Come uccide l’azoto e perché è atroce usarlo per una condanna a morte
Per la prima volta al mondo un uomo condannato a morte sarà ucciso con l'azoto. L'esecuzione verrà effettuata negli Stati Uniti, dove la procedura con il gas è autorizzata per la pena capitale in soli tre Stati: Alabama, Mississippi e Oklahoma. Per rendersi conto di quanto sia controverso l'utilizzo dell'azoto per uccidere, basti sapere che da circa un decennio è stato bandito dalle associazioni veterinarie statunitensi come mezzo per l'eutanasia, a causa delle atroci sofferenze che esso comporta. Sapere che presto sarà utilizzato su un uomo è semplicemente agghiacciante e moltissime associazioni umanitarie si sono attivate per fermare le mani del boia.
A rendere il tutto ancor più assurdo, il fatto che la vittima prescelta è il cinquantottenne Kenneth Eugene Smith, un uomo che lo scorso anno era sopravvissuto a un primo tentativo di condanna tramite iniezione letale. Il prigioniero fu tenuto per quattro ore di fila all'interno della camera della morte, a causa del fatto che gli addetti all'esecuzione non riuscivano a trovare una vena idonea per inoculare il fluido letale. Una vera e propria tortura che non è andata “a buon fine”, se così si può dire. A circa un anno dal fatto, balzato agli onori della cronaca internazionale, i giudici dello Stato dell'Alabama hanno sentenziato la morte tramite ipossia da azoto. Per dovere di cronaca ricordiamo che il signor Smith è accusato dell'omicidio di una donna avvenuto 35 anni fa; Elizabeth Dorlene Sennett fu uccisa a coltellate su richiesta del marito, che voleva incassare il lauto incasso dell'assicurazione sulla vita.
Ma come uccide esattamente l'azoto? E perché è considerato un elemento come minimo controverso per uccidere un essere vivente? Innanzitutto si tratta di un gas incolore, inodore e insapore, che viene somministrato alla vittima attraverso una mascherina per l'ossigeno, puro o in concentrazioni molto più elevate di quelle che troviamo nell'aria che respiriamo (78 percento). Quando lo si respira, l'organismo non rileva immediatamente la differenza con l'aria "normale", pertanto non si sperimenta il senso di soffocamento che si avrebbe in altre circostanze. In pochissimi minuti, tuttavia, i livelli di ossigeno nel corpo iniziano a crollare – una condizione nota come ipossia – con effetti a catena catastrofici. Si ricordino le devastanti conseguenze delle polmoniti da COVID-19. L'ossigeno è infatti fondamentale per il metabolismo / respirazione cellulare e in breve tempo, senza di esso, oltre alla fame d'aria si registrano estesi collassi negli organi principali (cuore, polmoni e cervello), portando a un'inevitabile morte.
Secondo lo studio “Nitrogen gas produces less behavioural and neurophysiological excitation than carbon dioxide in mice undergoing euthanasia” pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica PloS ONE, la somministrazione dell'azoto sarebbe tutto fuorché “clemente”. Sebbene l'attività comportamentale ed elettrofisiologica osservata nei roditori sottoposti a eutanasia con azoto risulti inferiore a quella osservata nei topi uccisi con la CO2 (anidride carbonica), i ricercatori hanno comunque rilevato chiari segnali di ansia, paura, agitazione e disorientamento, prima della perdita di coscienza e della morte. Alcuni esemplari hanno anche avuto crisi epilettiche. Come indicato, le associazioni veterinarie statunitensi hanno deciso di bandire l'azoto nelle pratiche di eutanasia perché negli animali sottoposti alla procedura sono state osservate angoscia e convulsioni.
L'articolo scientifico pubblicato nel 2019 dagli scienziati della Sezione di Anestesiologia dell'Università di Zurigo ha evidenziato la necessità di ulteriori indagini per valutare l'utilizzo dell'azoto come agente idoneo alla soppressione dei roditori, eppure in Alabama si è deciso lo stesso di uccidere un uomo con la somministrazione forzata del gas. Senza entrare nel merito del sistema giuridico statunitense e sulla decisione di praticare ancora oggi la pena di morte, sarebbe come minimo doveroso attenersi alle valutazioni della comunità scientifica. Secondo chi è favorevole al suo utilizzo, come spiegato dal New York Times, la sostanza dovrebbe far perdere rapidamente i sensi alla vittima e condurla alla morte in pochi minuti, ma non vi è certezza non essendo mai stata utilizzata in questo modo. E gli studi sugli animali non lasciano ben sperare, con rischi di effetti tremendi – come danni cerebrali – sulla cavia umana. Sussistono anche rischi per chi assiste alla procedura e la esegue, dato che eventuali fughe del gas sarebbero subdole e pericolose.