Come le cose che vediamo possono alterare la nostra percezione del tempo e ingannare la memoria
Ti è mai capitato di ripensare a quel viaggio memorabile e avere l'impressione che sia durato molto di più del suo tempo effettivo? Non è una novità, la percezione del tempo da parte del cervello umano non è oggettiva, ma è influenzata dai nostri sensi. Ora, un nuovo studio ha dimostrato che perfino ciò che guardiamo influenza il modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni visive e la nostra percezione del tempo.
Nello specifico, secondo l'esperimento condotto dalla George Mason University di Fairfax, in Virginia, più un'immagine è memorabile più ci sembrerà esteso il tempo che abbiamo trascorso a osservarla. Non solo, il nostro cervello sarà più propenso a ricordare le immagini che nella nostra percezione abbiamo osservato per un tempo maggiore.
Cosa ha dimostrato l'esperimento sulla percezione del tempo
Il modo in cui il cervello umano percepisce il tempo è un argomento di grande interesse per gli scienziati di tutto il mondo. Questo perché non esiste un organo sensoriale specificamente dedicato alla codifica del tempo, quindi tutti i sensi insieme contribuiscono a influenzare la nostra percezione del concetto di durata. Già in passato diversi studi hanno dimostrato che le qualità di un'immagine, ad esempio i colori che la compongono, influenzano la percezione che abbiamo del tempo trascorso a guardarla. Per questo motivo, ad esempio, ci sembrerà che il tempo sia trascorso più lentamente guardando un oggetto rosso piuttosto che uno blu.
Dai risultati del nuovo studio, pubblicati sulla rivista Nature Human Behaviour, è emerso che i partecipanti all'esperimento hanno avuto l'impressione che il tempo trascorresse più lentamente osservando immagini grandi e ordinate, rispetto a quelle piccole e caotiche. Altro aspetto interessante: non solo il tipo di immagine influenzava la percezione del tempo, ma anche il funzionamento della memoria. I ricercatori che hanno condotto l'esperimento hanno infatti visto che i partecipanti erano più predisposti a ricordare le immagini a cui avevano associato un tempo di osservazione maggiore.
Come è stato condotto l'esperimento
L'esperimento è stato realizzato in due fasi. Nella prima i ricercatori hanno raccolto un campione di 252 immagini molto diverse tra loro per dimensioni e grado di disordine dell'oggetto rappresentato. Poi ciascuna di queste immagine è stata mostrata per meno di un secondo a un gruppo di 52 partecipanti, calcolando in base ad alcuni test il tempo che nella loro percezione avessero impiegato a osservare ciascuna delle immagini. Da questa prima fase è emerso il primo elemento: più l'oggetto osservato era grande e ordinato maggiore era il tempo che i partecipanti pensavano di aver trascorso ad osservarlo.
Come la percezione del tempo influenza la memoria
I ricercatori hanno poi messo in atto la seconda fase dell'esperimento, quella dedicata a studiare se e come la memoria sia influenzata dalla nostra percezione del tempo. Per farlo hanno mostrato a 48 partecipanti una collezione di 196 immagini più o meno memorabili. I risultati hanno mostrato che il cervello umano percepisce come più dilatato il tempo impiegato a osservare le immagini più memorabili.
In conclusione non solo la nostra percezione del tempo è influenzata dai nostri sensi, ma essa stessa influenza la nostra memoria. Ciò che è più facilmente "memorabile" dilata la nostra percezione del tempo e viceversa ciò che dilata la nostra percezione del tempo tende a rimanere più impresso nella nostra memoria.