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Cosa devi fare se vedi un nido di tartaruga marina sulla spiaggia

In Italia le nidificazioni di tartaruga marina comune (Caretta caretta) sono sempre più frequenti, pertanto è possibile imbattersi nei nidi o addirittura nella deposizione delle uova sulle spiagge. Ecco come riconoscere un nido e come comportarsi in caso di avvistamento.
A cura di Andrea Centini
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Un nido di tartaruga marina scoperto a Capoportiere nel 2023. Credit: TartaLazio / ParchiLazio
Un nido di tartaruga marina scoperto a Capoportiere nel 2023. Credit: TartaLazio / ParchiLazio

Il 2023 è stato un anno record per la nidificazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, con oltre 450 nidi registrati nell'arco dell'intera stagione riproduttiva fino a ottobre, come indicato da Tartapedia. Già ad agosto, quando la conta arrivava a circa 300 nidi, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) aveva affermato che stavamo attraversando un'annata davvero eccezionale, con il numero più alto di nidificazioni mai registrato sulle spiagge dello Stivale. Per rendersi conto di quanto è stato prolifico il 2023, basti sapere che complessivamente le nidificazioni sono state oltre il triplo di quelle dell'anno precedente.

Per il 2024 si prevedono numeri non troppo dissimili, un dato rassicurante, considerando che  Caretta caretta, unica specie che depone le uova nel Bel Paese, è classificata come vulnerabile (codice VU) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Questa bella storia ha comunque un lato scuro da non sottovalutare; ad aumentare le nidificazioni della tartaruga comune in Italia, come specificato anche dall'ISPRA, è il cambiamento climatico, che sfocia in temperature più elevate gradite a questi rettili marini. Ma il riscaldamento globale non è solo “amico” di queste magnifiche creature; il sesso delle tartarughe marine è infatti determinato dalla temperatura dei nidi, pertanto in alcune aree del mondo stanno nascendo solo femmine. Senza maschi, chiaramente, le specie colpite sono destinate a estinguersi.

Al di là delle questioni legate alla crisi climatica, al momento possiamo solo che essere felici di questo "inatteso" exploit di nidi di tartarughe marine sulle nostre spiagge, un evento che richiede comportamenti adeguati e sensibilità ambientale a tutela dei meravigliosi rettili marini, rigidamente protetti dalla legge. Sul territorio nazionale sono presenti numerose associazioni – come Tartalazio nel Lazio – che intervengono attivamente per ricercare, proteggere e monitorare i nidi di tartaruga marina fino alla schiusa delle uova. Il fatto che la deposizione avvenga spesso in luoghi frequentatissimi durante l'estate rappresenta un pericolo non indifferente per lo sviluppo dei piccoli; dal semplice calpestio all'affondo degli ombrelloni, passando per la presenza di predatori (come i cani) fino alle operazioni di pulizia delle spiagge, il rischio di perdere intere nidiate è significativo. Per questo i nidi, una volta identificati, vengono delimitati con aree transennate e monitorati con sensori, telecamere e personale volontario delle associazioni, al fine di proteggere i tartarughini fino alla schiusa e al primo viaggio verso il mare. Per favorirlo in alcuni casi vengono anche costruiti dei veri corridoi protetti fino alla riva.

Non sempre è facile determinare la posizione esatta dei nidi, tuttavia le tracce lasciate sulla sabbia dalle madri durante l'approdo sulla spiaggia e le procedure di deposizione delle uova sono piuttosto chiare e caratteristiche dell'evento riproduttivo. In genere la deposizione avviene di notte sulle stesse spiagge (o su quelle limitrofe) in cui le femmine adulte sono nate, quindi in alcuni casi è possibile già conoscere in anticipo i luoghi sensibili. Le “ronde” dei volontari spesso si concentrano proprio su questi luoghi privilegiati, anche se talvolta le tartarughe scelgono stabilimenti balneari pieni di gente e poco protetti dalle condizioni ambientali. La traccia lasciata da una femmina tra il mare, il nido e di nuovo il mare in genere ha una forma di grande U, col nido lasciato all'apice della "lettera". Talvolta, tuttavia, la tartaruga viene solo a dare un'occhiata e, qualora non fosse soddisfatta del sito, può tornare in mare e fuoriuscire in un punto migliore per deporre. Caretta caretta lascia sulla sabbia segni simili a quelli di un piccolo trattore; la larghezza in genere è di 60-70 centimetri, ma può arrivare anche a 100 centimetri. Il nido si trova generalmente nella posizione più lontana dal mare all'interno della traccia.

Quando avvistiamo e riconosciamo un nido, perché magari abbiamo la fortuna di vedere in diretta la deposizione da parte della madre o perché sappiamo riconoscere i segni sulla sabbia, la prima cosa che dobbiamo fare è contattare la Guardia Costiera al 1530 (utile per segnalare anche esemplari adulti in difficoltà o la schiusa di un nido non già monitorato); sono esperti addetti alla tutela della fauna marina e attiveranno tutte le procedure necessarie per la messa in sicurezza del nido. È possibile anche allertare le eventuali associazioni che si occupano di tartarughe marine nell'area coinvolta. È possibile scattare foto al nido e circoscriverne il perimetro – a distanza di sicurezza dal vero confine – con bastoncini leggeri e simili, senza affondare nulla nella sabbia. Ciò permette di renderlo visibile in attesa dei soccorsi, soprattutto in stabilimenti balneari e altri ambienti a rischio. La sabbia intorno al nido deve comunque essere sempre mantenuta intatta e non si deve interferire in alcun modo. Negli stabilimenti chiaramente si consiglia di spostare ombrelloni e lettini e mantenere un'area di sicurezza di circa 3 metri, senza cancellare alcuna traccia lasciata dalla tartaruga.

Ricordiamo che le regioni in cui sono maggiori le probabilità di imbattersi nei nidi sono quelle del Sud, ma a causa del cambiamento climatico le tartarughe marine stanno nidificando sempre più al Centro-Nord. Questi i dati dei nidi segnalati da Tartapedia per il 2023: 161 (Sicilia); 126 (Calabria); 54 (Campania); 47 (Puglia); 24 (Toscana); 19 (Sardegna); 18 (Lazio); 3 (Basilicata); 1 (Abruzzo); e 1 (Emilia Romagna).

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