Come si è arrivati all’Ignoto numero 1 nel caso Yara: il test del DNA e il riscontro con Massimo Bossetti
Il DNA nucleare di Ignoto 1 era sovrapponibile a quello di Massimo Bossetti. È da questo collegamento che è arrivata la soluzione per il caso di Yara Gambirasio, la ragazza di 13 anni che il 26 novembre del 2010 è scomparsa da Brembate di Sopra, un piccolo comune con poco più di 7.000 abitanti nella provincia di Bergamo. Yara è stata trovata esattamente tre mesi dopo in un campo. Ora tutta la storia dell'omicidio di Yara Gambirasio è stata raccontata in un documentario in cinque episodi pubblicato su Netflix.
Quello che rimaneva dei vestiti e del suo corpo sono stati notati da Ilario Scotti, un appassionato di modellistica che stava facendo volare uno dei suoi aeroplani. I resti erano in un campo a 10 chilometri da Brembate di Sopra. Per anni le indagini non hanno individuato il colpevole, fino a quando il caso è stato risolto grazie a un singolo test genetico. Il 16 giugno del 2014 Bossetti è stato arrestato. La prova del DNA che è stata confermata nel processo di primo grado, nell’appello e anche in Cassazione. Nonostante i dubbi sollevati dalla difesa.
Come si è arrivato all'Ignoto 1: la traccia del DNA sugli slip di Yara
Tutto il procedimento che ha portato alla creazione del profilo di Ignoto 1 e alla ricerca di un profilo genetico compatibile è iniziato a partire da una singola traccia. Dalle analisi sul corpo di Yara è stata trovata una traccia di DNA misto vicino agli slip. Un dettaglio trovato proprio in un punto particolare: dove gli slip erano stati tagliati.
La traccia era mista. C’era il DNA di Yara insieme a quello di un uomo di cui non si conosceva nulla. Un uomo che è stato chiamato Ignoto 1, il principale indiziato per l’omicidio di Yara. Una volta individuato il DNA di Ignoto 1 è iniziata la ricerca di una persona che potesse combaciare con questo profilo.
Il cammino per l’identificazione del profilo del principale sospettato per l’omicidio di Yara Gambirasio è partito da un ostacolo. Il suo DNA non era in nessuna banca dati. Ignoto 1, chiunque fosse, era incensurato.
Come furono effettuali i test del DNA per risalire all'identità dell'Ignoto 1
La ricerca per trovare Ignoto 1 è stata lunga. Negli anni successivi all’omicidio sono stati effettuati oltre 25.000 test del DNA. Seguendo le tracce genetiche il campo di ricerca si è ristretto sempre di più fino ad arrivare a ipotizzare il padre di Ignoto 1. Per confermare questa tesi venne anche riesumato il cadavere di Giuseppe Guerinoni, un autista di bus morto del 1999. Da qui la storia è nota. Dal padre il test è stato fatto ai figli legittimi ma nessuno coincideva.
Gli investigatori allora hanno ipotizzato che Guerinoni avesse almeno un figlio illegittimo. Da qui è partita una nuova serie di indagini: si è scoperto che Guerinoni ha avuto una relazione fuori dal matrimonio da cui sono nati due gemelli: Laura e Massimo. Un nuovo test ha confermato l’ipotesi: Massimo Bossetti era Incognito 1. Dopo aver accertato l'identità di Ignoto 1, il 16 giugno 2014 Massimo Giuseppe Bossetti è stato arrestato.
Il primo dubbio sollevato dalla difesa: la quantità del DNA non è sufficiente
Bossetti non ha mai confessato l’omicidio di Yara Gambirasio. La prova regina del delitto è rimasto il DNA trovato sugli slip della ragazza. Da qui la difesa di Bossetti ha sempre criticato la tenuta di questa prova, sostenendo che ci fossero dei problemi tecnici in grado di invalidarla. Una tesi che non è mai stata accolta da nessun tribunale.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, nel tempo le teorie sull’innocenza di Bosetti hanno non hanno mai smesso di circolare, anche se vengono sostenute attivamente solo da una piccola minoranza dell'opinione pubblica. Una delle critiche alla prova del DNA è la quantità di materiale trovato sul corpo di Yara.
Il campione andava oltre gli 2.000 picogrammi: abbastanza per varie analisi. Il picogrammo è una minuscola frazione di un grammo, l'equivalenza esatta è 1 pg = 10-12 g. Nell’ottobre del 2015 Giampietro Lago, comandante dei Ris di Parma, ha parlato al Corriere della Sera di: «Tracce ottime e abbondantemente al di sopra dei limiti di criticità, parlando in termini quantitativi».
Il secondo dubbio: la porzione di DNA mitocondriale non corrisponde a quello di Bossetti
Un altro dei punti della difesa di Bossetti, anche qui smontato dai tribunali, riguarda invece la questione del DNA mitocondriale. Per essere più precisi esiste una differenza nelle nostre tracce tra DNA mitocondriale e DNA nucleare. Quello nucleare rappresenta un’impronta digitale, unica e e diversa per ognuno di noi. Quello mitocondriale invece viene trasmesso dalla madre e può ritrovarsi in diversi individui che fanno parte della stessa popolazione.
Il DNA nucleare corrisponde a Bossetti, quello mitocondriale no. Anche qui lo spiega Giampietro Lago: “Il DNA mitocondriale non può assolutamente inficiare la validità della componente nucleare. La differenza tra le due componenti è che la mitocondriale indica l’appartenenza a una linea materna (la trasmette la mamma ai figli, maschi e femmine), mentre la seconda identifica una persona come un’impronta digitale”.