Cos’è e come nasce un uragano: come si forma, come viene misurato e quali sono le sue categorie
Esistono vari termini per indicare un ciclone tropicale e sono tipicamente legati all'origine del fenomeno. Che li si chiami uragani, tifoni o cicloni, si tratta sempre dei più estesi, spettacolari e potenzialmente devastanti sistemi tempestosi che colpiscono il nostro pianeta. La loro formazione, ancora oggetto di studi, non è del tutto chiara, ma è indubbiamente legata a specifici parametri ben noti a chi si occupa di meteorologia. Li ricordiamo con i nomi di Milton, Kirk, Katrina, Wilma, Nicole, Isaac, Matthew, Irene e così via, appellativi selezionati dall'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) che, per quanto amichevoli, non addolciscono affatto l'aura negativa che caratterizza i fenomeni. Alcuni, del resto, finiscono sui libri di storia per le devastazioni che si lasciano alle spalle, come il già citato Katrina, che nel 2005 causò oltre 1800 vittime e danni ingentissimi negli Stati Uniti, circa 100 miliardi di dollari.
All'inizio dell'autunno 2024 a destare particolare preoccupazione vi sono l'ex uragano Kirk e l'uragano Milton. Il primo si è spostato dal cuore dell'Oceano Atlantico – minacciando soprattutto le isole Azzorre – sull'Europa continentale, dove sta avendo effetti su Spagna, Francia e Germania, con code meno significative anche sull'Italia. Spostandosi verso il Mare del Nord sta perdendo rapidamente potenza e si è trasformato prima in tempesta tropicale e successivamente in depressione tropicale, con venti tra i 50 e i 60 chilometri orari. Si aspettano comunque piogge abbondanti anche sul nostro Paese.
Milton raggiungerà le coste della Florida la sera di mercoledì 9 ottobre, come uno spaventoso ciclone tropicale di categoria 4, con venti superiori ai 200 chilometri orari. Nella sua fase più intensa della sua evoluzione è stato un categoria 5 con raffiche catastrofiche di 270 chilometri orari. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha invitato la popolazione della costa della Florida – e in particolar modo i cittadini di Tampa – a evacuare in fretta, trattandosi di una questione di vita o di morte. Si attendono danni significativi quando la perturbazione toccherà terra.
Cos'è un uragano
I cicloni tropicali, come indicato, hanno un nome differente a seconda del luogo d'origine. Gli uragani atlantici si formano (generalmente) tra l'estate e l'autunno in un'area dell'Oceano Atlantico settentrionale che abbraccia anche il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi. Esistono uragani del Pacifico e sono quelli che originano a est della cosiddetta linea del cambiamento di data, una linea immaginaria che segue in larga parte il 180° meridiano. A ovest della suddetta linea e nel resto dell'Oceano Pacifico, nell'Oceano Indiano e nel Mar Cinese, i cicloni tropicali prendono invece il nome di tifoni. In alcune aree, semplicemente quello di cicloni. Nei singoli Paesi interessati dal fenomeno possono essere chiamati con altri termini; ad esempio, in Australia sono conosciuti con quello di “Willy-willies”. Il nome uragano deriva dalla divinità Maya "Hurakan", associata ai venti e alle tempeste.
Come si forma un uragano e come si alimenta
I cicloni tropicali si formano tipicamente in aree di bassa pressione (o ciclonica) al di sopra degli oceani, in una zona già perturbata dove la temperatura dell'acqua deve essere superiore ai 26 °C. Tale condizione permette infatti l'elevazione di vaste masse d'aria calda, catalizzata dal sole che riscalda l'acqua marina facendola evaporare. Il vapore acqueo si condensa ad alta quota in nubi temporalesche, e l'aria che discende dalla sommità inizia a generare venti sempre più forti interagendo con quella calda in salita. A causa della rotazione terrestre e della forza di gravità, nel sistema temporalesco si genera la caratteristica struttura vorticosa, che continua a “nutrirsi” e ad accumulare energia proprio grazie all'acqua calda. L'uragano nasce tecnicamente quando i venti della perturbazione raggiungono i 118 chilometri orari. I fronti temporaleschi ruotano in senso antiorario nell'emisfero settentrionale e in quello orario nel meridionale; la rotazione è legata all'effetto Coriolis e per questo può innescarsi ad almeno 10° in latitudine di distanza dall'equatore. Una volta giunti sulla terraferma i cicloni tropicali iniziano a perdere progressivamente la loro energia fino a dissolversi, se non si spostano nuovamente in acqua.
