Come capire i sintomi dell’emorragia cerebrale: il medico spiega perché si manifestano anche dopo mesi
Nell'immaginario comune un'emorragia cerebrale è un evento che si manifesta immediatamente, magari dopo un trauma molto grave, come un incidente d'auto o una grave caduta. In realtà, questa condizione neurologica, che consiste in una fuoriuscita di sangue all’interno del cervello – ma può localizzarsi in diverse regioni – può verificarsi in modalità diverse. Oltre ai casi dovuti a problemi di salute pregressi che causano la rottura di un vaso arterioso o venoso, nei pazienti anziani le emorragie cerebrali successive a un trauma possono verificarsi anche a distanza di mesi e con sintomi non sempre così evidenti.
A Fanpage.it il Prof. Lorenzo Bello, responsabile di Neurochirurgia oncologica dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano e professore di Neurochirurgia dell'Università degli Studi di Milano, ha spiegato come riconoscere i sintomi di questo tipo di emorragia e cosa cambia rispetto all'emorragia che può interessa una persona giovane o comunque con meno di 70 anni.
Quali sono le cause possibili dell'emorragia cerebrale?
Possiamo individuare due condizioni principali: le cosiddette forme spontanee e le forme successive a un trauma. Le prime possono essere dovute a varie cause, le più frequenti sono collegate alla rottura di particolari malformazioni, come aneurismi o meno frequentemente malformazioni artero-venose (MAV). Oppure possono essere scatenate da sanguinamenti innescati da ipertensione arteriosa, ovvero quella che nel linguaggio comune chiamiamo pressione alta.
Le emorragie causate da un trauma possono invece essere di due tipi: acute, se si verificano immediatamente dopo il trauma, e subacute croniche, se la causa è un ematoma sottodurale cronico che si forma dopo un trauma avvenuto diverse settimane o anche mesi prima. Questa è la forma più frequente di emorragia post traumatica tardiva nella popolazione anziana.
Quindi negli anziani l'emorragia cerebrale può anche verificarsi a distanza di mesi dal trauma?
Sì, in genere è causata da un trauma molto banale e in più del 50% dei casi non viene riconosciuto come tale. Parliamo di piccoli incidenti quotidiani, come un urto contro lo sportello dell'automobile, contro un mobile della cucina o ancora una caduta banale. Dopo eventi di questo tipo, in una persona anziana si può formare un ematoma subdurale cronico, ovvero una raccolta di sangue vecchio tra le due membrane delle meningi, che schiaccia il cervello e causa sintomi anche a distanza di uno o due mesi. In questi casi si interviene quasi sempre con un intervento chirurgico.
Quali sono i sintomi che possono far sospettare la presenza di un'emorragia?
Nell'emorragia post traumatica tardiva i sintomi possono essere di due tipi. Si possono verificare sintomi collegati a quello che in termini medici viene definito "effetto massa": rallentamento ideomotorio (il paziente è rallentato nelle sue attività e nei pensieri), mal di testa, disturbi del linguaggio o disturbi motori. Ma in alcuni casi possono verificarsi anche delle vere e proprie crisi epilettiche e molto meno frequentemente episodi di perdita della coscienza, che possono ricordare degli ictus. Ma questa tipologia di manifestazioni è piuttosto rara.
Esistono dei fattori di rischio che possono rendere più probabili emorragie cerebrali?
Nella maggior parte dei casi, le persone anziane sono più a rischio, perché con l'avanzare dell'età la struttura dell’encefalo cambia: il volume del cervello diminuisce, diventa più piccolo, e possono bastare piccoli episodi a determinare contusioni sulla superficie. Un altro fattore è l'assunzione di antiaggreganti o di anticoagulanti che favoriscono la formazione di ematomi.
Se una persona anziana subisce un trama apparentemente innocuo cosa può fare per non sottovalutare il rischio di emorragia?
È importante che un paziente anziano che abbia avuto una caduta banale e che assuma anche aggreganti o anticoagulanti venga tenuto sotto osservazione per un periodo di circa 30-45 giorni, sospendendo questi farmaci se li assumesse. Ai primi segnali sospetti, cioè la comparsa di rallentamento, mal di testa o uno dei sintomi detti prima va effettuata una TAC encefalo che consente di fare diagnosi precoce.
Si tratta comunque di eventi rari, ma non sempre facili da riconoscere, per questo la maggior parte delle società di neurochirurgia europee raccomanda un periodo di osservazione di questa durata.
Difatti il tasso di mortalità associato agli ematomi subdurali cronici negli anziani è piuttosto elevato, circa del 30%, e i decessi si verificano in genere entro i 5-6 mesi. Se non individuata precocemente infatti l’emorragia può innescare una serie di complicanze in un paziente anziano, soprattutto se sono presenti anche altre condizioni pregresse.
Nei soggetti giovani si possono verificare emorragie di questo tipo?
La probabilità è molto più bassa, perché in un soggetto non anziano generalmente le complicanze post traumatiche sono quelle acute o subacute, ovvero possibili complicanze dovute a ematomi extradurali o subdurali o alla formazione di contusioni. Ma queste si verificano al massimo entro 24-72 ore e restano eventi rari, spesso collegati a traumi gravi.
In caso di trauma lieve in un soggetto sotto i 70 anni, le raccomandazioni suggeriscono infatti un periodo di osservazione di circa sei ore, dato che la maggior parte delle complicanze, soprattutto quelle mortali, avviene nelle prime sei ore dal trauma.
In questi casi quali sono i segnali che possono suggerire la presenza di queste complicanze?
In questi casi siamo di fronte a una situazione diversa rispetto all’emorragia cronica tardiva dell’anziano: l’emorragia acuta nei pazienti giovani si manifesta infatti con sintomi acuti e quasi immediati dovuti all'ipertensione endocranica, come cefalea, nausea e vomito.
Se nell'arco di sei ore si manifestano sintomi di questo tipo o è avvenuta una perdita di coscienza, allora si procede con una TAC encefalo per verificare l’eventuale presenza di emorragia e intervenire tempestivamente.