Cosa dice lo studio che collega l’invecchiamento accelerato all’aumento dei tumori nei giovani
Nuovi indizi sulle cause del preoccupante aumento dei tumori nei giovani arrivano da un nuovo studio della Washington University di St. Louis, presentato al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research (AACR): secondo la ricerca, che ha valutato l’età biologica di quasi 150mila persone, le generazioni più giovani sembrano invecchiare più velocemente del normale, con un potenziale impatto sull’insorgenza dei tumori a esordio precoce – quelli diagnosticati sotto i 50 anni.
I risultati dello studio, non ancora pubblicati su una rivista scientifica sottoposta a revisione paritaria, suggeriscono che l’aumento dell’età biologica – che rispetto all’età anagrafica può essere influenzata da fattori come dieta, attività fisica, stress e ambiente – sia associato a una maggiore incidenza di tumori nelle persone sotto i 50 anni, offrendo una nuova prospettiva su ciò che starebbe determinando l’incremento dei casi di cancro nei giovani.
L’aumento dei tumori nei giovani e l’invecchiamento accelerato
L’aumento dei casi di tumore nei giovani è un’evidenza sempre più solida, documentata da diversi studi. Quello più recentemente pubblicato dall’American Cancer Society (ACS) evidenzia come, nelle persone sotto i 50 anni di età, le diagnosi di tumori della cervice uterina e del colon-retto siano abbiano fatto registrare un aumento dell’1%-2% annuo negli Stati Uniti, mentre un altro recente studio ha riportato che l’incidenza di 29 tumori a esordio precoce è aumentata di circa il 79% a livello globale negli ultimi tre decenni, con un incremento anche dei decessi di circa il 28% nello stesso periodo.
La causa di questo aumento non ha ancora una spiegazione definitiva, ma molti esperti ritengono che possa riflettere una combinazione di fattori individuali, quali cambiamenti nell’alimentazione e negli stili di vita, e fattori ambientali, come la maggiore esposizione all’inquinamento di aria, terra e acqua. Ora, un nuovo studio suggerisce che l’accelerazione dell’invecchiamento che si osserva nelle generazioni più giovani possa aumentare il rischio di sviluppare un tumore.
Nello specifico, il team di ricerca guidato da Ruiyi Tian del laboratorio della professoressa Yin Cao della Washington University School of Medicine di St. Louis ha esaminato i dati sanitari di 148.724 persone contenuti nel database dell’UK Biobank, rilevando che i nati a partire dal 1965 hanno una probabilità del 17% maggiore di invecchiamento accelerato rispetto ai nati tra i 1950 e il 1954.
Tale aumento dell’età biologica, valutato sulla base di nove biomarcatori presenti nel sangue – albumina, fosfatasi alcalina, creatinina, proteina C-reattiva, glucosio, volume corpuscolare medio, ampiezza di distribuzione dei globuli rossi, conta dei globuli bianchi e proporzione dei linfociti – è stato quindi esaminato in relazione al rischio di tumori ad esordio precoce, mostrando che “ogni aumento della deviazione standard nell’invecchiamento accelerato era associato a un aumento del rischio del 42% di cancro polmonare a esordio precoce, a un aumento del rischio del 22% di cancro gastrointestinale a esordio precoce e a un aumento del rischio del 36% di cancro uterino a esordio precoce” hanno spiegato i ricercatori in una nota.
Sebbene lo studio fosse limitato a persone residenti nel Regno Unito, il che potrebbe ridurre la generalizzabilità dei risultati, fornisce “una nuova prospettiva sull’eziologia condivisa dei tumori a esordio precoce – ha affermato la dottoressa Tian – . Se convalidati, i nostri risultati suggeriscono che gli interventi per rallentare l’invecchiamento biologico potranno essere una nuova strada per la prevenzione del cancro, e gli sforzi di screening nei soggetti più giovani con segni di invecchiamento accelerato essere di aiuto nell’individuare precocemente i tumori”.