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Come nasce uno stalker: lo abbiamo capito guardando Baby Reindeer con una psicologa

In poche settimane Baby Reindeer è stata vista da più di 22 milioni persone. Ispirata a una storia vera di stalking, questa serie racconta le dinamiche complesse che possono stabilirsi tra vittima e persecutore: dal rovesciamento di ruoli agli atteggiamenti manipolatori. Li abbiamo ricostruiti con la psicoterapeuta Annalisa Pellegrino.
Intervista a Annalisa Pellegrino
Psicologa e psicoterapeuta
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NETFLIX | Screenshot dalla serie Baby Reindeer
NETFLIX | Screenshot dalla serie Baby Reindeer

"C'è un motivo se non l'allontani. È per quello che ti dà". Donny Don è un aspirante comico in cerca di fortuna, ma trascorre le sue giornate come barman dietro il bancone di un pub. È proprio davanti a quel bancone che un giorno incontra Martha, una donna sui 40 anni che dice di essere un'avvocata di successo ma che non ha nemmeno i soldi per pagarsi una Coca-Cola. Bastano una chiacchiera e qualche sorriso per portare Martha a sviluppare un'ossessione per Donny: inizia a perseguitarlo e diventa la sua stalker per tre lunghi anni.

Inizia così Baby Reindeeer, la serie Netflix – che solo recentemente ha modificato la sua politica di abbonamento – divenuta in poche settimane un fenomeno globale da 22 milioni di visualizzazioni. La storia che racconta non è inventata, ma è quella dell'autore della serie, il comico e attore scozzese Richard Gadd, che è anche interprete di sé stesso. A Fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Annalisa Pellegrino ha commentato le dinamiche psicologiche che rendono questa serie così complessa e allo stesso tempo così autentica.

Tutto nasce da una storia vera

Gadd ha vissuto davvero la storia che racconta in Baby Reindeer, qui trovate anche la recensione di Fanpage.it. Dal 2015 al 2018 l'attore è stato vittima di un caso di stalking, da cui è riuscito a liberarsi solo dopo aver superato una lunga serie di ostacoli e mostri interiori, causati da traumi passati che lo hanno segnato nel profondo. Primo tra tutti l'abuso sessuale subito qualche anno prima da parte di un produttore televisivo.

Oltre alla bravura degli attori, c'è qualcos'altro che spiega il successo globale di questa serie, la più vista sulla piattaforma in 80 Paesi, tra cui l'Italia, per due settimane di seguito: tutto è così complicato da risultare estremamente vero. I personaggi rompono le classiche gabbie di "buono" e "cattivo", assumendo sfumature e atteggiamenti che vanno oltre la tradizionale narrazione dello stalking. Nel corso del suo rapporto con Martha, Donny sviluppa una sorta di dipendenza dalla sua carnefice, un bisogno tale da spingerlo, quando lei finalmente si allontana, a sentire la sua mancanza, perfino a desiderare il suo ritorno. Esatto, gli manca la persona che gli sta rovinando la vita.

Cosa Baby Reindeer ci insegna sullo stalking

Per stalking si intende un insieme di atti persecutori che una persona attua nei confronti di un'altra dalla quale è ossessionata. Nella vittima generano ansia e paura, fino a impedire il normale svolgimento della sua vita quotidiana. In Italia lo stalking è stato riconosciuto come reato dalla legge 38/2009. Anche dal punto di vista psicologico "la caratteristica dello stalker è esercitare il controllo sulla sua vittima", spiega la dottoressa Pellegrino, "questo si traduce in un atteggiamento controllante nei suoi confronti, come se fosse una sua proprietà".

È interessante notare che spesso anche la vittima ha delle caratteristiche che la predispongono a diventare tale. "Nella maggior parte dei casi la scelta della vittima da parte dello stalker non è casuale. Lo vediamo bene nella serie – prosegue l'esperta – il protagonista è una persona devastata da un grave abuso passato, che ha distrutto la sua autostima".

