Come sarà l’inverno con El Niño e quali effetti può avere sull’Italia
El Niño, il fenomeno climatico legato all’incremento delle temperature dell’Oceano Pacifico equatoriale, continuerà a persistere almeno fino a gennaio-marzo 2024, rafforzandosi nel corso dell’autunno. Lo indicano i dati più aggiornati del Climate Prediction Center, il centro di previsione climatica del Servizio meteorologico degli Stati Uniti, che calcolano una probabilità di circa il 71% che tra novembre 2023 e gennaio 2024 si sviluppi un forte evento di El Niño. Un evento forte non significa necessariamente impatti più intensi, ma un aumento della probabilità che El Niño abbia ripercussioni globali, con conseguenze su temperature e precipitazioni che sono diverse nelle varie aree geografiche del pianeta. In sintesi, la probabilità che El Niño, la fase calda del modello climatico El Niño Southern Oscillation (noto anche come “ENSO”), continui durante l’inverno è molto forte (maggiore del 95%), presagendo variazioni sui modelli meteorologici in diverse aree del pianeta.
Come El Niño influenza l'inverno in Italia
In Europa, gli effetti di El Niño sono più leggeri di quelli che si possono riscontrare in altri continenti, ma hanno comunque impatto: uno dei motivi principali è legato all’equilibrio tra l’alta pressione sulle Azzorre e la bassa pressione sull’Islanda, che determina la destinazione delle piogge in Europa, spingendo la corrente a getto – una fascia di forti venti verso Est che trasporta la pioggia attraverso l’Atlantico – verso Nord o verso Sud. “Durante gli inverni di El Niño – entrambi questi centri di pressione perdono forza e la corrente a getto porta condizioni più umide nell’Europa meridionale – spiegano gli esperti del Priestley International Centre for Climate dell’Università di Leeds, nel Regno Unito – . Un effetto maggiore si osserva tuttavia nel Nord Europa, dove gli inverni diventano più rigidi e asciutti”.
L’Europa meridionale, Italia inclusa, tende dunque ad avere inverni più piovosi e umidi durante le stagioni di El Niño. Lo sviluppo di un forte evento di El Niño può quindi aumentare la probabilità di precipitazioni invernali che, in presenza di basse temperature, possono significare anche una maggiore possibilità di pioggia gelata, nevischio e neve. Gli impatti più significativi, in termini di precipitazioni, riguardano però altre aree del pianeta, come la parte meridionale degli Stati Uniti, il sud-est del Sud America, il Corno d’Africa e l’Asia orientale. Condizioni più asciutte si riscontrano invece in Indonesia, nell’Africa sud-orientale e nel Nord America nord-orientale.
Come fenomeno climatico con ripercussioni globali, El Niño influisce anche sul clima estivo (giugno-agosto), favorendo condizioni più asciutte nei Caraibi, in Indonesia, in India, nell’America settentrionale del Sud, in parti dell’America centrale e nell'Australia orientale. In Europa, le estati di El Niño sono correlate a una maggiore attività dell’Anticiclone africano, i cui effetti più immediati si traducono in eventi meteo estremi, come ondate di calore durature, con punte che superano i 40 °C, e siccità prolungata.