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Come vivere più di 110 anni in salute: studio svela i “segreti” della supercentenaria Maria Branyas

Un team di ricerca internazionale ha condotto un’approfondita analisi su molteplici parametri biologici e sulle abitudini di Maria Branyas, una donna morta a 117 anni nel 2024 che ha vissuto a lungo in salute e con una memoria di ferro. Ecco cosa è emerso dalle indagini e quali preziosi consigli possiamo trarne per avere una vita più lunga e sana.
A cura di Andrea Centini
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Arxiu| La signora Maria Branyas nel giorno del suo 117esimo compleanno
Arxiu| La signora Maria Branyas nel giorno del suo 117esimo compleanno

Vivere una vita lunga e in salute è chiaramente un obiettivo per molti di noi, ma solo una piccola percentuale di esseri umani diventa centenaria e una ancora più piccola entra nell'esclusiva categoria dei supercentenari, cioè coloro che riescono a superare i 110 anni di vita. Fra essi vi era Maria Branyas Morera, che dopo la morte di Lucile Randon a gennaio 2023 era diventata la persona vivente più anziana del mondo. La signora Maria, nata a San Francisco nel 1907 dopo il trasferimento della sua famiglia dalla Catalogna negli Stati Uniti, è venuta a mancare il 19 agosto 2024 alla veneranda età di 117 anni e 168 giorni. Si è spenta nel sonno per cause naturali in una casa di cura catalana, dove viveva da diversi anni. Nonostante fosse nata negli USA, infatti, la sua famiglia si trasferì in Spagna quando era ancora una bambina, a 8 anni, a causa di problemi di salute del padre (che morì di tubercolosi durante il viaggio).

Il caso emblematico di Maria Branyas Morera è finito al centro di un approfondito studio multidisciplinare che ha provato a svelare i segreti della sua incredibile longevità, caratterizzata da buona salute e una memoria di ferro, nonostante una brutta disavventura da bambina che avrebbe potuto influenzare anche il decorso cognitivo. Perse infatti l'udito a un orecchio, dopo una brutta caduta sul ponte della nave che dagli Stati Uniti la stava riportando in Catalogna. Ad analizzare nel dettaglio genoma, proteoma, microbioma e altri parametri biologici – indagine multiomica – della supercentenaria è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati spagnoli del Josep Carreras Leukaemia Research Institute (IJC) di Badalona (Barcellona) e del Centro de Investigacion Biomedica en Red Cancer (CIBERONC) di Madrid, che hanno collaborato con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti il Barcelona Beta Brain Research Center, il Dipartimento di biologia molecolare e cellulare dell'Università di Leicester (Regno Unito), il Los Angeles Gerontology Research Group (Stati Uniti) e molti altri.

Wikipedia| La famiglia della signora Branyas quando aveva 4 anni
Wikipedia| La famiglia della signora Branyas quando aveva 4 anni

I ricercatori, coordinati da Manel Esteller ed Eloy Santos Pujol del Gruppo di epigenetica del cancro presso l'istituto catalano, hanno spiegato che in Catalogna l'aspettativa di vita per le donne è di 86 anni, mentre M116 – il nome in codice di Maria scelto dagli scienziati – è riuscita a superare la media di oltre trenta anni. “Per svelare le proprietà biologiche esibite da un essere umano così straordinario, abbiamo sviluppato un'analisi multiomica completa dei suoi processi genomici, trascrittomici, metabolomici, proteomici, microbiomici ed epigenomici in diversi tessuti”, hanno spiegato gli autori dello studio. Si sono avvalsi anche di interviste a conoscenti e parenti per capire meglio abitudini, stile di vita, alimentazione e altri fattori che possono influenzare sensibilmente la salute e dunque la longevità. I risultati di questi esami e le indicazioni ottenute sulla sua vita evidenziano i benefici alla longevità emersi già da altri studi.

Ad esempio la signora Maria seguiva la dieta mediterranea, classificata dall'UNESCO patrimonio orale e immateriale dell'umanità dal 2010. Questo modello alimentare, caratterizzato da poca carne e molti prodotti di origine vegetale (frutta, verdura, olio di oliva e frutta secca) è da sempre considerato un toccasana per la salute. La supercentenaria era inoltre ghiotta di yogurt, che un recente studio ha associato a una significativa riduzione del cancro al colon-retto. La sua flora batterica intestinale risultava infatti simile a quella di persone molto più giovani, grazie all'alimentazione sana e al contributo del latticino. “I microrganismi sono fondamentali nel determinare non solo la composizione dei metaboliti del nostro corpo, ma anche l'infiammazione, la permeabilità intestinale, la cognizione e la salute di ossa e muscoli”, hanno sottolineato Esteller e colleghi, evidenziando l'importanza del microbiota sulla salute generale e la longevità.

BiorXiv| Gli esami cui è stata sottoposta la signora Maria
BiorXiv| Gli esami cui è stata sottoposta la signora Maria

Per quanto concerne l'analisi genomica ed epigenetica, i ricercatori hanno riscontrato varianti genetiche associate alla protezione dalle patologie cardiovascolari e dal cancro, che rappresentano le principali cause di morte nel mondo. Il profilo del DNA evidenziava anche un sistema immunitario forte e robusto. Non a caso la signora Maria è diventata la persona più anziana del mondo a essere sopravvissuta alla COVID-19, la malattia provocata dall'infezione del coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della recente pandemia. Dall'analisi della metilazione del DNA, un processo epigenetico che regola l'attività dei geni e viene influenzato da fattori ambientali come la dieta, è emerso che la signora Maria aveva un'età biologica sensibilmente più bassa di quella scritta sulla carta d'identità (età anagrafica).

Dagli esami sono stati rilevati anche bassi livelli di infiammazione generale nei suoi tessuti, poco colesterolo cattivo e livelli più alti di colesterolo buono (che in realtà proprio “buono” non è). A chiudere il quadro una vita attiva fisicamente, mentalmente e socialmente, con tanti amici e passioni in grado di mantenere il cervello allenato e concentrato. Era circondata anche dall'affetto dei suoi 11 nipoti e si teneva lontana dalle persone tossiche. Ricordiamo infatti che l'isolamento sociale e la scarsa istruzione sono notoriamente fattori di rischio per la demenza come il morbo di Alzheimer. Maria, che è stata a lungo un'infermiera, ha anche suonato il piano sino ai 108 anni di età e ha fatto molti viaggi in Europa. Insomma, ha avuto una vita piena, si è mantenuta attiva e ha seguito alimentazione e stile di vita sani. Anche se non tutti coloro che seguono queste “linee guida” possono sperare di raggiungere la sua veneranda età, anche perché legata a un profilo genetico vantaggioso, sicuramente possono ambire ad avere una vita più lunga, sana e felice. I dettagli della ricerca "The Multiomics Blueprint of Extreme Human Lifespan" sono stati caricati su BiorXiv in attesa della revisione paritaria e della pubblicazione su una rivista scientifica.

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