video suggerito
video suggerito

Cosa ci dicono dell’Universo le prime immagini di Euclid

A un mese esatto dal lancio nel punto di Lagrange L2, l’ESA ha pubblicato le prime, meravigliose immagini del Telescopio Spaziale Euclid. Ecco cosa ci raccontano del cosmo questi scatti del profondo cielo.
A cura di Andrea Centini
54 CONDIVISIONI

L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato le prime, spettacolari immagini catturate dal Telescopio Spaziale Euclid, lanciato lo scorso 1 luglio da Cape Canaveral a bordo di un razzo lanciatore di SpaceX, la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk. Il telescopio è stato inviato nel punto di Lagrange L2 a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, dove orbita anche l'avveniristico Telescopio Spaziale James Webb. La ragione è semplice: si tratta di un punto nello spazio in cui gli oggetti presenti si trovano in equilibrio gravitazionale tra la Terra e il Sole, pertanto seguono il moto celeste del pianeta e non vi ruotano attorno, come fanno i satelliti e la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) in orbita bassa. Da questa posizione privilegiata Euclid potrà svolgere la sua importantissima missione: analizzare l'evoluzione / espansione dell'Universo negli ultimi 10 miliardi di anni e creare una mappa stellare 3D di enormi dimensioni, svelando i segreti della distribuzione dell'energia e della materia oscura.

Credit: ESA
Credit: ESA

Le prime immagini condivise dall'ESA ci dicono soprattutto una cosa: che Euclid sarà all'altezza della missione per cui è stato progettato, costruito e lanciato fra le stelle. Ma anche che l'Universo è vastissimo e ci sono ancora moltissime cose di cui non siamo a conoscenza, o meglio, della stragrande maggioranza di esse. Non a caso, dopo la pubblicazione delle immagini, il direttore generale dell'ESA ha dichiarato di avere piena fiducia “che il team dietro la missione riuscirà a utilizzare Euclid per rivelare così tanto sul 95 percento dell'Universo di cui attualmente sappiamo così poco”. Il riferimento è alla somma della massa-energia oscura (68 percento) e della materia oscura (27 percento) del cosmo, delle quali abbiamo solo informazioni limitate. L'energia oscura, non rilevabile dalla strumentazione a noi disponibile, agisce contro la gravità e favorisce l'accelerazione dell'espansione dell'Universo; la materia oscura, anch'essa non rilevabile direttamente attraverso la radiazione elettromagnetica, induce effetti gravitazionali sulla materia visibile come stelle, pianeti, galassie, ammassi e via discorrendo. Sappiamo che ci sono, conosciamo la percentuale della loro influenza sulla base del modello cosmologico standard, ma restano perlopiù fonti enigmatiche.

Grazie ai dati raccolti da Euclid inizierà una nuova era nella ricerca dell'energia e della materia oscura, come spiegato Yannick Mellier, responsabile dell'Euclid Consortium. Per perseguire questo virtuoso obiettivo il telescopio spaziale si avvale di due strumenti principali: il VISible (VIS) che opera nel visibile e il NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer) che invece opera nell'infrarosso, che è in grado non solo di misurare la quantità di luce emessa dalle galassie a diverse lunghezze d'onda, ma anche di comprenderne l'effettiva distanza. Combinando i dati raccolti nella luce visibile e in quella infrarossa è possibile costruire una mappa 3D dell'Universo che mostra lo spazio e il tempo, cioè come la distribuzione delle galassie è cambiata nel corso dell'evoluzione negli ultimi 10 miliardi di anni. Questi dati saranno preziosissimi per determinare come sono distribuite e come agiscono la materia oscura e l'energia oscura, che sono la parte predominante dell'Universo che conosciamo.

I primi scatti di Euclid non sono che delle immagini di prova, ancora grezze e con artefatti, non ottimizzate e prive del processo di post produzione per renderle più nitide, rifinite e colorate. Eppure sono lo stesso straordinarie, mostrando in una piccola porzione di cielo un numero significativo di galassie e altri oggetti celesti. Un piccolo assaggio dello sguardo indietro nel tempo che riuscirà a dare una volta pronto. Quando Euclid entrerà pienamente in funzione, verosimilmente entro la fine dell'anno, saranno miliardi le galassie visibili nei suoi scatti. Per collaudare e calibrare un telescopio spaziale servono infatti diversi mesi, ed Euclid è praticamente alla prima luce (la prima esposizione alla luce di un nuovo telescopio). “Dopo più di 11 anni di progettazione e sviluppo di Euclid, è esaltante ed estremamente emozionante vedere queste prime immagini”, ha affermato in un comunicato stampa il project manager di Euclid, il dottor Giuseppe Racca. “È ancora più incredibile se pensiamo di vedere solo poche galassie qui, prodotte con una messa a punto minima del sistema. Euclid completamente calibrato alla fine osserverà miliardi di galassie per creare la più grande mappa 3D mai vista del cielo”. E noi non vediamo l'ora di scoprirla.

54 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views