Come prevenire l’Alzheimer e altre forme di demenza? Un semplice accorgimento riduce il rischio del 15%

Prevenire l’Alzheimer e altre forme di demenza rappresenta una sfida cruciale per la ricerca scientifica, con un crescente interesse verso strategie in grado di contrastare, ritardare o rallentare il declino cognitivo: prove incoraggianti sono emerse dalla gestione della pressione arteriosa, dall’aumento dell’attività fisica e di abitudini legate al cosiddetto allenamento cognitivo, ma anche dalla gestione del diabete, da interventi che migliorano la qualità del sonno e, più recentemente, anche dall’uso di apparecchi acustici per compensare la perdita dell’udito.
Un nuovo studio, che ha coinvolto quasi 34.000 persone, ha voluto fare luce sull’efficacia delle strategie di riduzione della pressione alta (ipertensione), prendendo in esame i diversi accorgimenti e trattamenti farmacologici volti al controllo della pressione arteriosa. Tra questi, anche gli interventi sullo stile di vita, tra cui smettere di fumare, la perdita di peso e l’adozione di una dieta più sana, inclusa la riduzione del sale.
Dall’analisi è emerso che un controllo efficace dell’ipertensione riduce significativamente il rischio di Alzheimer e altre forme di demenza: in media, chi abbassa la pressione arteriosa sistolica (la massima) da 157 a 128 mmHg ha una probabilità inferiore del 15% di sviluppare demenza dopo 4 anni rispetto ai chi riduce la pressione da 155 a 148 mmHg. I risultati della ricerca sono stati dettagliati in un nuovo articolo pubblicato su Nature Medicine.
“Ciò che fa bene al cuore, spesso fa bene anche al cervello”
Prendersi cura della salute del cuore e dei vasi sanguigni è qualcosa che tutti possiamo fare per migliorare il nostro benessere generale e ridurre il rischio di demenza. “Sebbene non esista un singolo comportamento che garantisca la prevenzione della demenza, sappiamo che ciò che fa bene al cuore fa spesso bene anche alla testa – ha affermato il dottor Richard Oakley, direttore associato per la ricerca e l’innovazione presso l'Alzheimer’s Society – . Questo studio è uno dei primi grandi trial clinici volti a verificare se il trattamento dell’ipertensione possa ridurre il rischio di demenza, e i risultati sembrano promettenti”.
Come spiegato dall’esperto, che non è stato coinvolto nello studio, l’analisi è la prima a segnalare una riduzione statisticamente significativa del rischio di demenza associata al trattamento antipertensivo e fornire una solida evidenza a sostegno del suo ruolo nella prevenzione del declino cognitivo.
La sperimentazione è stata condotta in contesti rurali della Cina, coinvolgendo 33.995 persone di età pari o superiore a 40 anni con ipertensione non controllata. I partecipanti allo studio sono stati divisi in due gruppi: il gruppo di intervento ha ricevuto farmaci antipertensivi e supporto sanitario sul monitoraggio domiciliare della pressione arteriosa, sulle modifiche dello stile di vita (tra cui perdita di peso, riduzione del sodio nella dieta e riduzione dell’alcol) e sull’aderenza alla terapia farmacologica. Il gruppo di controllo ha invece seguito le cure abituali, con solo una formazione sulla gestione della pressione arteriosa, sottoponendosi a controlli pressori solo in contesti sanitari.
Nel periodo di studio (48 mesi), gli autori della ricerca hanno riscontrato che il gruppo di intervento ha ottenuto un migliore controllo della pressione arteriosa, con un numero maggiore di pazienti che hanno raggiunto i livelli target, rispetto al gruppo di controllo.
“La gestione intensiva della pressione arteriosa ha ridotto sostanzialmente il rischio di demenza del 15% e quello di deterioramento cognitivo del 16%” hanno riportato gli studiosi, riscontrando i benefici delle strategie volte a un controllo efficace della pressione arteriosa nel ridurre il rischio di demenza.