Com'è fatto un uragano e qual è la sua potenza
Un uragano è una potentissima perturbazione atmosferica caratterizzata da un aspetto inconfondibile. Nella parte centrale, a bassa pressione e priva di nuvole, si trova l'iconico “occhio del ciclone”, un'area dove vige una calma relativa che spesso viene mitizzata nei blockbuster del filone catastrofico. Il centro può avere un diametro di una trentina di chilometri ed è circondato dal fronte tempestoso, le nubi in rapida rotazione che scatenano piogge torrenziali e venti che possono superare i 250 chilometri orari. L'intero ciclone tropicale può superare i 500 chilometri di diametro. La potenza degli uragani è determinata dalla velocità dei venti, con un minimo di 118 chilometri orari (categoria 1). I fenomeni più violenti sono in grado di provocare danni strutturali significativi agli edifici fino a provocarne la distruzione. Possono inoltre sradicare grandi alberi e far volare in aria auto, camion e imbarcazioni.
Quali sono le categorie degli uragani
Un ciclone tropicale (uragano o tifone) diventa tale quando i venti superano i 118 chilometri orari di velocità. La perturbazione da cui origina prende il nome di depressione tropicale se i venti sono inferiori ai 63 chilometri orari; viene promossa a “tempesta tropicale” quando i valori sono compresi tra 64 e 118 chilometri orari. La scala Saffir-Simpson definisce l'intensità dei cicloni tropicali propriamente detti, con valori da 1 a 5. Un uragano di Categoria 1 o minimo ha venti che arrivano a 153 chilometri orari; un Categoria 2 o moderato arriva a 177 chilometri orari; il forte o Categoria 3 a 208 chilometri orari; il Categoria 4 o fortissimo a 251 chilometri orari, mentre il catastrofico o Categoria 5 abbraccia tutti quelli che superano i 252 chilometri orari. L'uragano Milton che sta per investire la Florida ha venti superiori ai 230 chilometri orari ed è classificato come Categoria 4. Kirk ha raggiunto l'Europa continentale come uragano di Categoria 1 (venti a 145 km/h) dopo aver toccato un picco di 233 km/h nell'Atlantico; ora si sta indebolendo in una depressione tropicale.
Kirk, Milton, Helene: perché si usano nomi comuni per gli uragani
I nomi da uomo o donna con cui vengono presentati i cicloni tropicali sono decisi dall'Organizzazione mondiale della meteorologia (WMO), che li seleziona a rotazione da liste precompilate. Le lettere dell'alfabeto q, u, x, y e z sono escluse. Curiosamente, sino al 1978 si utilizzavano soltanto nomi femminili per indicare queste perturbazioni, poi, a causa delle proteste delle associazioni femministe, la WMO ha iniziato ad utilizzare anche nomi maschili. Quando un uragano diventa particolarmente distruttivo il suo nome viene “ritirato”, come il numero di maglia di un calciatore entrato nella leggenda di una squadra. È ciò che è avvenuto con l'uragano Katrina.
Gli uragani in Italia ed Europa
Ad oggi l'Europa continentale non è mai stata investita in pieno da un uragano di potenza significativa, ma le isole Azzorre, che si trovano nel cuore dell'Oceano Atlantico e fanno parte del Portogallo, hanno avuto problemi significativi con l'uragano Ophelia (2017) di Categoria 3 e soprattutto con Lorenzo (2019), che nell'Atlantico raggiunse la Categoria 5. Ci furono danni importanti ed estesi blackout. Problemi si registrarono anche nel Regno Unito e in Irlanda. Come indicato, l'attuale uragano Kirk è arrivato sull'Europa come Categoria 1 e il problema principale è rappresentato dalle piogge abbondanti. In casi eccezionali gli uragani possono formarsi anche sul Mar Mediterraneo e prendono il nome di Medicane; il neologismo deriva dalla contrazione dei due termini Mediterranean e Hurricane (uragano) e sta a significare semplicemente uragano mediterraneo. I fenomeni stanno aumentando in frequenza e violenza a causa del cambiamento climatico, che aumenta le temperature degli oceani e carica l'atmosfera di energia; l'accumulo viene scaricato a terra con perturbazioni sempre più devastanti.