Come sopravvivere al morso di un serpente, o meglio, evitarne uno
I morsi di serpenti velenosi sono un problema serio in molte aree del pianeta. I dati indicano che tra le 81.000 e le 138.000 persone muoiono ogni anno in tutto il mondo a causa di avvelenamento da morsi di serpente, mentre circa il triplo subisce amputazioni o sopravvive con disabilità permanenti. Il veleno dei serpenti può infatti causare paralisi che può impedire la respirazione, disturbi emorragici che possono essere letali, insufficienza renale irreversibile e danni permanenti ai tessuti, sebbene i sintomi dell’avvelenamento varino notevolmente a seconda delle dimensioni e della specie del serpente, della quantità di veleno iniettato, della sede del morso ma anche in relazione all’età della vittima (bambini e anziani sono più a rischio) e problemi medici già presenti.
Nella maggior parte dei casi, i morsi dei serpenti non sono però fatali – si stima che ogni anno vengano morse 5,4 milioni di persone con un massimo di 2,7 milioni di avvelenamenti – ma qualsiasi morso di serpente deve essere trattato come un’emergenza medica, come spiegato da Romulus Whitaker, un erpetologo americano e fondatore del Madras Snake Park, il primo parco di rettili dell’India. Ma cosa si deve fare (e cosa no) se si viene morsi da un serpente? E come si fa ad evitare di essere morsi da un serpente? Nel rispondere a questa seconda domanda, gli esperti sono unanimi: allontanarsi consapevolmente e con calma dal rettile, tenendo d’occhio – se possibile – la sua posizione. E, soprattutto, non cercare in alcun modo di catturalo o di ucciderlo.
Cosa fare se si viene morsi da un serpente
Se però veniamo morsi da un serpente, di qualsiasi specie esso sia, la cosa più importante è recarsi il prima possibile in ospedale. Ricorrere a rimedi locali o casalinghi è assolutamente inutile, così come provare a succhiare via il veleno. In altre parole, esiste solo una cura per un morso di un serpente velenoso, che è l’antidoto al veleno. Nel frattempo, nel caso in cui il morso sia localizzato su un arto (braccio o gamba) si può provare a immobilizzare l’arto con una fasciatura non troppo stretta (bendaggio linfostatico), mantenendolo approssimativamente a livello o al di sopra del cuore. Anelli, orologi e indumenti stretti devono essere rimossi dall’area del morso.
Impacchi di ghiaccio, incisioni sul morso, così come succhiare via il veleno sono espedienti che non funzionano, oltre a essere controindicati perché potenzialmente pericolosi. “Non provare il vecchio metodo ‘taglia e aspira’ – dice Whitaker – né usare il cosiddetto ‘kit per morsi di serpente’. Prima riceverai l’antidoto, maggiori saranno le possibilità di non incorrere in disabilità a lungo termine o potenzialmente di non morire”.
Uno dei dubbi principali della maggior parte delle persone che vengono morse è non sapere assolutamente di che tipo di serpente si tratti ma, una volta in ospedale, sarà il personale medico d’urgenza a stabilire se il serpente era velenoso e a quale specie apparteneva, per capire se è stato iniettato del veleno. I segni lasciati dal morso sono spesso indicativi, in quanto i denti di un serpente velenoso in genere provocano una o due grosse punture, mentre quelli di un serpente innocuo lasciano piccole file di graffi. In quest’ultimo caso, il trattamento è quello previsto per qualsiasi ferita da puntura.
Se invece è stato iniettato veleno, viene somministrato l’antidoto (anti-veleno), che contiene anticorpi che neutralizzano gli effetti tossici del veleno. L’efficacia dell’antidoto dipende dalla tempestività con cui si riceve, per cui il suo effetto è maggiore quando somministrato entro breve tempo dal morso. Se la somministrazione è tardiva, così come per le forme di avvelenamento più grave, è necessario il trattamento in terapia intensiva. I tempi di recupero dipendono dall’età, dallo stato di salute generale, dalla sede e dalla quantità di veleno nel morso. Ad ogni modo, quasi tutte le vittime di un morso di serpente velenoso sopravvivono se trattate precocemente con gli appropriati quantitativi di antidoto.
I serpenti non sono però nostri nemici, anzi. Sono loro a mantenere l’ambiente in equilibrio. “Senza di loro – ha aggiunto Whitaker – il problema dei roditori nelle aree agricole potrebbe portare alla carestia. Sono i predatori di roditori più efficienti, in grado di entrare nelle loro tane e ripulire un’intera famiglia”. L’esperto ha tuttavia anche spiegato che gli sforzi contro gli avvelenamenti devono continuare, specialmente tra i lavoratori nei campi agricoli dei paesi tropicali e subtropicali, dove si verifica la stragrande maggioranza dei morsi di serpente, soprattutto di cobra, e spesso le persone vivono in abitazioni di facile accesso per i serpenti. “Quelli di noi che apprezzano e rispettano i serpenti devono sostenere programmi per aiutare a ridurre l’enorme fardello dei morsi di serpente che colpiscono decine di milioni di popolazioni rurali in Africa, Asia e Sud America – ha affermato Whitaker – . La cosa migliore che possiamo fare è cercare di mitigare i morsi di serpente cercando di ridurre al minimo il contatto”.