Come ha fatto a salvarsi l’attivista che si è fatto mangiare da un’anaconda
Negli ultimi mesi negli Stati Uniti sta tornando popolare la storia di Paul Rosolie, un naturalista che nel 2014 ha provato a farsi mangiare vivo da un’anaconda. La sua storia è stata citata dal Joe Rogan podcast, uno dei podcast più popolari nel Paese. Non solo, è stata ripresa anche da Ladbible e dal New York Post con nuovi commenti di Paul. In effetti è discretamente interessante.
Paul Rosolie si definisce un naturalista. Di fatto il suo curriculum è ibrido, a metà tra divulgazione scientifica e attivismo. Nato a Brooklyn, negli Stati Uniti, Paul si è sempre dedicato alla protezione della Foresta Amazzonica, quella gigantesca zona verde nel Sud America che attraversa nove Paesi e si estende per 6.700.000 km².
La parte della sua carriera per cui è diventato più noto però è un documentario. Nel dicembre del 2014 ha condotto per Discovery Channel lo speciale Eaten Alive, in cui si faceva riprendere mentre veniva divorato da un’anaconda verde.
L’esperimento dell’anaconda
L’obiettivo di Eaten Alive doveva essere quello di sensibilizzare il pubblico sulla conservazione della foresta amazzonica. L’esperimento dell’anaconda doveva essere solo una parte del show ma ha finito per essere il momento centrale.
Paul è andato con una troupe in Perù dove per prima cosa ha rintracciato un esemplare di anaconda verde lungo oltre sei metri. Poi si è avvicinato a questo animale con una tuta costruita per l’occasione in fibra di carbonio. Paul si era anche cosparso di sangue di maiale per essere più appetibile come preda.
L’esperimento è stato interrotto in fretta. Dopo che l’anaconda ha spalancato le sue fauci e ha iniziato a inghiottire la testa di Paul, il presentatore e la troupe hanno deciso di chiudere tutto. Paul non era solo protetto da una tuta in fibra di carbonio ma era anche collegato a un cavo con cui poteva essere tirato fuori dalle spire dell'animale.
Come mangia un anaconda
L’anaconda verde il serpente più lungo del mondo. Il suo nome scientifico è Eunectes murinus e alcuni esemplari possono arrivare anche a 9 metri. Le femmine sono più lunghe dei maschi. Il fatto che Paul abbia potuto raccontare di nuovo la sua esperienza a dieci anni di distanza è legato alla tecnica di caccia di questi animali.
Dal punto di vista biologico questi serpenti sono dei “costrittori”. La loro arma non è il veleno ma proprio il corpo, la capacità di stringere le prede attraverso le loro spire. Prima si attaccano a loro mordendole poi cominciano ad avvolgerle fino a soffocarle. Solo a quel punto le ingoiano e iniziano un lungo processo di digestione.
Un metodo di caccia che Paul conosceva bene quando ha progettato la tuta: “Le anaconde si attaccano semplicemente con il morso, poi si schiacciano, ed è così che uccidono la preda prima di ingoiarla. Quindi dovevo essere in grado di sopravvivere alla parte dello schiacciamento. Poi ci siamo assicurati che potessi respirare nel caso in cui fossi riuscito a entrare nell’anaconda".