Com’erano fatti i veri velociraptor e perché quelli di Jurassic Park sono “sbagliati”
La saga cinematografica di Jurassic Park, basata sull'omonimo romanzo del compianto Michael Crichton, è indubbiamente tra le migliori opere dedicate ai dinosauri, tuttavia non è così accurata dal punto di vista squisitamente paleontologico. Una delle specie più bistrattate in assoluto è probabilmente la più iconica della serie assieme al tirannosauro (Tyrannosaurus rex): il velociraptor. Nei film e sui libri questi rettili preistorici vengono descritti come micidiali macchine di morte, dotati di caratteristiche sociali e intellettive paragonabili a quelle di cetacei e primati (a questi ultimi apparteniamo anche noi). Tutti gli appassionati dei film ricordano una frase del professor Alan Grant – interpretato dall'attore neozelandese Sam Neill – nella quale sottolinea che se non si fossero estinti, probabilmente, adesso ci sarebbero i raptor a dominare il mondo e non l'essere umano. Iperbole a parte, sono diversi i dettagli a “smontare” questi incubi su due zampe del Cretaceo (e non del Giurassico).
Per chi ha visto i film l'aspetto dei velociraptor è inconfondibile; sono rappresentati come lucertoloni bipedi snelli e atletici, lunghi fino a 3,5 metri, alti un paio di metri e con un peso che si aggira sugli 80 chilogrammi. Il risultato è un predatore implacabile e agilissimo, che non lascia scampo alle sue vittime. Peccato che quello che avete ammirato non è affatto un velociraptor, ma un altro dinosauro teropode, ovvero un Deinonychus (fra l'altro nella sua versione “classica”, priva delle piume). Il vero velociraptor aveva infatti più o meno le dimensioni di un grosso uccello terricolo come un tacchino: era lungo un paio di metri compresa la lunghissima coda, era alto circa 50 centimetri (all'anca) e aveva un peso stimato di una quindicina di chilogrammi. Insomma, non era affatto quell'animale spaventoso (seppur affascinante) che abbiamo imparato a conoscere al cinema o sui libri.
Se ciò non bastasse, lo studio “Feather Quill Knobs in the Dinosaur Velociraptor” pubblicato nel 2007 sull'autorevole rivista scientifica Science da scienziati della Divisione di Paleontologia del Museo Americano di Storia Naturale (New York) ha anche dimostrato che questi piccoli dinosauri avevano il corpo ricoperto di piume, per via della presenza di noduli d'oca (protuberanze ossee associate alle piume). Anche per il Deinonychus i paleontologi suppongono che avesse il corpo ricoperto dalle piume, come mostra l'illustrazione qui di seguito.
Al netto del piumaggio, la cui presenza è stata confermata solo molti anni dopo l'uscita di libri e film, perché Crichton e Spielberg hanno deciso di infilare nelle proprie opere dinosauri totalmente “sbagliati”? La ragione risiede semplicemente nel nome. Durante la stesura del romanzo Jurassic Park lo scrittore incontrò più volte il paleontologo John Ostrom, proprio per poter rappresentare accuratamente gli animali preistorici nel proprio libro. Lo studioso presentò il Deinonychus (nome che significa “artiglio terribile”) che aveva descritto nei suoi articoli, ma alla fine Crichton decise di chiamarlo “Velociraptor” semplicemente perché il nome era più drammatico e accattivante per un predatore del genere, oltre che più comprensibile. I film hanno seguito la stessa strada.
L'errore sull'aspetto del velociraptor, accettato dal compianto paleontologo, non è tuttavia l'unico. Anche il comportamento non corrisponde affatto a quello emerso da recenti ricerche. Nei film i velociraptor vengono rappresentati come animali altamente sociali e organizzati che cacciano in branco, con tattiche quasi militari. Ma un recente studio pubblicato su Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology da scienziati dell'Università del Wisconsin di Oshkosh ha dimostrato che in realtà erano predatori solitari, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista evolutivo. “I dinosauri raptor sono spesso mostrati mentre cacciano in branchi simili ai lupi”, ha dichiarato il professor Joseph Frederickson, un paleontologo esperto in vertebrati e autore dello studio. “Il problema con questa idea è che i dinosauri viventi (uccelli) e i loro parenti (coccodrilli) di solito non cacciano in gruppo e raramente cacciano prede più grandi di loro”, ha aggiunto lo studioso, specificando che nei resti fossili non c’è alcuna traccia di un comportamento della caccia sociale.
Dall'analisi chimica dei denti dei Deinonychus di varie età gli scienziati hanno scoperto una differenza nella dieta tra i denti più piccoli e quelli più grandi, un dettaglio che suggerisce cambiamenti nella dieta durante l'invecchiamento. “Questo è ciò che ci aspetteremmo da un animale in cui i genitori non forniscono cibo ai loro piccoli”, ha dichiarato Frederickson. “Ciò significa che i giovani non venivano nutriti dagli adulti, motivo per cui crediamo che Jurassic Park avesse torto sul comportamento dei raptor”. Poiché i "raptor" erano cacciatori solitari, anche tutte le teorie sui comportamenti sociali e sull'intelligenza avanzatissima vanno inevitabilmente ridimensionate.