Cosa dice lo studio su dieta ricca di carne rossa e salute del cervello: quanto aumenta il rischio di demenza
Probabilmente tutti sappiamo che le diete ricche di carne rossa sono un fattore di rischio per la salute del cuore e possono favorire l’insorgenza di diabete di tipo 2: meno noto è invece l’impatto del consumo di carni rosse, in particolare quelle lavorate, come salsiccia, salame e mortadella, sulla salute del cervello, nonostante diverse ricerche abbiano rilevato un aumento della probabilità di sviluppare demenza e Alzheimer. Consumare due o più porzioni di carne rossa alla settimana (circa 85 grammi a porzione) può infatti aumentare il rischio di declino cognitivo, suggerendo che il rapido aumento di casi di demenza che si sta verificando, anche nei giovani, sia strettamente correlato alle crescenti abitudini alimentari non corrette.
Il nuovo studio su dieta ricca di carne e salute del cervello
A riportare l’attenzione sul consumo di carne rossa e il suo impatto sulla salute del cervello sono i risultati di un nuovo ampio studio appena pubblicato su Neurology, che ha valutato le abitudini alimentari di circa 133.000 persone per oltre 40 anni, raccogliendo informazioni su casi e sintomi di demenza, come problemi di memoria e difficoltà di pensiero, anche prima che qualsiasi forma di declino cognitivo fosse accertata dai test standard.
Mangiare carne rossa lavorata aumenta il rischio di demenza
Nel periodo di studio, più di 11.173 persone hanno ricevuto una diagnosi di demenza e, in percentuale maggiore, i casi sono stati più frequenti tra coloro che mangiavano più porzioni di carne rossa lavorata alla settimana. Nello specifico, dopo aver tenuto conto dei fattori demografici e altri fattori di rischio cognitivo, i ricercatori hanno rilevato che:
- Mangiare due o più porzioni di carne rossa lavorata alla settimana aumenta del 13% il rischio di demenza e del 14% la probabilità di sintomi di declino cognitivo (perdita di memoria e difficoltà di pensiero) rispetto a chi ne mangia meno di tre porzioni al mese
- Ogni porzione di carne rossa lavorata in più al giorno è associato a un invecchiamento cerebrale di 1,61 anni più veloce in termini di capacità cognitive e di 1,69 anni nella memoria verbale
- Mangiare una o più porzioni di carne rossa non lavorata al giorno aumenta del 16% il rischio di sintomi di declino cognitivo rispetto a chi ne consuma meno di quattro alla settimana
- Sostituire una porzione giornaliera di carne rossa lavorata con una di noci e legumi riduce del 19% il rischio di demenza. La stessa sostituzione con il pesce è associata a un rischio di demenza inferiore del 28%.
Secondo i risultati della ricerca, anche sostituire una porzione di carne rossa lavorata con una di pollo è associato a una riduzione del 16% il rischio di demenza, probabilmente per il più basso contenuto delle carni bianche di grassi saturi, i quali aumentano la probabilità di malattie cardiache e diabete di tipo 2, ovvero di condizioni legate a una cattiva salute del cervello, come evidenziato dagli studiosi.
“Ridurre la quantità di carne rossa che una persona mangia e sostituirla con altre fonti di proteine e opzioni a base vegetale potrebbe una raccomandazione da includere nelle linee guida dietetiche per promuovere la salute cognitiva – hanno affermato gli autori dello studio – . Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche che permettano di perfezionare i nostri risultati, la sostituzione della carne rossa lavorata co alternative più sane, come noci, pesce e pollame, può ridurre il rischio di demenza una persona”.