabile dell’APHA, Ian Brown. In precedenza, ci sono stati altri casi di infezione negli umani da virus H5N1 in altre parti del mondo, ma si tratta eventi estremamente rari, con meno di 1.000 casi segnali a livello globale dal 2003. Il Paese ha recentemente registrato un gran numero di focolai e infezioni da virus H5N1 nei volatili del Paese, ma la trasmissione dagli uccelli all’uomo è molto rara e in genere richiede un contatto stretto con un animale infetto. Anche la trasmissione da uomo a uomo è molto rara, pertanto le autorità sanitarie affermano che il rischio per le persone è molto basso.
“Sebbene il rischio di influenza aviaria per le persone sia generalmente molto basso, sappiamo che alcuni ceppi virali hanno il potenziale per diffondersi agli esseri umani ed è per questo che abbiamo implementato robusti sistemi per rilevarli precocemente ed agire – ha affermato la professoressa Isabel Oliver, chief Scientific Officer presso UKHSA in un comunicato – . Attualmente non ci sono prove che questo ceppo rilevato nel Regno Unito possa diffondersi da persona a persona, ma sappiamo che i virus si evolvono continuamente e continuiamo a monitorare da vicino la situazione”.
Altri esperti sono d’accordo con questa posizione, concordando sul fatto che si tratta di un evento estremamente raro che necessita di una risposta appropriata, ma equilibrata. “La trasmissione da uomo a uomo dei virus dell'influenza aviaria H5N1 è estremamente rara e non c’è nulla nella composizione genetica del più recente ceppo di influenza aviaria H5N1 riportato nel Regno Unito che suggerisca che questo virus sia in grado di una trasmissione da uomo a uomo efficiente ed efficace” ha spiegato Holly Shelton, capo del team di ricerca sui virus dell’influenza presso il Pirbright Institute di Woking, in Inghilterra.
“Gli uccelli e gli esseri umani – ha aggiunto la ricercatrice – sono molto diversi e i virus dell’influenza aviaria devono adattarsi e cambiare affinché possano essere trasmessi agli esseri umani. Le proteine con cui il virus interagisce all’interno delle cellule infette sono diverse negli esseri umani e negli uccelli e, di conseguenza, i virus aviari hanno difficoltà a replicarsi negli esseri umani”.