Come riconoscere un tumore della bocca dalla gengivite e come fare prevenzione: le risposte dell’esperto
In Italia, in base ai dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) pubblicati nel suo ultimo rapporto “I numeri del cancro 2023”, ogni anno si registrano circa 4.500 nuovi casi di tumore della bocca o del cavo orale. I decessi sono attorno ai 3.000 nello stesso arco temporale. Si tratta infatti di una patologia aggressiva la cui sopravvivenza a 5 anni si attesta attorno al 50 percento, come sottolineato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Se diagnosticata in fase avanzata e metastatizzante, si scende al 20 percento.
Alla luce di queste premesse, è chiaro che la diagnosi precoce rappresenta un fattore fondamentale per ricevere le migliori opzioni terapeutiche. Recentemente è balzato agli onori della cronaca il caso di un dentista rinviato a giudizio per omicidio colposo di un suo paziente, al quale aveva diagnosticato una gengivite da scarsa igiene orale, ma che in realtà si trattava di un melanoma che ne ha cagionato la morte. Per comprendere come si possono distinguere le malattie, quali sono i principali fattori di rischio del tumore della bocca e cosa fare per la prevenzione, Fanpage.it ha intervistato il professor Michele Mignogna, ordinario di malattie odontostomatologiche presso l'Università Federico II di Napoli. Ecco cosa ci ha raccontato.
Professor Mignogna, come si riconosce un tumore della bocca e perché è possibile confonderlo con una malattia del cavo orale comune come una gengivite
Il carcinoma orale si manifesta generalmente con un aspetto clinico che può essere di tipo esofitico, vegetante oppure può manifestarsi come perdita di sostanza assumendo in tal caso l’aspetto di una ulcerazione. Sono questi gli aspetti più comuni che noi vediamo nel cavo orale, forme vegetanti e forme ulcerate quali manifestazioni di tumori avanzati. Però noi oggi battiamo molto su un altro tipo di discorso, perché in genere il cancro orale è preceduto, a volte anche di anni, da dei precursori clinici quali i disordini potenzialmente maligni. Quindi questi precursori sono quelli che noi cerchiamo di identificare e sui quali facciamo specifica formazione nell'ambito dei corsi di laurea. Questi precursori sono facilmente riconoscibili all’ispezione della mucosa orale come variazioni cromatiche o bianche o rosse.
E quando si tratta di un melanoma?
Il melanoma primitivo del cavo orale è piuttosto raro. Può assumere qualunque aspetto clinico, in genere di singola o multipla lesione pigmentata quindi la diagnostica è relativamente complessa. Esistono addirittura forme non pigmentate. Quindi diciamo che a volte crea delle difficoltà tecniche diagnostiche significative.
Con quali malattie comuni può essere confuso un tumore della bocca?
Può essere confuso con forme infiammatorie ovviamente, o con forme benigne a crescita lenta. Ma è difficile che una persona che abbia un'adeguata formazione possa non rilevare un tumore maligno della bocca pur essendo oggi l'odontoiatria un mondo molto variegato e complesso.
Ci spieghi
Oggi l’odontoiatria prevede competenze molto differenziate in settori molto diversi tra loro. Si pensi per esempio a chi fa medicina estetica e a chi invece fa il mio lavoro, ovvero il patologo orale. Sono mondi diametralmente opposti. C'è comunque un messaggio che vale per tutti: di avere una conoscenza di base sulle malattie della bocca e soprattutto di intercettare qualunque lesione della mucosa orale per opportunamente valutarla. E sapere che nel caso tale lesione non guarisca dopo tre o quattro settimane ulteriori indagini sono indicate.
Questa era proprio la prossima domanda: quando una persona dovrebbe iniziare a preoccuparsi se si accorge che c'è qualcosa che non va in bocca.
Se un paziente ha una lesione orale che dopo tre o quattro settimane non tende a guarire, sicuramente ha bisogno di una visita medica odontoiatrica. Per l'odontoiatra, che può avere diversi gradi di esperienze in questo campo, vale lo stesso. Qualunque lesione che non guarisce nell'arco tre o quattro settimane dopo che siano state fatte le comuni e routinarie terapie odontoiatriche di primo approccio, quali l'igiene orale professionale e la rimozione dei fattori irritanti locali, prevede che il paziente venga rapidamente riferito a un centro di diagnostica di secondo o terzo livello.
Cosa consiglia di fare per la prevenzione? Le visite di routine dal dentista sono indubbiamente molto preziose.
Questa è una domanda estremamente importante, perché l'odontoiatra è la sentinella sul territorio delle malattie della bocca. Noi in medicina facciamo una ridotta formazione su queste malattie privilegiando per tali insegnamenti il corso di laurea in odontoiatria. Quindi oggi chi ha formazione specifica ed approfondita sulle malattie della bocca è l'odontoiatra. Questa è una cosa che non dobbiamo dimenticare. L'odontoiatra è il titolare nella diagnosi e nel trattamento delle malattie della bocca, una cosa che sottolineo sempre con forza. Bisogna perciò fare formazione per gli odontoiatri non solo durante il loro percorso formativo pre laurea ma anche, in maniera continuativa, durante la loro carriera professionale per mantenere vive le conoscenze in questo campo.
Punto secondo, la migliore prevenzione che si può fare per il cancro della bocca, malattia frequente ed ad alta mortalità e che a volte interessa anche i giovani, è l'ispezione visiva della mucosa orale. Quindi il dentista prima di controllare i denti deve ispezionare le mucose orali, sempre e in ogni paziente. E se trova una variazione cromatica o diverse alterazioni morfologiche , deve attenzionarle e prendere provvedimenti adeguati nel caso tendesse a persistere.
Quindi la visita annuale dal dentista, come fanno in tanti, va bene come frequenza?
Se il paziente non ha fattori di rischio sicuramente sì, una volta l'anno è il normale tempo che interessa tutti per quanto riguardo l’ispezione della mucosa orale. Se invece il paziente è sottoposto a fattori di rischio, quali per esempio il fumo di sigaretta o l'uso di alcol, allora deve essere visitato ogni sei mesi.
Cosa può dirci degli altri fattori di rischio? Concorre anche il papillomavirus HPV
Oggi esistono tre forme diverse di cancro della bocca. La prima, quella classica, è quella fumo-alcol correlata. È la più importante e diciamo che circa l'80 percento dei pazienti rientra in questa fascia. Poi esistono le forme HPV correlate, che interessano la parte posteriore della bocca, la zona tonsillare, del faringe. Quindi sono un po' più posteriori. E poi esiste una terza fascia che interessa il 10 percento dei pazienti, che sono i carcinomi linguali giovanili in assenza di fattori di rischio. Una patologia particolarmente grave che stiamo vedendo sempre più spesso e che stiamo cercando disperatamente di comprendere meglio tramite la ricerca scientifica.
Anche l'incidenza di altri tumori nei giovani è in crescita, quali potrebbero essere le cause?
Purtroppo per i tumori giovanili non ne abbiamo idea. Molti centri di ricerca nel mondo, tra cui l'Università Federico II a Napoli, portano avanti studi di genetica su questi tumori. La prima cosa è comprenderli, vedere che firma genetica hanno, qual è la via che scelgono per arrivare da cellula normale a cellula trasformata. Quando avremo capito questo, cioè qual è il profilo genetico di questi tumori, potremo essere più precisi in merito.