Cosa fare in caso di malore e qual è la differenza tra primo soccorso e pronto soccorso
A chiunque può capitare di essere colto da un malore o di trovarsi innanzi a una situazione imprevista, anche drammatica, nella quale qualcuno si sente male improvvisamente. Nel caso in cui fossimo noi le vittime del malore e siamo coscienti, naturalmente, la prima cosa da fare è restare calmi il più possibile, mettersi comodi e cercare aiuto, facendosi supportare da chi è nelle vicinanze anche nel contattare il più rapidamente possibile l'assistenza sanitaria. Quando non siamo noi ad avere un malore e dobbiamo assistere qualcuno, ci sono dei comportamenti da tenere e da evitare che possono fare la differenza tra la vita e la morte di chi abbiamo innanzi. È però evidente che non possiamo sostituirci a medici, paramedici e infermieri, professionisti che chiaramente hanno le competenze per gestire un'emergenza; in questo concetto c'è la differenza fondamentale tra pronto soccorso e primo soccorso, due termini con i quali si fa spesso confusione.
La differenza tra primo soccorso e pronto soccorso
Se infatti il pronto soccorso è l'intervento del personale medico specializzato, con tutto ciò che ne consegue in termini di formazione, tecniche e attrezzature impiegate, il primo soccorso può essere fatto da chiunque in caso di emergenza. È chiaro che servono delle nozioni di base per evitare comportamenti pericolosi e controproducenti; non a caso chi si occupa di primo soccorso in aziende e altri ambienti è in genere personale opportunamente formato (i corsi possono essere seguiti da chiunque). Ma come specificato tutti possiamo trovarci innanzi a una situazione emergenziale, in cui dobbiamo intervenire per preservare la vita di chi è colto da malore (non fare nulla prefigura il reato di omissione di soccorso). Ecco cosa possiamo fare nel caso in cui ci troviamo con qualcuno colpito da un malore.
Cosa fare in caso di malore: il primo soccorso
Come spiegato dalla Croce Verde di Sempione, il primo soccorso “comprende tutti gli interventi del personale non medico che possono essere svolti in attesa dell’arrivo dei soccorsi”, un insieme di “piccoli accorgimenti che possono contribuire a salvare una vita”. La Croce Rossa Americana sottolinea innanzitutto che la prima cosa da fare è “non arrecare altri danni”. Potrebbe sembrare un consiglio scontato, ma chi è colto dall'agitazione e dalla concitazione del momento potrebbe provocare ulteriori danni alla vittima senza volerlo, soprattutto se non sa assolutamente cosa fare. Nel manuale “Primo Soccorso: Conoscere, Pensare, Agire” scritto dal dottor Stefano Panci, Medico Chirurgo e Odontoiatra che si occupa anche di formazione di primo soccorso, “essere in grado di prestare soccorso significa acquisire un atteggiamento mentale capace di metterci nelle condizioni di fronteggiare efficacemente queste situazioni”, proprio perché lasciarsi prendere dal panico può persino peggiorare le cose. “Ogni nostra azione può essere importante. Alcuni avranno il sangue freddo di agire e, a volte, riusciranno a salvare una vita. Altri invece saranno solo in grado di allertare i soccorsi (SUEM 118)”, ovvero il Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica. Ma anche la semplice chiamata al 118 può fare la differenza tra la vita e la morte di qualcuno. Avere nozioni di primo soccorso significa sapere intervenire nel modo corretto senza lasciarsi travolgere dalle emozioni, che possono essere molto forti e "paralizzanti", soprattutto se la persona coinvolta è un famigliare o conoscente e la situazione appare drammatica.
La valutazione dell'ambiente
Quando qualcuno viene colto da un malore va valutata velocemente la situazione ambientale; è chiaro che non è la stessa situazione del primo soccorso a seguito di un incidente stradale o un incendio, dove molteplici fattori possono mettere in pericolo anche chi interviene (il serbatoio può esplodere, il monossido di carbonio può uccidere, etc etc), ma si può avere un malore anche in presenza di esalazioni tossiche, giusto per fare un esempio. Naturalmente se una persona si accascia davanti ai nostri occhi è possibile che sia stata colpita da una “semplice” sincope (svenimento) – che può avere una miriade di fattori scatenanti – oppure da un ictus o un infarto del miocardio. In generale, nei malori "l’ambiente è meno significativo mentre la persona lamenta importanti dolori o difficoltà a respirare, così come potrebbe avere difficoltà nel movimento o nella parola", spiega il dottor Panci.
