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Come i cani, anche i lupi riconoscono le voci umane familiari

La scoperta confuta una teoria di lunga data secondo cui la capacità dei cani di distinguere le voci umane è una conseguenza dell’addomesticamento.
A cura di Valeria Aiello
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Anche i lupi, come i cani, sono in grado di riconoscere le voci umane e rispondere a quelle familiari. Lo ha scoperto un team di ricerca internazionale, guidato dall’etologa italiana Beatrice Gammino dell’Università di Torino, nell’ambito di uno studio che ha voluto fare luce sulla capacità dei lupi di distinguere le voci umane familiari da quelle degli estranei. Questa abilità dei lupi, quali parenti selvatici più prossimi dei cani, potrebbe non sorprendere, eppure una teoria di lunga data sostiene che lo sviluppo di capacità nei cani sia una conseguenza del loro addomesticamento.

Per confutare questa tesi, i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti in cinque zoo e parchi faunistici della Spagna, testando la capacità di un totale di 24 lupi grigi (sia maschi che femmine) di riconoscere le voci umane. Mediante alcuni altoparlanti, ai lupi sono state fatte ascoltare diverse registrazioni che riproducevano le voci dei loro custodi e di estranei, che pronunciavano frasi familiari, del tipo “Ehi, che succede?” o “Ciao piccoli, buongiorno, come va?”, oppure espressioni sconosciute.

Osservando le loro reazioni, come dettagliato in un articolo pubblicato sulla rivista Animal Cognition, i ricercatori hanno preso nota dei comportamenti mostrati dai diversi esemplari, tipo alzare la testa, drizzare le orecchie e voltarsi verso gli altoparlanti alla ricerca dell’oratore.

La durata della loro risposta – spiega il team – era significativamente più lunga quando ai lupi venivano fatte ascoltare le voci dei custodi piuttosto che quelle degli estranei, dimostrando che i lupi discriminavano tra voci familiari e non familiari”.

In termini di implicazioni, la scoperta suggerisce che la capacità di cani e lupi di distinguere le voci umane familiari era probabilmente presente nel loro antenato comune, supportando inoltre l’idea che questa sia una capacità generale dei vertebrati. Ciò significherebbe che “è probabile che molte specie ci stiano ascoltando e ci riconoscano come individui” ha affermato la coautrice dell’articolo, la ricercatrice Holly Root-Gutteridge dell’Università di Lincoln.

È anche possibile che altre specie non differenzino solo le voci degli umani, ma anche i versi delle altre specie. “Abilità così generali comporterebbero che gli animali abbiano molte più interazioni tra specie di quanto finora ipotizzato” hanno concluso gli studiosi.

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