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Guerra in Ucraina

Come funzionano i droni civili che sganciano bombe, modificati e usati dalla resistenza ucraina

La resistenza ucraina sta impiegando droni civili modificati per trasportare e sganciare piccole bombe. In un video ne viene dimostrata l’efficacia.
A cura di Andrea Centini
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La guerra in Ucraina si sta combattendo anche con armi non propriamente convenzionali, come piccoli droni civili per filmati e fotografie convertiti per scopi militari. Lo dimostra un drammatico video diffuso sui social network nei giorni scorsi, in cui si vede uno di questi velivoli mentre raggiunge un avamposto russo e lo colpisce con precisione chirurgica attraverso piccole granate, VOG-17 di epoca sovietica appositamente modificate. Nel filmato diffuso da Visegrad 24 l'attacco ucraino risulta particolarmente letale; uno degli ordigni esplosivi sganciati dal drone entra infatti nel tettuccio aperto di un'auto, finendo dritto nell'abitacolo. Data la potenza limitata non sono certo queste armi “improvvisate” a poter condizionare l'esito del conflitto, ma rappresentano comunque una preziosa risorsa strategica per la resistenza ucraina.

Credit: Chris Owen/Visegrad 24/Twitter
Credit: Chris Owen/Visegrad 24/Twitter
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Come vengono modificati i droni civili

Come specificato su Twitter dall'esperto di armi Chris Owen, il drone che ha attaccato l'avamposto russo doveva avere dimensioni simili o maggiori a quelle di un Phantom 3, un apprezzato velivolo per foto e video con un peso di circa 1,3 chilogrammi, velocità massima di 16 metri al secondo, ascensione massima di 5 metri al secondo e un tempo di volo approssimativo di 25 minuti. Per trasportare e sganciare la piccola bomba il drone usato dagli ucraini è stato appositamente modificato con pezzi stampati in 3D. Owen afferma che un drone di questo tipo può trasportare agevolmente una granata VOG-17 (anch'essa modificata con una “pinna” stampata in 3D) dal peso di circa 350 grammi. Nel video si vede il drone ucraino attaccare l'avamposto russo due volte; nella prima parte il velivolo si avvicina a un complesso residenziale occupato e lascia cadere l'ordigno tra i soldati russi. Nel secondo centra in pieno il tettuccio aperto dell'auto, sulla quale era stata dipinta la famigerata “Z”, simbolo della propaganda del Cremlino. Poiché un drone di quelle dimensioni può trasportare al massimo una di queste granate, non è chiaro se in questo attacco ne siano stati utilizzati due diversi, se sia stato impiegato un drone più grande oppure se lo stesso abbia compiuto due incursioni in sequenza, dopo essere stato riarmato. Simili droni erano già stati sfruttati nella guerra in Siria, ma stanno diventando sempre più importanti in Ucraina. Gli operatori li fanno volare a diverse centinaia di metri di quota, dove risultano difficili da vedere e percepire.

La granata VOG-17 trasportata sui droni

La VOG-17 è una granata a frammentazione di epoca sovietica da 30×120 millimetri, una delle principali munizioni del lanciagranate automatico AGS-17 Plamya, anch'esso risalente al periodo sovietico. Come indicato da Owen, l'ordigno ha un raggio d'azione effettivo di 7 metri e può coprire un'area di 150 metri quadrati. Poiché contiene soltanto 36 grammi di esplosivo, la VOG-17 non è efficace per danneggiare seriamente mezzi pesanti e leggeri, ma può neutralizzare la fanteria, come mostra il video diffuso da Visegrad 24. Nelle drammatiche immagini si vede un primo soldato crollare a terra nei pressi della detonazione della prima granata; nel secondo spezzone del video, quello in cui viene centrata l'auto, solo un soldato ferito riesce a uscire dal veicolo. Di queste granate vi è un'ampia disponibilità in Ucraina e non c'è da stupirsi che vengano ampiamente sfruttate per contrastare l'aggressione russa. La granata VOG-17 risulta particolarmente precisa grazie a un'appendice alare stampata in 3D, che le permette di cadere nel punto esatto desiderato dall'operatore. Droni più grandi possono trasportare granate pesanti – come l'RKG-3 anticarro da circa un chilogrammo – in grado di distruggere anche veicoli corazzati.

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