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Cosa fa più male alla salute, un nuovo studio punta il dito contro prodotti che usiamo tutti i giorni

Sono articoli per la cura e l’igiene personale, ma anche dispositivi elettronici, prodotti tessili e imbottiture, che contengono composti dannosi, in particolare per la salute del cervello.
A cura di Valeria Aiello
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Quando si parla di cosa fa più male alla salute, spesso si tende a pensare a certi cibi, all’abuso di alcol o sostanze, oppure alla vita sedentaria, allo stress e tutto ciò che può avere ripercussioni sul benessere psicofisico. Meno spesso si pensa a prodotti che usiamo tutti i giorni, come quelli per la cura e l’igiene personale, ma anche a una vasta gamma di articoli, dalle apparecchiature elettroniche fino ai tessuti di tende o divani, finiti al centro di un nuovo studio su Nature Neuroscience, che ha valutato i loro rischi sulla salute, in particolar modo per quella del cervello.

Dall’indagine, condotta da un team di ricerca della Case Western Univerisity di Cleveland, nell’Ohio, è infatti emerso che almeno due classi di composti presenti in tanti prodotti di uso comune potrebbero essere collegati allo sviluppo di malattie come la sclerosi multipla e i disturbi dello spettro autistico. “I problemi neurologicispiegano gli studiosi – colpiscono milioni di persone nel mondo, ma solo una frazione dei casi può essere attribuita alla genetica, indicando che fattori ambientali non ancora noti possono contribuire in modo importante allo sviluppo di malattie neurologiche”.

Quali sono i prodotti di uso comune che fanno male al cervello

Alcuni prodotti di uso comune, come disinfettanti, articoli per la cura dei capelli e l’igiene personale, ma anche un’ampia varietà di oggetti, dalle apparecchiature e dispositivi elettronici fino alle imbottiture di divani e materassi, ai tappeti e alle tende, rilasciano sostanze chimiche che possono compromettere la salute del cervello e contribuire in modo importante allo sviluppo di malattie neurologiche.

Nello specifico, almeno due classi di composti, i ritardanti di fiamma organofosfati, che vengono aggiunti a plastiche, articoli tessili e apparecchiature elettroniche per ridurne l’infiammabilità, e i composti dell’ammonio quaternario, spesso presenti in disinfettanti e detergenti per le loro proprietà igienizzanti, interrompono lo sviluppo di specifiche cellule del cervello, chiamate oligodendrociti, delle cellule specializzate nella produzione della mielina, la guaina che protegge e isola le fibre nervose, la cui perdita è una delle principali cause di sclerosi multipla e altre malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale.

I composti quaternari dell’ammonio e i ritardanti di fiamma danneggiano gli oligodendrociti attraverso meccanismi distinti: i primi provocano la morte degli oligodendrociti, mentre i ritardanti di fiamma organofosfati ne impediscono la maturazione, come dimostrato dai ricercatori in sistemi cellulari e organoidi in laboratorio, oltre che in cervelli in via di sviluppo nei topi.

Comprendere gli effetti dell’esposizione umana a queste sostanze chimiche può fornire una spiegazione aggiuntiva all’insorgenza di alcune malattie neurologiche – precisa la dottoressa Erin Cohn del programma di formazione per scienziati medici della School of Medicine della Case Western Univerisity e autrice principale dello studio – . Il nostro lavoro identifica le vulnerabilità tossicologiche per lo sviluppo degli oligodendrociti ed evidenzia la necessità di un esame più approfondito degli impatti di questi composti”.

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