Qual è il profilo della vittima di stalker

La storia tra Donny e Martha inizia in modo molto semplice: la donna è seduta al bar, è sola e molto triste. Donny avverte il suo malessere e prova subito una sorta di compassione per lei. Inizia a essere gentile, ad avere delle attenzioni. In una parola: empatizza con il suo dolore. Da quel momento Martha si aggancia a lui e ogni volta che lui proverà a distaccarsene userà l'empatia di Donny a suo vantaggio.

La psicologa spiega questa dinamica come un elemento tipico nei casi di stalking: "Lo stalker inconsciamente è portato a scegliere come vittima una persona con un profilo specifico: in genere si tratta di persone con una bassa autostima, ma anche dotate di alta empatia. La serie lo mostra bene, già nel momento stesso del loro primo incontro. Queste stesse caratteristiche sono quelle che rendono più difficile per la vittima allontanarsi dallo stalker".

Anche la vittima può sviluppare una dipendenza dallo stalker

Tra stalker e vittima però le cose non sono sempre lineari. A volte è la stessa vittima a sviluppare una dipendenza dalle attenzioni dello stalker. "Tra Donny e Martha si verifica – spiega Pellegrino – quello che in psicologia viene definito il “triangolo drammatico di Karpman”, dal nome dello psicologo che lo ha teorizzato. Questo schema individua tre ruoli, ovvero vittima, persecutore e salvatore, che però non sono fissi. Questo continuo cambio di ruoli all'interno delle dinamiche disfunzionali dà esito a pericolosi giochi psicologici dai quali escono tutti sconfitti".

Donny, che è chiaramente la vittima, comincia a sviluppare atteggiamenti ossessivi verso Martha. La cerca, controlla costantemente cosa fa, frequenta i suoi stessi posti: in qualche modo diventa lui stesso persecutore. Quest’inversione di ruoli è conseguenza a sua volta di un’altra dinamica psicologica: l'“identificazione con l'aggressore”.

"Si tratta – prosegue Pellegrino – di un'infatuazione simile all'innamoramento. Ovviamente non è un sentimento reale, né tanto meno un'attrazione sana, ma è piuttosto la conseguenza del sentire soddisfatti dal persecutore quei bisogni generati dalla mancanza di autostima o dai traumi passati", aggiunge Pellegrino. In sostanza è quello che Teri, altro personaggio della serie di cui Donny si innamora, riassume in poche parole: "C'è un motivo se non l'allontani. È per quello che ti dà".

"Qualcuno ti ha ferito": come lo stalker utilizza la manipolazione

Baby Reindeer svela un'altra dinamica tipica dei rapporti di co-dipendenza che possono instaurarsi tra stalker e vittima: la manipolazione. Il persecutore se ne serve per tenere agganciata a sé la vittima in modo subdolo e per questo spesso difficile da riconoscere. "Martha cerca di convincere in tutti i modi Donny del fatto che solo lei può davvero capire cosa ha provato. “Qualcuno ti ha ferito”, gli ripete costantemente", spiega l'esperta.

"Molto spesso la manipolazione colpisce proprio gli aspetti più vulnerabili della vittima, i suoi bisogni più intimi e nascosti. Nel caso specifico di Donny, Martha aveva intuito il suo bisogno ossessivo di sentire riconfermata la sua mascolinità e su questo fa leva lungo tutto il loro rapporto per tenerlo legato a lei".

Spesso i rapporti di stalking iniziano proprio con l'eccessiva adulazione da parte del futuro stalker: "Se mi sento di valere poco, nel momento in cui un altro riconosce ed esalta il mio valore, sviluppo una dipendenza nei confronti di quel riconoscimento del mio valore, a tal punto che pur di non perderlo sono disposta ad accettare tutto". È in questo meccanismo – conclude Pellegrino – che si cela la trappola più insidiosa nel rapporto tra vittima e stalker. Il vuoto lasciato dal persecutore potrebbe diventare paradossalmente più doloroso e insopportabile della sua stessa presenza.

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