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Come riconoscere un nido di tartarughe marine in spiaggia

Le tracce della nidificazione lasciate dalle tartarughe marine sulla sabbia sono caratterizzate dalle tipiche pinnate che portano dal mare al nido e viceversa in un percorso a “U”. Per capire se si tratta di una scia lasciata da una Caretta caretta, la tartaruga più comune nel Mediterraneo, la traccia deve essere larga dai 60 ai 100 cm.
A cura di Valeria Aiello
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Estate è tempo di vacanze e, per molti, di mare e relax. Per chi sceglie le coste sabbiose, le giornate in spiaggia possono anche diventare una piacevole occasione di scoperta, specialmente se al mattino presto si ha l’abitudine di fare lunghe camminate sul bagnasciuga. È proprio nelle prime ore del giorno che è infatti più probabile imbattersi nelle tracce delle nidificazioni delle tartarughe marine che, da giugno a settembre, generalmente durante le ore notturne, raggiungono la spiaggia per deporre le uova, lasciando sulla sabbia gli inconfondibili segni del loro passaggio. Saper riconoscere queste tracce, oltre al fascino del delicato processo di riproduzione in sé, è di fondamentale importanza per evitare che il nido venga distrutto involontariamente, soprattutto nelle spiagge affollate nei mesi estivi.

Le tartarughe marine che nidificano sulle coste italiane appartengono prevalentemente alla specie Caretta caretta, la più comune nel Mediterraneo, le cui femmine depongono le uova sotto la sabbia, di solito nei luoghi dove sono nate (o a breve distanza). Tuttavia, l’aumento delle temperature del mare sta portando questi animali a nidificare più a nord rispetto ai siti abituali (coste meridionali adriatiche, ioniche e tirreniche) e negli ultimi anni sono sempre più frequenti le segnalazioni di nidi anche sulle spiagge delle regioni del centro-nord.

Come riconoscere i nidi delle tartarughe marine in spiaggia

Le tartarughe marine che depongono le uova sono esemplari adulti, che nel caso della specie Caretta caretta hanno almeno 20 anni e un carapace che va dagli 80 ai 150 centimetri di lunghezza. Avvistarne una che durante il giorno risale la spiaggia per nidificare è alquanto raro, perché generalmente le uova vengono deposte durante le ore notturne, o al massimo all’alba, quando la temperatura della sabbia in profondità è maggiore di quella più superficiale. Meno raro è invece trovare sulla sabbia le tracce del loro passaggio, caratterizzato dalle tipiche pinnate che portano dal mare al nido e viceversa in un percorso a “U”.

Questo perché le tartarughe non tornano mai sui loro passi, ma compiono questo caratteristico percorso parabolico, sotto al cui vertice è molto probabile che siano state deposte le uova. Non sempre, infatti, le tartarughe escono dall’acqua per l’ovodeposizione, ma a volte sondano soltanto la sabbia per valutare se le condizioni sono o meno ideali.

Le impronte lasciate da una tartaruga marina sulla sabbia / Credit: Parco Regionale della Maremma
Le impronte lasciate da una tartaruga marina sulla sabbia / Credit: Parco Regionale della Maremma

Ad ogni modo, le tracce di questo passaggio somigliano alle impronte lasciate dalla ruota di un piccolo trattore che compie un percorso di andata e ritorno dal mare. Per capire se si tratta di una scia di una Caretta caretta, la traccia deve essere larga dai 60 ai 100 cm.

Il nido, come detto, si trova sotto la sabbia, a poca profondità dalla superficie, solitamente nel punto più lontano dal mare. Può contenere fino a 200 uova ma, se la sua posizione non viene identificata subito, è impossibile risalire al punto di nidificazione, perché dopo breve tempo le tracce vengono cancellate da vento, mare, o dal calpestio.

Le uova hanno un’incubazione tra i 42 e i 65 giorni, in funzione di temperatura e umidità della sabbia e, subito dopo la loro schiusa, in superficie è possibile osservare una sorta di un avvallamento, di circa 20 cm di diametro, in corrispondenza della camera delle uova. Segnale che i tartarughini, usciti dal guscio, stanno scavando lo strato di sabbia che li sormonta, per poi raggiungere la superficie e dirigersi prontamente verso il mare.

Cosa fare se si avvistano le tracce della nidificazione

Qualsiasi attività che si svolga al di sopra del nido può compromettere la schiusa delle uova, come giochi e scavi nella sabbia, l’infissione di pali, ombrelloni, il passaggio di mezzi motorizzati o di predatori notturni e diurni. Pertanto, riconoscere le tracce della nidificazione e delimitare l’area del nido può rivelarsi determinante per la riproduzione e la sopravvivenza della specie.

La cosa da fare, se avvistiamo le tracce di una tartaruga marina, è chiamare immediatamente il 1530 (Guardia costiera) per segnalarne la presenza, evitando di calpestare il sito. In attesa di intervento, molto importante è proteggere l’intera area in cui si suppone che ci sia la camera delle uova, senza infilare bastoni o altro, in modo da impedire il passaggio di qualsiasi mezzo e delle persone.

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