Come funziona l’intervento per la protesi al pene, l’andrologo: “Risolve al 100% la disfunzione erettile”
Da quando Juan Bernabé, il falconiere della Lazio, ha postato sui suoi social una sua foto dopo essersi sottoposto a un impianto di protesi peniena, l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata soprattutto sul suo comportamento e le conseguenze che ne sono derivate: Bernabé, che ha raccontato di aver effettuato l'intervento dopo diversi problemi di salute, è stato infatti licenziato dalla società sportiva, nonostante i suoi tentativi di scusa.
D'altronde, al di là di questo caso specifico, la salute sessuale degli uomini è ancora oggi un tabù piuttosto ingombrante, nonostante l'impatto che eventuali problemi in questo ambito possono avere sul benessere psicologico e in generale la qualità della vita. La disfunzione erettile – di cui la protesi peniena rappresenta una delle possibili opzioni di trattamento – è uno dei più frequenti. In Italia interessa il 13% di tutta la popolazione complessiva, circa il 40% degli over 50 e la metà degli ultra settantenni. Eppure si fa ancora fatica a parlarne senza ridurlo a una chiacchiera da bar.
Fanpage.it ha chiesto a Dimitrios Choussos, responsabile dell'Unità operativa di Urologia all’Istituto di Cura Città di Pavia, di spiegare in cosa consiste l'intervento di protesi peniena e chi può ricorrervi, partendo dalla causa del problema, ovvero la disfunzione erettile.
Che cos'è la disfunzione erettile?
Per disfunzione erettile si intende la persistente o ricorrente incapacità a ottenere o mantenere un'erezione sufficiente per completare in maniera soddisfacente un rapporto sessuale o un'altra attività sessuale.
Quanto è diffusa?
La disfunzione erettile è un problema molto comune: riguarda un uomo su dieci, frequenza che cresce a partire dai 40 anni in su, con l’avanzare dell’età, arrivando a interessare la maggioranza dei maschi al di sopra dei 50 anni. Inoltre, con l'avanzare dell'età aumenta anche la severità della condizione. Purtroppo sono pochi, solo il 10%, coloro che si rivolgono a un medico per trattare il problema.
Quali sono le cause?
Fino a venti anni fa si pensava che i fattori psicologici fossero responsabili della maggior parte dei casi di disfunzione erettile, oggi però sappiamo che i fattori organici sono la causa del 75% dei casi, sebbene quelli psicologici restino un'importante concausa piuttosto frequente, soprattutto in pazienti giovani.
Quali sono le cause organiche?
Quando si parla di cause organiche di disfunzione erettile ci si riferisce principalmente alla componente vascolare della funzione erettiva: deficit di afflusso o eccessivo deflusso di sangue dal pene. Ci sono diversi fattori di rischio che possono causare disfunzione erettile. I più comuni sono le malattie cardio-vascolari, il diabete, l'ipertensione, disturbi endocrini, le alterazioni ormonali o i problemi neurologici. Inoltre, la disfunzione erettile può verificarsi anche dopo terapie mediche o interventi di chirurgia pelvica, come la prostatectomia radicale. Tutte queste condizioni possono compromettere in modo importante la funzione erettile.
Quando si ricorre alla protesi peniena?
A prescindere dalla causa, la disfunzione erettile spesso ha effetti negativi sull'autostima del paziente, sulle sue relazioni e più in generale sulla qualità di vita. Per questo è importante rivolgersi al medico sia per gestire la patologia di cui la disfunzione può essere il sintomo sia per migliorare la funzione erettile. In questo senso la protesi peniena è l'ultima opzione di trattamento prevista, a cui si ricorre quando le altre opzioni non hanno risolto il problema. Le protesi possono essere utilizzate anche per correggere anomalie congenite o acquisite del pene. Alcune malattie possono infatti causare dolore, deformità e deviazione del pene con disfunzione erettile.
Quali sono gli interventi che si tentano prima della protesi peniena?
Solitamente la disfunzione erettile è una manifestazione di una malattia vascolare generalizzata. È stato dimostrato come i cambiamenti dello stile di vita che migliorano la salute cardiovascolare possono avere un impatto positivo sulla funzione erettile. Tra questi ci sono mantenimento del peso forma, attività fisica regolare, astensione da tabagismo o alcolismo.
Se i cambiamenti dello stile di vira non si risolvono il problema, ci sono altre trattamenti, tra cui i farmaci per via orale, le terapie iniettive intracavernose, i dispositivi di erezione sottovuoto e le terapie rigenerative (onde d’urto a bassa intensità). Se nessuna di queste terapie funziona, si può ricorrere alla chirurgia con l'inserimento di protesi peniena, dopo aver considerato anche le preferenze del paziente correttamente informato.
Quindi quali sono i pazienti che possono sottoporsi all'inserimento della protesi?
Come dicevamo prima, è l'ultimo approccio a cui si ricorre, quindi viene proposta ai pazienti affetti da grave deficit erettile che non rispondono in modo soddisfacente alle altre opzioni di trattamento. Oppure può essere indicata per coloro che hanno subito interventi chirurgici a livello pelvico che hanno causato importanti danni a livello delle strutture neurovascolari tali da compromettere la loro funzione erettile.
Esistono diversi tipi di protesi. Ci può spiegare meglio la differenza?
Esattamente, esistono due categorie principali di protesi, quelle idrauliche e quelle non idrauliche, chiamate anche malleabili. Le malleabili sono dispositivi che non hanno un sistema di gonfiaggio: si tratta di un impianto protesico costituito da due cilindri che vengono posizionati ciascuno in un corpo cavernoso attraverso un'incisione alla base del pene. Con questo tipo di protesi il pene rimane in costante stato di erezione con la possibilità di essere piegato, ma questo non vuol dire che il paziente è costantemente in uno stato di eccitazione.
Invece le protesi idrauliche?
Le protesi idrauliche sono invece dispositivi più sofisticati ed elaborati, e a differenza dei primi sono gonfiabili. Questi impianti sono sempre formati da due cilindri che vengono inseriti all'interno dei corpi cavernosi e poi collegati attraverso dei tubicini a un serbatoio contenente acqua sterile collocato nei pressi della vescica e a una pompa posizionata all'interno dello scroto.
Ogni volta che il paziente desidera avere un'erezione deve premere l'attivatore della pompa localizzata nello scroto e azionare così il meccanismo: l'acqua dal serbatoio passerà ai cilindri, aumentando il volume del pene e producendo così un'erezione che viene meno nel momento in cui si fa rifluire l'acqua nel serbatoio.
Lei consiglia questo intervento?
Nei casi che abbiamo indicato, assolutamente sì. La presenza di una protesi peniena non altera infatti né la funzione urinaria né la sensibilità o il piacere. Inoltre, l'intervento è l'unica soluzione efficace al 100% per risolvere la disfunzione erettile, oltre a essere l'ultima opzione di trattamento. Parliamo di un intervento sicuro, anche grazie ai progressi delle tecnologie che hanno reso disponibili dei materiali sicuri che non hanno bisogno di manutenzione nel tempo: le complicanze post-operatorie sono limitate, parliamo di un tasso non superiore al 10% degli interventi eseguiti globalmente, a fronte di un tasso di soddisfazione molto elevato: la maggior parte dei pazienti dopo l'intervento torna ad avere una vita sessuale soddisfacente e una relazione serena.