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Cosa accadrà alla Terra quando il Sole morirà: indizi da un nuovo studio

Con la “morte” del Sole la vita sarà inevitabilmente destinata a scomparire dalla Terra, ma cosa succederà al pianeta che chiamiamo casa? Uno studio fa nuova luce sul possibile, catastrofico destino che lo attende.
A cura di Andrea Centini
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Anche se può essere un pensiero scioccante, in un lontano futuro la vita sulla Terra sarà destinata a sparire. Non c'è alcuna possibilità che possa continuare a risplendere su questo meraviglioso pianeta, la nostra casa. Pur essendo il Sole una stella molto stabile, infatti, esso ha un ciclo di vita che gli scienziati ritengono di conoscere con una buona accuratezza. Attualmente ha circa 5 miliardi di anni e si trova a metà della sua esistenza. Gli astronomi spiegano che la classe di stelle cui appartiene, una volta consumato tutto l'idrogeno alla base delle reazioni nucleari, inizierà a sfruttare l'elio. È il processo che darà l'avvio all'apocalisse nel Sistema solare.

Questo cambiamento, atteso fra circa 1 miliardo di anni, comporterà una trasformazione della stella che diventerà una gigante rossa, espandendo in modo significativo il suo volume e dunque l'area di spazio occupata. Durante questo processo inghiottirà sicuramente Mercurio e Venere; la sorte della Terra, terzo pianeta del Sistema solare, non è invece chiara. Potrebbe essere inghiottita e distrutta anch'essa, oppure sopravvivere e restare ai margini di questo mostro in crescita, che esaurite le sue risorse collasserà in una stella morta, una nana bianca, piccola, densa e con una forza gravitazionale spaventosa. Ad ogni modo, non c'è speranza che la vita possa sopravvivere alla fase di gigante rossa. La temperatura e la radiazione da parte del Sole, infatti, diventeranno talmente elevate che l'atmosfera e gli oceani verranno spazzati via, trasformando il globo terracqueo che conosciamo in un'arida e sterile distesa di roccia, priva della meravigliosa biodiversità. È chiaro che l'umanità potrebbe scomparire molto prima di questi eventi, tra cambiamento climatico, guerre nucleari, impatto di grandi asteroidi o comete, eruzione di supervulcani e altri fenomeni apocalittici.

Un'idea più precisa di cosa potrebbe accadere alla Terra fra qualche miliardo di anni è emersa da un nuovo studio, che si è concentrato sull'analisi di tre nane bianche dal comportamento peculiare. I ricercatori le hanno studiate per 17 anni, osservando dei repentini cambiamenti nella loro luminosità, dovuti ai detriti di asteroidi, planetesimi e forse interi pianeti distrutti. Attorno a queste stelle morte si genera un vero e proprio caos spinto dalla forza gravitazionale, in grado di attrarre e disintegrare – fino a polverizzarli – i corpi celesti rocciosi. Una delle tre nane bianche studiate, chiamata ZTF J0328−1219, risultava più stabile delle altre, tuttavia gli scienziati hanno scoperto gli indizi di un evento catastrofico "avvenuto" nel 2010 (l'anno in cui noi abbiamo potuto osservarlo sulla Terra, dopo il lunghissimo viaggio della luce). La seconda nana bianca, ZTF J0923+4236, ogni 60 giorni circa si oscurava in modo irregolare ed era caratterizzata da una “variabilità caotica”; anche per la terza – WD 1145+017 – è stata rilevata una variabilità significativa nella luminosità, dovuta ai transiti dei detriti dei corpi celesti distrutti.

Credit: Dottor Mark Garlick/Università di Warwick/Attribuzione (CC BY 4.0)
Credit: Dottor Mark Garlick/Università di Warwick/Attribuzione (CC BY 4.0)

Ora queste tre nane bianche stanno tornando a risplendere, segnale che in pochi anni le loro “vittime” si sono polverizzate e le nubi stanno precipitando al loro interno. “Nel complesso, il sistema sta gradualmente diventando più luminoso, man mano che la polvere prodotta dalle collisioni catastrofiche avvenute intorno al 2015 si è dispersa”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Boris Gaensicke, docente presso l’Università di Warwick e coautore dello studio. “La natura imprevedibile di questi transiti può far impazzire gli astronomi: un minuto sono lì, il minuto dopo non ci sono più. E questo indica l’ambiente caotico in cui si trovano”, ha chiosato l'esperto.

I ricercatori ritengono che le stelle abbiano fatto “piazza pulita” dei corpi celesti più vicini quando ancora erano nella fase di gigante rossa. Ciò che è stato osservato nel nuovo studio, probabilmente, sono oggetti che avevano orbite più distanti, paragonabili a quelle di Marte, della fascia degli asteroidi e delle lune di Giove. In pratica, gli scienziati sospettano che se la Terra dovesse sopravvivere dall'essere inghiottita dalla fase di gigante rossa, rischia comunque di essere fatta a pezzi dalla nana bianca successiva. Ma non vi è alcuna certezza perché il nostro pianeta è più grande di lune, asteroidi e planetesimi, le probabili fonti di oscuramento delle nane bianche oggetto di studio.

“Ricerche precedenti avevano dimostrato che quando asteroidi, lune e pianeti si avvicinano alle nane bianche, l’enorme gravità di queste stelle distrugge questi piccoli corpi planetari in pezzi sempre più piccoli”, ha dichiarato il dottor Amornrat Aungwerojwit, astronomo presso l’Università di Naresuan (Thailandia) e primo autore della ricerca. “La triste notizia è che la Terra sarà probabilmente inghiottita da un Sole in espansione, prima di diventare una nana bianca. Per il resto del Sistema solare, alcuni degli asteroidi situati tra Marte e Giove, e forse alcune lune di Giove, potrebbero essere spostati e viaggiare abbastanza vicini all’eventuale nana bianca da subire il processo di distruzione che abbiamo studiato”, gli ha fatto eco il professor Gaensicke. I dettagli della ricerca “Long-term variability in debris transiting white dwarfs” sono stati pubblicati su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

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