Come viene preparato il corpo di Papa Francesco: la procedura della tanatoprassi

Come prevede la tradizione, prima della sepoltura la salma di un papa viene esposta ai fedeli per la venerazione. Poiché i funerali devono svolgersi tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte, è necessario attuare procedure di imbalsamazione temporanea per la preservazione del corpo, atte a rallentare i processi di decomposizione. Tale tecnica prende il nome di tanatoprassi, che è stata recentemente attuata per Papa Benedetto XVI e il calciatore Pelè, entrambi deceduti alla fine del 2022. La tanatoprassi si basa fondamentalmente sull'iniezione di un fluido conservante e trattamenti estetici in grado non solo di preservare l'integrità di tessuti e aspetto del defunto, ma anche di impedire cattivi odori, fuoriuscita di liquidi e altri eventi legati alla naturale decomposizione. Viene eseguita nelle ore immediatamente successive al decesso, proprio per bloccare sul nascere la trasformazione dovuta al deterioramento innescato da autolisi e azione dei batteri.
Chiaramente anche il corpo di Papa Francesco, morto alle 07:35 di lunedì 21 aprile 2025, è stato sottoposto al medesimo trattamento prima della prevista esposizione pubblica. Alle 20:00 del giorno del decesso è stato eseguito il Rito della Constatazione della morte seguito dalla deposizione del corpo della bara (unica di legno), con contestuale autenticazione dell'atto di morte redatto dal professor Andrea Arcangeli, Direttore di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Papa Bergoglio è morto a causa di un ictus cerebrale, seguito da coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile. L'esposizione nella Basilica di San Pietro dovrebbe avvenire da mercoledì 23 aprile, mentre i funerali saranno celebrati tra venerdì 25 e domenica 27. Attualmente il corpo di Papa Francesco si trova nella cappella di Casa Santa Marta – dove ha risieduto per tutto il pontificato – e viene preparato per la venerazione. Ecco cos'è la tanatoprassi e come funziona.
Cos'è la tanatoprassi cui verrà sottoposto Papa Francesco
Il termine tanatoprassi deriva dall'unione delle due parole greche "thanatos" e "praxis", nel nostro idioma rispettivamente “morte” e “pratica”. Ciò indica proprio una procedura per trattare i corpi dei defunto. La tecnica fu introdotta in Italia per la prima volta nel 1995 grazie ad Andrea Fantozzi, fondatore dell'Istituto Nazionale Italiano di tanatoprassi (I.N.I.T.), la prima scuola per tanatoprattori che forma i professionisti del settore. La definizione di tanatoprassi la troviamo proprio sul portale ufficiale dell'INIT: “È un trattamento ‘post-mortem‘ e consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, ma è soprattutto un trattamento che ha lo scopo di realizzare un processo altamente igienico nel settore funerario e cimiteriale”. “Il corpo – evidenzia l'INIT – nelle ore successive alla morte, subisce una veloce trasformazione, vi è la fuoriuscita di liquidi organici e la presenza di vapori nauseanti, che rendono la veglia funebre più traumatica e potenzialmente pericolosa”. La tanatoprassi, di fatto, oltre a permettere la preservazione del corpo del defunto, garantisce anche un'esperienza di venerazione sicura e non spiacevole dal punto di vista sensoriale.
Come anticipato, si basa sull'iniezione di un fluido conservante nel sistema arterioso, seguita da una serie di “cure estetiche che consentono di conservare un'immagine integra della persona cara”, evidenzia l'INIT. I fluidi conservanti sono in genere a base di formalina – come la formaldeide – e consentono di rallentare il processo di deterioramento innescato dalla decomposizione. Tra i prodotti alternativi e più innovativi in tal senso vi è il Fluytan, di cui gli specialisti dell'INIT detengono il brevetto. Questo composto "consente anche soltanto a livello topico – basta applicarlo semplicemente sul corpo con una spugna, col cotone o con un pennello – la conservazione della salma dai 2 ai 4 giorni, senza problemi per la sua brillante efficacia", aveva spiegato a Fanpage.it Andrea Fantozzi, intervistato in occasione della morte di Papa Ratzinger. "È un prodotto che viene usato per la conservazione delle salme ma anche nell'istopatologia, nell'istochimica, nel settore biomedico, in medicina legale, nella tassidermia. È un ritrovato nostro che come le dicevo sostituisce in modo eccellente la formalina, inizialmente per la sua non tossicità", evidenziava Fantozzi, aggiungendo che il Fluytan, oltre a essere un ottimo fissatore dei tessuti, è in grado di eliminare i cattivi odori nell'immediato. "Su una salma con odori abominevoli basta nebulizzare il prodotto sul corpo e istantaneamente scompaiono". Tra gli altri vantaggi vi è anche il fatto di poter essere usato su cadaveri di persone morte da venti giorni, cosa impossibile con i conservanti a base di formalina. Al momento non è noto quale tipo di prodotto è stato o verrà usato per il trattamento della salma di Papa Francesco.
La tanatoprassi permette di arrestare il processo di decomposizione per alcune settimane, garantendo lo svolgimento decoroso sia delle pratiche di venerazione ma anche di esami in medicina legale sicuri e non sconvolgenti. Un altro dettaglio interessante riportato dall'INIT risiede nel fatto che un corpo trattato con questa procedura garantisce il "naturale ritorno in polvere in un tempo massimo di 10 anni"; è infatti noto che in alcune circostanze i corpi possono impiegare anche diversi decenni per arrivare a questo stato. Il primo processo della decomposizione è l'autolisi legata al rilascio di enzimi digestivi contenuti nei lisosomi, che portano alla disintegrazione delle cellule; è seguita subito dopo dalla putrefazione vera e propria, in cui i batteri presenti distruggono i tessuti con conseguente produzione di gas (ciò che determina gli odori nauseabondi). In genere questo processo dura una decina di anni all'interno di una bara, ma ci sono fenomeni legati a temperature, umidità e ossigeno che possono portare a disidratazione, essiccazione e mummificazione in grado di preservare i corpi per tempi lunghissimi. La formazione di adipocera è un altro processo che permette la duratura preservazione di un corpo.
Oltre alla conservazione dei tessuti determinata dall'iniezione degli appositi fluidi, la tanatoprassi prevede anche trattamenti estetici per mantenere e modellare la pelle del defunto, in particolar modo quella del viso. Vengono applicate cere, creme idratanti con coloranti e altri prodotti al fine di mantenere l'epidermide flessibile e umida per alcuni giorni, donando al contempo luce e dignità alla salma esposta.