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Come distinguere le api dalle vespe e come riconoscere le mosche “impostore” che le imitano

Api, vespe e altri insetti vengono spesso confusi a causa delle loro somiglianze. A rendere il tutto ancora più complicato l’esistenza di imitatori campioni di travestimento, che si fingono “pungenti” imenotteri ma in realtà sono innocue mosche. Quali sono le differenze tra api e vespe e cosa sono i Sirfidi e il mimetismo batesiano.
A cura di Andrea Centini
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Nell'immagine di copertina di questo articolo in molti probabilmente sono sicuri di vedere un'ape posata su un fiore, il classico emblema dell'impollinazione. In realtà la fotografia mostra qualcosa di decisamente più interessante. A qualunque appassionato di entomologia, la branca della zoologia che studia gli insetti, non sarà infatti sfuggito che si tratta di un rappresentante dei Sirfidi (Syrphidae), una delle famiglie di Ditteri più vaste e affascinanti. I Ditteri sono a loro volta un grande gruppo di insetti con due ali (dal greco dis pteron, doppia ala) che abbracciano mosche e zanzare. In parole semplici, ciò che si vede nello scatto è una sorta di mosca che imita elegantemente un'ape. I Sirfidi sono talmente bravi nell'arte del “travestimento” che spessissimo vengono confusi con le vere api, ma anche con vespe, bombi e persino calabroni; sì perché tra le numerose specie imitate non c'è la sola amata Apis mellifera, l'ape domestica da miele, ma un'infinità di imenotteri, un altro grande ordine di insetti di cui fanno parte le note specie dotate di pungiglione e pure le formiche.

Sirfide che imita un'ape
Sirfide che imita un'ape

Cos'è il mimetismo batesiano, l'arte dell'inganno

Ma perché questi Sirfidi si “impegnano” tanto a imitare insetti imenotteri come api e vespe? Ciò che osserviamo è il risultato della selezione naturale che per centinaia di migliaia – se non milioni – di anni ha plasmato specie animali rendendole simili ad altre. Il risultato è quello che gli zoologi chiamato mimetismo batesiano, dal nome dal naturalista britannico Henry Walter Bates che lo formulò durante i suoi viaggi di studio in Sud America. In pratica, in questa forma di mimetismo – ne esistono diverse – una specie innocua e commestibile ne imita un'altra velenosa, non commestibile, fortemente sgradevole o comunque pericolosa.

Varie specie di Sirfidi
Varie specie di Sirfidi

In genere le specie imitate presentano dei colori contrastati e vivaci detti aposematici (come arancione e nero, rosso e nero o giallo e nero) per rendersi ben evidenti nell'ambiente. Sono un messaggio chiaro e diretto ai potenziali predatori: “Sono qui, guardatemi bene ma non provate a mangiarmi perché poi potreste pentirvene”. Di fatto, le specie che sfruttano il mimetismo batesiano ne imitano altre nocive o dal sapore molto sgradevole nella speranza di non finire nel menù di altri animali. Le mosche della famiglia dei Sirfidi, dunque, imitano gli insetti imenotteri per ridurre il rischio di essere predati. Chiaramente non è un meccanismo di difesa impeccabile, dato che ci sono predatori specializzati anche nel consumo di api, vespe e altri imenotteri. Ad esempio c'è il magnifico e coloratissimo gruccione (Merops apiaster), un uccello – il cui nome scientifico significa proprio cacciatore di api – che in questi giorni si sta preparando per tornare in Africa dall'Italia.

Gruccione con vespa. Credit: Andrea Centini
Gruccione con vespa. Credit: Andrea Centini

Chiaramente quello dei Sirfidi è solo un "travestimento" basato essenzialmente sui colori, un inganno che un occhio allenato può svelare subito. I dettagli anatomici di base sono infatti quelli propri delle mosche e non quelli di un'ape o di una vespa; guardate attentamente gli occhi dei Sirfidi nelle foto; sono molto grandi come quelli tipici delle mosche, non somigliano a quelli di un imenottero. Inoltre questi insetti hanno in genere un corpo più tozzo e un solo paio di ali funzionali dotate di nervature caratteristiche, per citare gli aspetti più evidenti. Senza dimenticare la morfologia di zampe e antenne. Inoltre i Sirfidi sono totalmente innocui, mentre come ben sappiamo api, vespe e calabroni possono pungere (perlomeno le specie più note, perché sono tantissime) e il loro veleno nei soggetti sensibili può essere potenzialmente pericoloso per la vita, a causa del rischio di shock anafilattico. Questi insetti hanno tuttavia una cosa in comune: sia i Sirfidi che le api sono grandissimi impollinatori e giocano un ruolo prezioso nel mantenere in equilibro gli ecosistemi in cui vivono.

Una vera ape (Apis mellifera)
Una vera ape (Apis mellifera)

Quali sono le differenze tra api e veste

Una volta stabilito che esistono mosche “impostore” in grado di fingersi imenotteri, ora possiamo concentrarsi sulle differenze fra api e vespe. Come anticipato, c'è un numero enorme di insetti che comunemente chiamiamo api (famiglia Apidae) e vespe (famiglia Vespidae); in questo caso ci limiteremo sulla distinzione tra la comune ape domestica, la già citata Apis mellifera, e specie di vespe diffuse in Italia, come la vespa cartonaia (Polistes dominula), la vespa comune (Vespula vulgaris) e Vespula germanica. La differenza principale risiede nel colore: le vespe sono gialle e nere, con ali generalmente più lunghe e strette e adatte al volo rapido, mentre le api sono arancioni e nere con ali grandi, ma più corte e arrotondate (utili per l'impollinazione). È praticamente impossibile sbagliare, al netto di situazioni eccezionali.

Nido di vespa cartonaia
Nido di vespa cartonaia

Detto questo, il colore non è l'unica differenza significativa. Le api domestiche sono anche tozze e “pelose”, mentre le vespe sono più snelle, slanciate e lisce. Le differenze morfologiche sono evidenti, ma quelle comportamentali lo sono ancora di più. Un esempio tipico è quello della puntura; un'ape può pungere una sola volta perché il suo pungiglione seghettato non solo resta piantato nella carne della vittima, ma strappa anche parte dell'addome dell'insetto, che è dunque condannato a morire. Le vespe, d'altro canto, possono pungere ripetutamente perché il loro pungiglione è come uno stiletto che non si pianta.

Ape in volo
Ape in volo

Le api sono “placidi” insetti impollinatori che si nutrono di nettare, polline e pappa reale, mentre le vespe sono in genere abili predatrici di altri insetti, oltre che spazzine di rifiuti umani (in questo periodo le ciotole di cani e gatti sono prese d'assalto). Ci sono differenze significative anche nelle strutture sociali, nella costruzione dei nidi e in moltissimi altri aspetti tra questi insetti, ben raccontanti nel video che potete vedere qui di seguito.

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