Primo soccorso, i passaggi di base
Il piano d'azione di base australiano di primo soccorso si basa su sette passaggi (indicati dall'acronimo DRSABCD) dei quali il primo, identificato dalla lettera D, si riferisce proprio al potenziale pericolo (Danger) che si può correre assistendo una persona vittima di un incidente o un malore. Il secondo passaggio, lettera R, è la Risposta, cioè la valutazione delle reazioni / funzioni vitali della persona vittima di malore o incidente. “È cosciente? È in grado di rispondere e collaborare? Respira?”. Anche la Croce Rossa Americana indica di sincerarsi immediatamente dell'eventuale stato di incoscienza e potenziali problemi respiratori. Fatto questo si deve subito chiamare il servizio di emergenza sanitaria (118) – lettera S – che arriverà nel più breve tempo possibile per fornire le cure specialistiche del caso. In queste circostanze bisogna anche tenere presente il principio di autoprotezione, dato che la persona che si sente male potrebbe essere infetta; entrando in contatto con fluidi biologici / respiro potremmo essere contagiati, pertanto si consiglia sempre di avere in auto guanti, mascherine, garze e simili, ma è chiaro che questo rischio è legato soprattutto ai casi di incidente (con sanguinamento arterioso, gravi ferite) e non a quelli di un malore.
In attesa dell'arrivo dei soccorsi si può iniziare a intervenire con il vero e proprio primo soccorso. L'operatore di norma resta al telefono con chi chiama per indicare le procedure da seguire e supportare al meglio la persona colpita da malore. Valutare la respirazione ed eventualmente liberare le vie aeree – lettera A e B – è un passaggio iniziale fondamentale. "Nel caso in cui qualcuno non reagisca, apri la bocca e inclina leggermente la testa all'indietro se la bocca è libera. In caso contrario, posizionalo su un fianco e pulisci il contenuto della bocca prima di procedere al passaggio successivo", spiega B.L.S. First Aid Training.
Le posizioni della vittima di malore o incidente
Se la persona è cosciente va rassicurata e mantenuta calma fornendo supporto psicologico, evitando commenti sulle sue condizioni apparenti (questo anche se sembra incosciente). Potrebbe infatti essere molto spaventata e avere un profondo stato di ansia. La stimolazione con domande e simili è importante anche per mantenere la vittima vigile e cosciente. La persona va anche mantenuta nella posizione che ritiene più comoda (la cosiddetta posizione antalgica), mentre chi è stato colpito da traumi va mantenuto il più immobile possibile. “Anche muovere l’infortunato, per fargli assumere una determinata posizione deve essere guidato dal buon senso e da precise indicazioni”, spiega il dottor Panci nel suo manuale. Queste sono legate al rischio di soffocamento, che richiede la “posizione laterale di sicurezza”; a importanti difficoltà respiratorie, che “richiedono la posizione semiseduta”; e lo stato di shock, “che richiede la posizione anti-shock”, cioè quella con le gambe sollevate, per favorire la circolazione sanguigna verso gli organi interni. Se la persona vomita ed è incosciente e sdraiata, la Croce Rossa americana raccomanda di “posizionarla su un fianco in modo da poterle liberare la bocca”. Ricordiamo che anche la base della lingua può ostruire le vie aree in una persona incosciente. In questa fase è importante anche il mantenimento della temperatura corporea, quindi va evitato che la persona colpita da malore prenda freddo o sia esposta al caldo eccessivo (come potrebbe accadere con un malore per un colpo di calore in piena estate, sotto il solleone).
A questo punto la Croce Rossa americana sottolinea che, se la persona è cosciente, bisogna chiederle se soffre di patologie o se assume dei farmaci. Nel primo soccorso non vanno somministrati né acqua, né cibo, né farmaci, appunto, ma un'indicazione in tal senso può arrivare dalla centrale operativa oppure dalla vittima stessa, se li assume e ne ha bisogno in quel momento. Un caso tipico, ad esempio, potrebbe essere quello di una persona allergica punta da un insetto, che non è riuscita a iniettarsi il farmaco prima di cadere in stato di semi-incoscienza o incoscienza. È fondamentale non lasciare da sola la persona colpita da malore fino all'arrivo dei soccorsi. Anche troppi “curiosi” attorno alla vittima possono essere un serio problema, in grado di aumentare rischi e agitazione; ecco perché la Croce Verde sottolinea che tra le cose che si possono fare vi è “l’allontanamento di altre persone eventualmente presenti sul posto, di modo che non arrechino fastidio all’infortunato e non siano d’intralcio all’arrivo dei soccorritori”. Le persone con una formazione di primo soccorso (certificata) potrebbero intervenire con la rianimazione cardiopolmonare, la respirazione bocca a bocca, uso del defibrillatore e altre misure, che chiaramente non possono essere improvvisate da chiunque.
Ricordiamo che non intervenire in alcun modo in presenza di una vittima di un malore o un incidente configura il reato di omissione di soccorso, che è aggravato dal fatto se il mancato soccorso determina un peggioramento o la morte della vittima, come indicato dal dottor Panci. Sottolineiamo che le indicazioni di massima qui riportare provengono da enti sanitari ed esperti di primo soccorso, tuttavia non sostituiscono in alcun modo le nozioni che vengono apprese in un corso ad hoc. Quando non si sa cosa fare è fondamentale richiedere in prima istanza l'intervento dei soccorsi, chiamando il 118 o il 112, che è il numero unico europeo per le emergenze.