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Come si è formato il ciclone Boris che sta devastando l’Europa centrale: i dati dai satelliti

Dal 12 settembre l’ondata di maltempo portata dalla tempesta Boris si è abbattuta su diversi Paesi dell’Europa centrale e orientale, causando 18 vittime (ma il bilancio potrebbe aumentare). I climatologi spiegano come si è originata e perché in futuro dovremmo aspettarci che eventi di questo tipo siano sempre più frequenti.
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CLIMATE BOOK | Grafico in cui sono stati rielaborati i dati da satelliti
CLIMATE BOOK | Grafico in cui sono stati rielaborati i dati da satelliti

Da quando, giovedì 12 ottobre, la tempesta Boris si è abbattuta sull'Europa centrale, le intense piogge torrenziali da esso innescate hanno stravolto moltissime località, causando drammatiche inondazioni e danni a infrastrutture e abitazioni: finora almeno 18 persone sono morte, molte altre risultano disperse e migliaia sono state evacuate.

L'ondata di forte maltempo ha interessato praticamente la maggior parte dei Paesi dell'Europa centrale e orientale: eventi atmosferici estremi si stanno verificando in Repubblica Ceca, Romania, Polonia e Slovacchia, ma anche Ungheria, Austria e in alcune regioni alpine della Germania meridionale, e non è ancora finita: si prevede che nei prossimi giorni gli effetti di Boris potrebbero colpire anche l'Italia, con intenso maltempo e rischio nubifragi in diverse regioni del Paese.

Che cos'è la tempesta Boris

La tempesta Boris è un si sistema di bassa pressione in movimento lento che ormai da giorni sta causando intense piogge e un forte abbassamento delle temperature con conseguenti nevicate in Europa centrale e orientale. Secondo quanto riporta il giornale inglese Indipendent in diverse località dei paesi colpiti la tempesta Boris ha fatto cadere l'equivalente di un mese di pioggia, per la media del periodo, in sole 24 ore.

In Romania, il paese più colpito, le inondazioni hanno interessato 19 località, causando diverse vittime. Nell'area che ha subito le peggiori conseguenze, la regione sud-orientale di Galati, almeno 700 case sono state allegate. Il sindaco Emil Dragomir l'ha definita "una catastrofe di proporzioni epiche".

Anche negli altri paesi colpiti le cose non vanno meglio, in Repubblica Ceca migliaia di famiglie sono senza corrente elettrica. In Polonia le piogge sono state le più intense degli ultimi 28 anni, toccando record che non si vedevano dal 1996.

Come appare la tempesta da satellite

Secondo quanto riferisce il sito di informazioni meteorologiche Climate Book, "la quantità di pioggia registrata nell'arco di 96 ore è un record in molte zone, così come lo è il livello raggiunto dal Danubio, in costante aumento". Non solo il Danubio, sono diversi i fiumi che sono straripati o che rischiano di farlo a causa delle enormi quantità di pioggia cadute in queste ore.

Dai dati satellitari è stato calcolato che in un'area compresa tra l'Europa centrale e parte di quella orientale, con il suo fulcro tra Repubblica Ceca, Austria e la parte occidentale della Polonia, le precipitazioni totali hanno superato la soglia dei 150 mm di pioggia, parliamo di 150 litri per metro quadrato, un valore record che fanno della tempesta Boris una delle più intense degli ultimi anni.

La causa è nel cambiamento climatico

Per quanto riguarda i fattori da cui si è originata la tempesta, secondo gli esperti la causa scatenante è il riscaldamento dei mari, a sua volta conseguenza della crisi climatica in atto. Secondo quanto riporta il Guardian, l'intensità della tempesta Boris non è una sorpresa. Una scienziata dell'ETH di Zurigo, l'istituto universitario politecnico più importante della Svizzera, Sonia Seneviratne, ha spiegato che, stando alle analisi effettuate sulle inondazioni che si sono abbattute sull'Europa centrale, la maggior parte del vapore acqueo da cui si sono formate le piogge deriva dal Mar Nero e dal Mar Mediterraneo, la cui temperatura media delle acque è in costante aumento per effetto della crisi climatica. Mari più caldi significano più vapore acqueo emesso e quindi più acqua presente in atmosfera, che poi alimenta piogge intense e improvvise come quelle di questi giorni.

Il legame tra l'aumento delle temperature terrestri ed eventi atmosferici estremi è così determinante che è stato possibile perfino stimare in modo matematico quanto l'intensità degli eventi sia determinata dal riscaldamento globale. Sempre Seneviratne ha spiegato che ogni grado in più implica un aumento del 7% la forza delle precipitazioni. Questo vuol dire che il riscaldamento attuale, pari a un aumento di 1,2°C rispetto all'epoca preindustriale, equivale a un'intensità maggiore dell'8% degli eventi atmosferici.

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