Come proteggersi dai tumori causati dall’amianto: le tac periodiche e la sorveglianza attiva
Per decenni, il comune di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, ha ospitato un enorme stabilimento produttivo della ditta Eternit, il marchio dell'azienda belga Edex, specializzato nella produzione di cemento-amianto. Ai tempi però non erano ancora noti gli effetti disastrosi di questo materiale fibroso sulla salute umana, poi negli anni '70 qualcosa inizia a incrinarsi: i medici dell'Ospedale di Casale Monferrato osservano un incremento anomalo di morti per mesotelioma, un tumore maligno molto grave che colpisce il mesotelio, la sottile membrana che avvolge gli organi.
Nel giro di pochi anni tutto cambia e Casale Monferrato passa da essere la capitale della produzione del cemento-amianto alla prova vivente che l'amianto uccide chi lo respira. Nel 1987 l'azienda chiude e nel 1992 il Parlamento approva una legge che vieta la produzione e la vendita del materiale in Italia. Da allora, ogni anno in Italia, soprattutto nelle regioni in cui è stato più usato e prodotto l'amianto (Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna), si registrano nuovi casi di malattia amianto correlate, tra cui il mesotelioma rappresenta la più grave.
Ogni anno il Rapporto Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM) tiene traccia delle nuove diagnosi di mesoteliomi: secondo i dati Inail dal 1993 al 2018 sono stati registrati in Italia 31.572 casi. Negli ultimi anni le diagnosi sono aumentate: nel 2020 sono stati stimati 2.000 nuovi casi, rispetto ai 1.800 del 2019. Dati i lunghi tempi di insorgenza della malattia rispetto al momento dell'esposizione all'amianto l'età media della diagnosi è di 70 anni.
L'80% delle persone che si sono ammalate di mesotelioma sono state esposte all'amianto (per lavoro, ambiente, sport o vicinanza familiare con una persona a sua volta esposta). Nel 69,9% dei casi l'esposizione professionale è indicata tra le cause della malattia. Di recente la storia dell'inviato Rai Franco Di Mare ha riacceso l'attenzione su questo tema. Fanpage.it ha fatto il punto dell'evoluzione della malattia in Italia con la professoressa Giulia Veronesi, direttrice del programma strategico di Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele.
Si stima che l'80% dei mesoteliomi sia causato dall’esposizione all’amianto. Quindi può essere definito un tumore da amianto?
Direi di si, l’esposizione prolungata alle fibre di amianto con concentrazioni elevate è correlata direttamente all’insorgenza di mesotelioma e di altre patologie respiratorie benigne come l’asbestosi e la comparsa di placche pleuriche. La buona notizia è che dopo le leggi che hanno vietato l’uso di amianto dagli anni Novanta l’esposizione si è notevolmente ridotta con conseguente attesa di riduzione dei casi.
L'amianto è stato vietato ormai da anni, eppure ancora adesso ogni anno vengono diagnosticati nuovi casi. Come mai?
Il fatto che nonostante il divieto di utilizzo dell'amianto sia stato introdotto oramai più di 30 anni fa, continuino a essere diagnosticati ancora oggi nuovi casi di mesoteliomi è normale. Questo si deve al fatto che c’è una latenza di circa 30-50 anni dal momento dell'esposizione all'amianto all’insorgenza del tumore.
Quindi adesso siamo proprio nel momento in cui la malattia dovrebbe manifestarsi. Cosa dicono i dati? Dobbiamo aspettarci un aumento dei casi?
Il picco di incidenza delle diagnosi di mesoteliomi era atteso proprio in questi anni, ovvero tra il 2020 e il 2022. Ora la curva d'incidenza della malattia dovrebbe cominciare a diminuire. In teoria dovremmo già essere alla fine del plateau e dovremmo essere all'inizio della fase discendente della curva. Questo significa che dovremmo cominciare a vedere una riduzione nel numero delle nuove diagnosi.
Purtroppo però in alcuni Paesi in via di sviluppo le regolamentazioni su utilizzo dell’amianto non sono ancora in vigore o vengono disattese. Qui l'incidenza è ancora in aumento.
Ci sono dei modi per capire se nel luogo in cui viviamo o lavoriamo è presente l’amianto? Questo può costituire un fattore di rischio per la nostra salute?
L’amianto è un fattore di rischio per la salute. Come anticipato, anche se l’utilizzo nei cantieri navali o in altri settori dell'edilizia è stato vietato da molti anni, restano alcuni palazzi da smaltire e questo potrebbe esporre i lavoratori a esposizioni acute ma brevi. I rischi connessi a questo tipo di esposizione non sono ancora ben chiari.
E per chi non è esposto direttamente all'amianto dei palazzi da bonificare non ci sono rischi di nessun tipo?
Per quanto riguarda tutte le altre persone, misurare il grado di concentrazione delle fibre nell’ambiente è molto complesso, proprio perché sono pochissime le fibre riscontrabili nell’aria anche in zone a rischio . Come misura protettiva rispetto all'insorgenza di questo tumore, dobbiamo continuare a eseguire una sorveglianza attiva dei soggetti che hanno avuto esposizione lavorativa prolungata o familiarità per questa patologia.
C’è qualcosa che possiamo fare per proteggerci? Le bonifiche che continuano a essere fatte ancora oggi per rimuovere dagli edifici l’amianto sono sufficienti per la nostra sicurezza?
È importante continuare ad attuare la sorveglianza dei soggetti esposti in passato all’amianto sia per l'insorgenza di mesotelioma che per monitorare il rischio di altri tumori polmonari. Questa andrebbe eseguita con opportune visite, come la tac al torace periodiche o una tantum.
Queste sono utili anche per verificare se ci sono segni indiretti come placche pleuriche o infiltrati polmonari compatibili con asbestosi, ovvero una patologia infiammatoria cronica del polmone che può causare difficoltà respiratorie a lungo termine. Inoltre, vale la pena ribadirlo, è importante continuare a mappare le zone ad alto rischio e procedere con la bonifica del territorio.