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Omicidio Giulia Cecchettin

Come funziona l’analisi delle macchie di sangue che verrà fatta sull’auto di Filippo Turetta

La Bloodstain Pattern Analysis è uno studio che cerca di ricostruire la dinamica di un omicidio partendo dalle macchie di sangue che si trovano sulla scena del crimine. Questa analisi può fornire degli elementi in più ma a volte produce dei risultati contraddittori.
A cura di Valerio Berra
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La dicitura corretta, in inglese, è Bloodstain Pattern Analysis. Di fatto si tratta dell’analisi delle tracce di sangue presenti su una scena del crimine. La Bloodstain Pattern Analysis è una delle analisi a cui verrà sottoposta la Grande Punto che nella serata di oggi entrerà nei laboratori dei Ris di Parma, l’unità dell’Arma dei Carabinieri specializzata nelle indagini scientifiche. La Grande Punto è l’auto guidata da Filippo Turetta, il ragazzo di 21 anni che la sera dell’11 novembre ha ucciso Giulia Cecchettin.

Nella storia della giustizia italiana non è la prima volta che viene fatta questa analisi. Anzi. In passato è stata usata anche per altri casi, come ha ricordato il generale Luciano Garofano sulle pagine del Corriere della Sera, a partire dal delitto di Cogne: “La tecnica è la stessa che fu utilizzata nella villetta di Cogne per le indagini sull’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi. Dalle analisi della distribuzione del sangue all’interno dell’auto si potrà capire in che modo e dove la ragazza è stata colpita, si potrà capire qualcosa di più sulla dinamica dell’omicidio”.

Cos’è la Bloodstain Pattern Analysis

Filippo Turetta ha confessato subito l’omicidio di Giulia Cecchettin. Prima alle autorità tedesche che lo hanno fermato il 19 novembre e poi ai giudici italiani. Le indagini e il processo quindi si concentreranno su due aspetti: l’accertamento della versione fornita da Filippo Turetta e l’aggravante della premeditazione. Da quello che è emerso fino a questo momento, la Bloodstain Pattern Analysis dovrebbe servire proprio capire il primo aspetto.

Tutta l’analisi si basa sul sangue, un fluido composto da diversi elementi. Nello specifico per il 55% è formato da plasma e per il 45% da elementi solidi sospesi all’interno del plasma. Dal punto di vista fisico non è un liquido ma un fluido non newtoniano. Proprio per questa sua complessità la Bloodstain Pattern Analysis non è una scienza esatta.

L’analisi della disposizione delle macchie di sangue permette in una scena del crimine di capire qualcosa della dinamica di un omicidio. Si può capire se un corpo è stato trascinato, se ci sono stati dei colpi inferti dopo la morte, si può anche capire la forza con cui questi colpi sono stati inferti, la loro direzione e la loro successione. Anche se si trovano ancora molti casi in cui gli esiti di queste analisi sono stati più che dubbi.

A differenza di altri test usati nella scienza forense, a volte i risultati della Bloodstain Pattern Analysis non sono così solidi. Ancora nel 2021 è stato pubblicato sulla rivista Forensic Science International uno studio dal titolo Accuracy and reproducibility of conclusions by forensic bloodstain pattern analysts.

Un team di dieci scienziati ha dimostrato che la Bloodstain Pattern Analysis ha fornito delle deduzioni errate per l’11,2% dei casi analizzati. Durante questi test hanno mostrato un campione di 192 macchie di sangue a 75 analisti che si occupavano proprio di Bloodstain Pattern Analysis. Questo tipo di analisi può essere un aiuto alle indagini, ma non l’unica prova.

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