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Guerra in Ucraina

Come funzionano le armi laser usate dalla Russia nella guerra in Ucraina

La Russia ha riferito di usare armi laser nella guerra in Ucraina, capaci di bruciare i droni a 5 chilometri di distanza. Ecco come funzionano Peresvet e Zadira.
A cura di Andrea Centini
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L'arma laser russa Peresvet. Credit: wikipedia
L'arma laser russa Peresvet. Credit: wikipedia
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Nel corso di un'intervista trasmessa da TV Channel One il vice primo ministro russo Yury Borisov ha annunciato che la Russia sta impiegando armi laser in Ucraina, con particolare riferimento al misterioso sistema “Zadira” che sarebbe in grado di colpire e distruggere bersagli a 5 chilometri di distanza. La notizia, accolta con un certo scetticismo dagli analisti militari, è stata commentata con sarcasmo anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, che ha equiparato le armi laser dei russi alle “armi miracolose” che avrebbero permesso alla Germania nazista di salvarsi dalla disfatta durante la Seconda Guerra Mondiale. “Più diventava chiaro che non avevano alcuna possibilità di vincere la guerra, più si faceva propaganda su un'arma straordinaria che sarebbe stata così potente da garantire una svolta”, ha dichiarato Zelenskiy nel consueto video pubblicato a notte fonda. “E così – ha continuato il presidente ucraino – vediamo che nel terzo mese di una guerra su vasta scala, la Russia sta cercando di trovare la sua ‘arma meravigliosa', tutto questo mostra chiaramente il completo fallimento della missione”. Ma cosa sono esattamente queste armi laser? E come funzionano?

Come funziona un'arma laser

La parola laser è l'acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation (amplificazione della luce mediante emissione stimolata della radiazione) e si riferisce a un dispositivo in grado di proiettare un fascio di luce coerente. In base alla potenza, alla lunghezza d'onda, alla collimazione e ad altri parametri fisici un raggio laser può essere trasformato in uno strumento per accecare, tagliare e bruciare, dunque in una vera e propria arma da guerra. Sebbene si parli da tempo dell'impiego dei laser in ambito militare (al di là di sistemi di tracciamento e affini), buona parte dei progetti dedicati alle fantomatiche armi sono stati accantonati per via di svariati problemi, che spaziano dall'inefficienza dimostrata sul campo ai costi esorbitanti.

Un cannone laser navale sperimentale "LaWS". Credit: wikipedia
Un cannone laser navale sperimentale "LaWS". Credit: wikipedia

Come evidenziato nel documento “Navy Shipboard Lasers for Surface, Air, and Missile Defense: Background and Issues for Congress”, tra i principali problemi delle armi laser vi è un fenomeno chiamato thermal blooming, un effetto atmosferico indotto da fasci laser ad alta energia dovuto all'interazione con l'aria, in grado di far perdere la fondamentale focalizzazione del raggio. In parole semplici, un significativo depotenziamento. Se ciò non bastasse sussistono significativi problemi di surriscaldamento, inoltre il sistema d'arma per proiettare il fascio risulta ingombrante, pesante e difficilmente trasportabile. A peggiorare la situazione il fatto che il raggio laser non è efficiente in caso di meteo avverso, presenza di smog, polvere e altri fattori di disturbo nel mezzo atmosferico. Nonostante siano state sviluppate diverse armi sperimentali, sono moltissimi i progetti abbandonati, tra i quali figurano il Mid-Infrared Advanced Chemical Laser (MIRCL), il Tactical High Energy Laser (THEL) e il Precision Airborne Standoff Directed Energy Weapon.

Cos'è l'arma laser Peresvet

Molte armi laser sono ancora allo stato sperimentale dopo anni di ricerca, mentre per altre lo status è sconosciuto. Nel 2018, tuttavia, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la creazione di un'arma laser chiamata “Peresvet” da impiegare per neutralizzare droni, missili balistici e altri velivoli che volano a bassa quota. Il sistema, come specificato dal sito specializzato armyrecognition.com, sarebbe stato impiegato nella guerra in Siria per abbattere un UAV (un drone) di Israele. Secondo il vice primo ministro russo Borisov il sistema Peresvet è in grado di accecare un satellite a 1.500 chilometri di quota, ma esistono anche sistemi laser in grado di bruciare droni a chilometri di distanza e in pochi secondi. Uno di questi sarebbe proprio il famigerato dispositivo Zadira, impiegato dalla Russia nella guerra in Ucraina.

L'arma laser sperimentale THEL, cancellata da USA e Israele a causa di ingombro, costi e inefficacia. Credit: wikipedia
L'arma laser sperimentale THEL, cancellata da USA e Israele a causa di ingombro, costi e inefficacia. Credit: wikipedia

Cos'è l'arma laser Zadira

Si sa poco o nulla della misteriosa arma laser chiamata Zadira, il cui progetto è protetto da segreto militare. Come riporta la Reuters, tuttavia, è noto che nel 2017 stava collaborando alla sua realizzazione la Rosatom, l'azienda statale impegnata nel settore dell'energia nucleare. Borisov ha affermato che alcuni dispositivi sono già nelle mani dell'esercito russo e attualmente vengono impiegati nell'“operazione militare speciale in Ucraina”, come viene definita la guerra in Russia. Stando alla descrizione del politico, questa arma sarebbe in grado di bruciare e distruggere i droni – e dunque non solo di accecare – a 5 chilometri di distanza, a causa dell'impatto termico. “Questo sistema è in grado di abbattere facilmente vari tipi di droni, evitando di sprecare costosi missili del tipo Pantsyr e Tor”, ha spiegato Borisov. Secondo il politico russo queste armi di nuova generazione che sfruttano "un'ampia banda elettromagnetica" alla fine saranno in grado di sostituire le armi convenzionali. I numerosi progetti di armi laser cancellati poiché considerate inefficaci e costose, tuttavia, suggeriscono cautela sul loro effettivo impiego.

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